[18/04/2013] News

Mais biotech, Aiab: «Agricoltura italiana sia definitivamente libera da Ogm»

Il Decreto ministeriale con cui si respinge la richiesta di messa in coltura degli ibridi di mais geneticamente modificati, iscritti al Catalogo comune, formulata dall'Azienda Agricola Dalla Libera, è stato firmato congiuntamente dal ministro delle Politiche alimentari e forestali Mario Catania, dal ministro della Salute Renato Balduzzi e dal ministro dell'Ambiente e Territorio Corrado Clini: un passo importante, per il quale Aiab - Associazione italiana per l'agricoltura biologica, non nasconde la propria soddisfazione.

«La decisione di respingere la richiesta di coltivazione di ibridi di mais Ogm, presentata lo scorso anno da Silvano Dalla Libera, ci rassicura e conferma che un'agricoltura italiana libera da Ogm è ciò che le norme impongono, ma anche ciò che la maggior parte del Paese chiede- ha dichiarato Cristina Micheloni, vicepresidente Aiab. L'interesse per la coltivazione di colture Ogm è solo di pochissimi, ma va a scapito dei tanti agricoltori che fanno della qualità e della salvaguardia della biodiversità la base delle proprie attività economiche, con conseguenze sulla larghissima maggioranza dei cittadini, sul rispetto della loro volontà e sulla loro sovranità alimentare».

Per l'Associazione italiana agricoltori biologici, che chiede un'accelerazione sull'applicazione della clausola di salvaguardia, l'agricoltura biologica può continuare a crescere, a consolidare la propria offerta e ad affermarsi come alternativa economicamente sostenibile per molti agricoltori, solo se viene assicurato un contesto libero da Ogm, cosa che questo Decreto interministeriale garantisce.

«La decisione del Governo avrà particolare ricaduta in Friuli, sede dell'azienda Dalla Libera e terra di aspre battaglie negli ultimi anni. Ci auguriamo che la Giunta Regionale che uscirà dalle urne in questo fine settimana non abbassi la guardia sulla sorveglianza circa le semine di mais "sospetti" , ma colga l'occasione per ripartire da un piano agricolo che dia valore al territorio e le competenze degli agricoltori friulani», ha concluso Micheloni.

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