[18/04/2013] News

L'Europa vuole un riciclaggio delle navi pił pulito, ma poi boccia la tassa per le demolizioni

Dopo la Costa Concordia, necessario inventario a bordo delle sostanze pericolose

Oggi il Parlamento europeo ha approvato  con due voti contrastanti delle misure che puntano allo smantellamento ed al riciclo delle navi in impianti inseriti in una lista redatta dall'Ue. Un qualcosa che apre grandi prospettive per la struttura che dovrebbe provvedere allo smantellamento del relitto della Costa Concordia naufraga all'Isola del Giglio e che fa capire anche perché l'ipotesi di Piombino abbia così tanti concorrenti, sia palesi che dietro le quinte.

L'Europarlamento, al contempo, ha però respinto la proposta della Commissione ambiente per un fondo di riciclaggio finanziato da un prelievo, chiedendo invece alla Commissione europea di proporre entro la fine del 2015 una proposta legislativa riguardante un sistema basato su degli incentivi che facilitino il riciclaggio sicuro e razionale delle navi.

In un comunicato del Parlamento europeo si legge che «Il progetto di regolamento ha per obiettivo quello di ridurre gli effetti negativi di uno smantellamento negligente, quali incidenti, ferite o danni alla salute umana ed all'ambiente, assicurando che le navi europee siano demolite unicamente in impianti approvati dall'Ue».

Il rapporto della commissione Ambiente, preparato dal verde svedese Carl Schlyter, proponeva la creazione di un Fondo per il riciclaggio sulla base del principio "chi inquina paga", da realizzare attraverso una tassa imposta alle navi europee ed extra-europee che usufruiscono di porti dell'Ue, il tutto per rendere competitiva la demolizione delle navi negli impianti approvati dall'Unione europea, che non potrebbero altrimenti competere con i siti dei Paesi in via di sviluppo dove le navi in disarmo vengono demolite in condizioni di lavoro, di sicurezza ed ambientali disastrose.

Ma il Parlamento europeo ha respinto questa proposta con appena 299 contrari, 292 favorevoli e 21 astensioni. Invece gli eurodeputati hanno approvato un emendamento che chiede alla Commissione Ue di sottomettere alla loro approvazione entro la fine del 2015 una proposta di legge «Relativa ad un sistema fondato sugli incentivi che faciliti il riciclaggio sicuro e razionale delle navi».

Il relatore Schlyter non è per niente soddisfatto: «Benché il Parlamento abbia votato per mettere fine alla demolizione negligente delle navi dell'Ue nei Paesi in via di sviluppo, questo sforzo è minacciato dal fallimento del Parlamento nell'adottare un meccanismo finanziario per sostenere questo principio. E' molto frustrante che una risicata maggioranza soccomba al  lobbysmo molto ingannatore dell'industria marittima, cercando di sfuggire alle sue responsabilità, e respinga il meccanismo finanziario proposto nel mio rapporto, che avrebbe reso il riciclaggio sicuro delle navi più competitivo».

Dopo l'adozione della proposta emendata con 499 voti a favore, 50 contrari e 55 astensioni, il rapporto è stato rinviato alla Commissione ambiente e Schlyter ha ricevuto il mandato di rinegoziarlo con il Consigli dei ministri dell'Ue nei colloqui che inizieranno a maggio.

Con l'altra misura approvata, che sembra far propria la lezione del naufragio della Costa Concordia, si fissa una lista delle sostanze pericolose e «Gli Stati membri dovranno assicurarsi che un inventario che repertori le sostanze pericolose sia messo in atto a bordo di ogni nave dell'Ue. Le navi che non fanno scalo o non ancorano in uno Stato membro devono ugualmente disporre di un inventario delle sostanze pericolose. Se un controllo dimostrerà che la nave non è conforme con l'inventario, potranno essere imposte delle penalità».

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