[25/03/2013] News

Forum di Tunisi, un'alleanza ambientalista per un Mediterraneo solidale e sostenibile

Dal 26 al 30 marzo Tunisi ospiterà il Forum Sociale Mondiale e Legambiente partecipa al seminario An environmental alliance for the Mediterranean area.  Durante il meeting il Cigno Verde presenterà  Alleanza ambientalista per un Mediterraneo solidale e sostenibile, una proposta utile a costruire una rete tra le organizzazioni dei Paesi che si affacciano sulle rive del Mare Nostrum e condividere con loro l'impegno per l'affermazione di valori come la democrazia, diritti, giustizia sociale, solidarietà e salvaguardia delle risorse naturali. 

Ecco il documento che l'Associazione ambientalista italiana presenterà al Forum Sociale Mondiale di Tunisi:

Negli ultimi anni di intensa globalizzazione il Mediterraneo ha visto crescere la propria importanza nella geopolitica mondiale e il processo avviato nei Paesi del Nord Africa con la "primavera araba" rappresenta un ulteriore elemento di novità. Un'occasione da non perdere per costruire un'azione comune tra i soggetti che animano la società civile delle sponde del Mediterraneo, perché questo diventi un mare di diritti, pace, solidarietà, cultura e rapporti economici più equi e sostenibili; il luogo dove germogli una nuova idea di cooperazione internazionale, fondata su uno scambio paritario di esperienze, idee e impegno. Che ponga i popoli del Mare Nostrum al centro della scena, protagonisti di un progetto di futuro che dia risposte ai bisogni di lavoro, democrazia, rispetto dei beni comuni e delle risorse naturali.

Pensiamo, infatti, che non esistano diritti senza sviluppo e che l'unica forma di sviluppo che può garantire i diritti di tutti i popoli, non solo quelli di alcuni a scapito di altri, sia quello "sostenibile". Per questo siamo convinti che l'ambientalismo, capace di coniugare la salvaguardia dell'ambiente con il progresso sociale, culturale ed economico, sia la chiave di lettura più adatta per affrontare gli effetti drammatici della crisi climatica e di quella economica. Crediamo alla necessità di stabilire e consolidare relazioni di cooperazione tra le Ong dei paesi del bacino del Mediterraneo, una rete che sviluppi una nuova politica ambientalista per un futuro solidale e sostenibile.

Il Forum sociale mondiale 2013 può costituire un'utile occasione per avviare questo percorso, mettendo a confronto problemi, analisi e aspettative, quindi provando a farne sintesi a cominciare da alcuni punti fondamentali.

Tutela dell'ecosistema marino. Salvaguardare il mare e le sue risorse naturali dalla pressione antropica, dall'inquinamento e dal rischio "marea nera". Pericolo, quest'ultimo, che ben dimostra la necessità di considerare il Mediterraneo come un campo d'azione unico e "tutto attaccato". Un incidente a un pozzo petrolifero offshore, come quello del 2010 nel Golfo del Messico, contaminerebbe il mare e le coste di tutti i paesi del bacino, compresi quelli che vietano le prospezioni nelle proprie acque territoriali. Per questo è necessario chiedere una moratoria delle estrazioni offshore, così come lavorare a politiche comuni in tema di sfruttamento delle risorse ittiche, difesa del mare e della biodiversità, riduzione delle fonti di inquinamento.

Energia. Indirizzare gli Stati verso l'adozione di politiche che abbandonino progressivamente le fonti fossili - causa di inquinamento, cambiamenti climatici e desertificazione, nonché conflitti e disuguaglianze sociali - a favore delle fonti rinnovabili, più moderne, pulite ed efficienti, favorendo un'organizzazione impostata sulla loro differenziazione e diffusione, quindi più democratica dell'attuale sistema di oligopoli.

Agricoltura. Favorire uno sviluppo rurale sostenibile sul piano ecologico e sociale, attraverso l'adozione di pratiche agricole ogm-free che aumentino la fertilità dei suoli, preservino la biodiversità agraria e paesaggistica, garantiscano il principio della sovranità alimentare e del diritto alla salute dei consumatori, difendendo la terra-bene comune dalle pratiche che portano con sé erosione dei suoli e fenomeni di desertificazione.

Good green economy. Costruire un nuovo modello di green economy, che contrasti le pratiche del green washing e si ponga come alternativa democratica e diffusa a quello attuale. Contro la crisi economica e il consumo indiscriminato delle risorse serve un nuovo sistema capace di creare occupazione, nel rispetto dei diritti e della dignità delle persone, grazie alla manutenzione del territorio, al turismo sostenibile, allo sviluppo delle attività tradizionali, alle nuove produzioni di energia, al recupero e riuso dei materiali, alla valorizzazione della ricerca scientifica e tecnologica.

Partecipazione. Affermare il protagonismo della società civile del Mediterraneo nelle scelte di governo del territorio. E' necessario accrescere la coscienza civica, affinché tutti si sentano cittadini del bacino Mediterraneo, e promuovere una nuova comune sensibilità capace di misurare il progresso con il metro dei diritti e della qualità ambientale.

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