[16/04/2013] News toscana

Emergenza clima per fiori e piante toscane: dalle piogge di marzo danni per 70 milioni di euro

Anche il florovivaismo toscano è stato  messo in ginocchio dalle eccezionali precipitazioni del mese di marzo (il più piovoso dagli anni '50) che pare siano costate al settore 70 milioni di euro.  Serre piene di fiori e piante, intere produzioni già pronte per il mercato invendute e che ora devono essere smaltite ed il crollo verticale delle vendite con punte che toccano il 60% per alcuni prodotti, rischiano di far tracollare uno dei principali comparti agricoli della regione che vale, da solo, il 30% del Prodotto Lordo Vendibile (pari a circa 900 milioni di euro).

Sono 3500 le aziende specializzate concentrate in particolare tra Lucca, Pistoia, Massa e Pisa, 15 mila gli addetti (escluso l'indotto) che oltre alla crisi hanno subito danni dalle intemperie. La denuncia viene dal Distretto Floricolo Interprovinciale Lucca - Pistoia che ha provveduto, in queste ore, ad inviare alla Regione Toscana e alle Camere di Commercio interessate (in particolare Lucca, Pistoia, Massa e Pisa) un documento che palesa  tutte le difficoltà che il settore sta vivendo per colpa degli effetti sinergici della crisi economica e del maltempo. 

«La questione è molto delicata- ha spiegato Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana- questo è un settore molto importante economicamente che costituisce uno dei pilastri del sistema agricolo regionale. Le imprese non hanno perso solo la vendita delle produzioni, ma anche gli investimenti». Nella lettera il Distretto chiede alla Regione Toscana e alle Camere di Commercio un percorso per individuare soluzioni urgenti, a supporto degli imprenditori come riprogrammare la scadenza dei mutui e il versamento dei contributi Inps per i dipendenti e gli stessi imprenditori, istituire un fondo di rotazione finanziario ad interessi zero. In sostanza un "congelamento" delle scadenze immediate che le imprese devono affrontare ma a cui non possono far fronte in questa fase. Coldiretti ha spiegato il concatenarsi di eventi che hanno portato il settore ad un passo dal baratro. 

Le piogge hanno ritardato la primavera bloccando di conseguenza gli ordini di garden, grossisti, agrarie e grande distribuzione. A complicare il quadro la Pasqua arrivata molto in anticipo che ha obbligato le imprese a concentrare a febbraio la produzione e ad accendere i bruciatori per riscaldare le serre per garantire la domanda del mercato con un aggravio di costi ulteriore.

«I calcoli erano giusti. Il meteo purtroppo ha mandato tutti i piani all'aria- ha aggiunto Marcelli- Ci sono serre piene di piante e fiori che non saranno vendute e che dovranno essere smaltite diventando a loro volta un costo.  Questo è un settore che ha sempre dimostrato grande dignità e che non ha mai chiesto nulla, nemmeno quando era in difficoltà, il danno commerciale che stanno subendo potrebbe avere ripercussioni anche sull'occupazione oltre che sulla salute delle strutture delle aziende. C'è da fare presto», ha concluso Marcelli rivolgendosi  a Regione e Camere di Commercio.

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