[22/04/2013] News

Emilia Romagna, il Ğrisveglio delle franeğ continua a far danni

La situazione frane è «pesante in tutta l'Emilia-Romagna, perché praticamente sono interessate tutte le province emiliane. E' come se le frane quiescenti si fossero risvegliate tutte contemporaneamente, interessando anche nuovi territori». Gabriele Cesari, presidente dell'Ordine dei geologi dell'Emilia-Romagna, in questi giorni è costretto a un tour sui luoghi drammaticamente colpiti dal dissesto idrogeologico, sempre più numerosi nella Regione.

«A Tizzano c'è una frana enorme di 20 milioni di metri cubi. Il sindaco è un geologo  e la sua formazione, la sua comprensione del territorio e del fenomeno che si stava palesando hanno consentito di salvare alcune vite grazie all'evacuazione di un'area in cui due case ed un capannone sono crollati nel giro di poche ore. La situazione è davvero impressionante - ha proseguito Cesari - e sindaco ed abitanti hanno la paura di essere abbandonati dalle istituzioni. A quel comune così come a tutte le Istituzioni coinvolte abbiamo portato la solidarietà e la disponibilità dei numerosi geologi che sono già pronti a collaborare, soprattutto nelle situazioni minori che ora non sono monitorate , ma che possono aggravarsi. Una  deroga al patto di stabilità attiverebbe immediatamente risorse almeno per le verifiche tecniche, i monitoraggi, le opere di pronto intervento».

Nel bolognese - si legge in una nota dell'Ordine -  la frana maggiore è quella di San Benedetto Val di Sambro che interessa anche il comune di Monghidoro ed il versante toscano. Varie abitazioni distrutte, strade interrotte e abitati isolati. Altre situazioni rilevanti a Camugnano e Vergato. In   provincia di Modena la frana peggiore attualmente sembra essere quella di Lama Mocogno , mentre in provincia di  Piacenza abbiamo diversi fenomeni franosi di importanza variabile, con la situazione peggiore a Travo dove le frane hanno interrotto diverse strade e alcune frazioni sono isolate. Reggio Emilia e Parma sono le province più colpite per numero di frane e per disagi alle strutture ed infrastrutture.

Mentre la faccia del Paese è bloccata in uno stallo politico che riesce a produrre soltanto rattoppi, senza nessuno slancio ideale e programmatico, l'altra faccia dell'Italia - quella fatta da terra, rocce e acqua, dal nostro territorio - continua a sbriciolarsi nell'incuria. «Abbiamo richiamato più volte - chiosa amaramente Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi -  e con forza l'attenzione della politica alle problematiche connesse alle calamità naturali. Il territorio è fortemente malato, mentre noi restiamo in attesa di risposte concrete». Che ancora non arrivano. 

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