[23/04/2013] News

Grillo, meno di 30mila click per far precipitare la crisi della politica italiana

«Siete circondati!», «Siamo milioni!», «Siamo il 99%», «La gente è con noi». A tutti sono note queste frasi peraltro non nuove, ma di certo risuonanti ancora più familiari da quando Grillo e il M5S impazzano in Italia. Senza nulla togliere a quanto democraticamente conquistato alle elezioni in termini di voti, oggi leggendo sul sito di Beppe Grillo l'ultimo post viene qualche dubbio sulla vastità dei consensi di questo movimento.

Sotto il titolo "I numeri della Qurinarie", si legge infatti: «Lo scorso 15 aprile, 48.292 persone sono state chiamate a partecipare all'elezione del candidato Presidente della Repubblica del MoVimento 5 Stelle. Il processo dei due turni di voto è stato verificato dalla società di certificazione internazionale DNV Business Assurance. I voti espressi sono stati 28.518, così ripartiti: Gabanelli Milena Jole: 5.796; Strada Luigi detto Gino: 4.938; Rodotà Stefano: 4.677; Zagrebelsky Gustavo: 4.335; Imposimato Ferdinando: 2.476; Bonino Emma: 2.200; Caselli Gian Carlo: 1.761; Prodi Romano: 1.394; Fo Dario: 941». Ora, sinceramente non sappiamo perché solo 48mila persone siano state chiamate a partecipare all'elezione, ma che di queste solo 28mila abbiano espresso il voto già ci pare una notizia, visto che erano selezionate (almeno così crediamo).

Ma che ad esempio Stefano Rodotà, da tutti (anche da noi) sostenuto come possibile presidente della Repubblica sia nei fatti diventato papabilissimo candidato con soli 4677 voti è quantomeno "curioso". Dai milioni si passa così alle migliaia e poi lo si fa passare come il candidato del popolo... con tutto il rispetto, siccome i numeri parlano come si suol dire da soli, qui siamo di fronte a un gruppetto che decide per tutti. E il bello è che il MoVimento si vanta di essere il massimo della partecipazione, e gli altri gli riconoscono pure questo pregio. Ognuno tragga le sue conclusioni ma, per fare un paragone, a Taranto è andato completamente fallito un referendum per decidere il futuro dell'Ilva perché hanno votato solo 34mila persone. Qui si decideva il futuro di una città, e una sola città è stata chiamata al voto, mentre di qua erano in ballo le sorti dell'Italia, con un voto aperto a livello nazionale.

Va detto, quindi, che la tecnica di Grillo è mediaticamente eccezionale perché affonda come una lama nel burro di partiti che non riescono a padroneggiare i nuovi media (compreso Berlusconi, che infatti sta cominciando ad alzare i toni contro la "scarsa democrazia" del M5S). Grillo sembra avere una strategia comunicativa chiara, che a volte emerge dopo che si è diradata la nebbia delle parolacce e degli insulti, mentre la coalizione di centrosinistra non ha avuto nemmeno uno straccio di strategia elettorale e il centro-destra ormai si basa sull'ostentazione del corpo di un anziano signore, per non parlare dell'ormai preistorica Padania leghista e del Pleistocene comunicativo di certa sinistra.

Mentre il Pd non riesce a far fruttare mediaticamente, elettoralmente e come forza attiva 3 milioni di votanti alle primarie, Grillo riesce così a condizionare l'elezione del Presidente della Repubblica e a far precipitare la crisi del Pd con poche decine di migliaia di click su internet.

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