[25/03/2013] News

Acquisti verdi, Legambiente a Boldrini e Grasso: «Date l’esempio alle altre istituzioni»

«Siate promotori del cambiamento anche con il Green public procurement. La sostenibilità ambientale conviene»

Legambiente ha scritto ai presidenti della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, ed a quello del Senato, Pietro Grasso, perché si facciano promotori di un cambiamento concreto e significativo, all'insegna dell'ecologia e della sobrietà nei consumi ed ha ricordato loro che «Da cinque anni le amministrazioni pubbliche italiane sono invitate ad introdurre criteri ambientali e sociali negli appalti pubblici relativi a beni, servizi e opere. Lo prevede il Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione (Piano d'azione nazionale per il green public procurement) che il nostro Paese, nel quadro di una specifica politica europea volta a rafforzare l'uso degli appalti pubblici per raggiungere obiettivi strategici di carattere ambientale e sociale, ha approvato con il Decreto Interministeriale n. 135 dell'11 aprile 2008. Ma se ad oggi oltre un centinaio di enti territoriali hanno adottato azioni sistematiche di Green Public Procurement, l'amministrazione centrale è ancora in forte ritardo». E non solo quella, data la mancanza di vincolarità per gli acquisti Gpp, che comunque permane.

In una lettera inviata a Grasso e Boldrini dal direttore generale del Cigno Verde, Rossella Muroni, si legge: «Nell'esprimervi le nostre felicitazioni per la vostra elezione e l'apprezzamento per le novità che avete già voluto introdurre, vi sottopongo una possibile iniziativa di cui potreste farvi promotori nell'ambito dei bilanci delle istituzioni che rappresentate: attuare il piano d'azione per la sostenibilità ambientale, il cui obiettivo è arrivare al 50% di acquisti verdi. Perché "acquistare verde" significa ridurre gli impatti sull'ambiente e sulla salute nonché tutelare i diritti umani e il lavoro dignitoso delle attività economiche connesse agli appalti.  E significa anche ridurre i costi, come evidenzia uno studio dell'Unione Europea, connessi alle fasi di acquisto, gestione, manutenzione, smaltimento finale dei beni, servizi ed opere oggetto dell'appalto. Per le istituzioni che Voi così degnamente rappresentate si tratterebbe di acquistare carta da riciclo o da foreste certificate, prodotti elettronici a basso consumo energetico, servizi di pulizia con prodotti certificati ecolabel, servizi energetici congegnati per ridurre i consumi, auto a basse emissioni di anidride carbonica oppure affittare uffici con criteri di sostenibilità sul lato energetico ed ambientale. Si tratterebbe, inoltre, di ridurre gli impatti ambientali degli eventi pubblici oppure ancora di acquistare servizi di ristorazione che prevedano l'uso di cibo fresco, stagionale e biologico o, se esotico, proveniente dal commercio equo e solidale, nonché l'uso di prodotti agroalimentari provenienti dall'agricoltura sociale o dalle terre confiscate alla mafia. Crediamo che il valore di testimonianza della vostra iniziativa possa veramente costituire un eccezionale stimolo per una amministrazione pubblica più coerente, verde e responsabile e restiamo ovviamente a disposizione per qualsiasi richiesta di chiarimento e approfondimento, anche, se lo riterrete opportuno, prevedendo incontri con gli esperti che collaborano con la nostra associazione».

Il Green public procurement rappresenta un esempio di buona spesa pubblica, con la quale è possibile creare sviluppo (sostenibile), ma non solo. Potrebbe infatti aiutare delle industrie bambine - come lo è ancora, in Italia, quella del riciclo - a ritagliarsi uno spazio per crescere, affiancando così le modalità offerte dagli incentivi economici più classicamente intesi.  

Secondo Silvano Falocco della Rete Green Public Procurement information network (GPPnet), «L'amministrazione pubblica deve ritornare ad essere un riferimento ed una guida per i cittadini, le associazioni e le imprese, sia a livello di comportamento che di orientamento nelle politiche pubbliche. Ogni giorno le pubbliche amministrazioni spendono oltre 380 milioni in acquisti di beni e servizi, decidendo, attraverso le loro scelte, se impattare poco, o molto, sull'ambiente e se tutelare il lavoro dignitoso e i diritti umani. La rete GPPnet da anni sensibilizza gli enti territoriali a introdurre i criteri ecologici e sociali nei loro capitolati di appalto. L'amministrazione centrale è, invece, distratta e in forte ritardo. L'iniziativa dei Presidenti della Camera e del Senato rappresenterebbe non solo una precisa indicazione su come risparmiare in modo intelligente ed ecologico, ma anche una forte spinta allo sviluppo del Gpp in Italia ed un ulteriore traino all'azione degli enti locali».

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