[24/04/2013] News toscana

E-life, a Grosseto il primo bus elettrico ormai è realtà. E una tentazione per il made in Italy?

Pubblicato l'avviso di gara economica per la messa in vendita di una partecipazione fino all'80% nel progetto

Un bus di dodici metri, a trazione completamente elettrica. Viene dalla Cina, ma fa sognare Grosseto: il progetto E-Life parte dal 2008, ma si avvicina il momento in cui correrà sull'asfalto delle strade toscane, piuttosto che su carte e progetti. Si sono infatti concluse positivamente la verifiche tecniche realizzate a favore del nuovo bus elettrico acquistato dalla società grossetana Rama Spa, una realtà con esperienza nella mobilità locale.  

Prosegue così il percorso mirato allo sviluppo di un progetto virtuoso ed eco-compatibile destinato a fare di Grosseto un modello di riferimento nella mobilità green a livello europeo: grazie all'accordo con il partner industriale Bredamenarini - comunicano dalla Provincia di Grosseto - si sono conclusi nei giorni scorsi i test tecnici sul mezzo arrivato dalla Cina. Nelle prossime settimane (nel mese di maggio, dunque) il bus entrerà in servizio di linea per i servizi urbani di Grosseto.

«Siamo molto soddisfatti della proficua collaborazione tecnica sviluppata in questi mesi con Bredamenarini, - commenta il presidente di Rama, Marco Simiani - durante i quali abbiamo portato avanti indispensabili verifiche di tipo tecnico e test per adeguare il nuovo bus elettrico ai nostri standard di utilizzo. Le verifiche hanno dato riscontri positivi e adesso siamo pronti per la messa in strada del bus che avverrà nelle prossime settimane, rispettando la tabella di marcia che ci eravamo prefissati fin dall'estate scorsa».

La collaborazione con Bredamenarini continuerà, ora, per finalizzare ed incrementare anche uno strategico  sviluppo commerciale. Il percorso relativo a E-Life, inoltre, prosegue con la pubblicazione dell'avviso di gara per la messa in vendita di una partecipazione qualificata fino all'80% in E-Life, attualmente detenuta da Rama Spa.

«Stiamo lavorando anche a questo ulteriore importante obiettivo - aggiunge Simiani - che punta a far entrare nel capitale societario operatori qualificati che apportino liquidità e know how, assicurando la continuità ad un progetto ambizioso e strategico per tutto il nostro territorio di riferimento, in termini di livelli occupazionali e di sviluppo industriale».

Dalla fase di start-up, dunque, si passa direttamente ad aprire le porte a nuovi investitori, invogliati a partecipare con una quota di maggioranza nel progetto. Con la speranza che si tratti di una nuova opportunità occupazionale legata a realtà del territorio, magari puntando più in alto che mai: trovare liquidità e know how per bus elettrici e mobilità sostenibile più vicino della lontana Cina, favorendo la nascita di una filiera industriale made in Italy. 

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