[11/03/2013] News

Sicilia, č rischio trivelle petrolifere. Le associazioni a Crocetta: «La Regione si schieri contro»

La Northern Petroleum ha avanzato la richiesta di estendere le ricerche petrolifere a un’area di oltre 1.325 chilometri quadri

Dopodomani, 13 marzo, è convocata a Roma la Conferenza delle Regioni, dove si discuterà delle trivellazioni in mare Come promesso in audizione alla Commissione Ambiente dell'ARS il 12 febbraio dai rappresentanti dell'Assessorato all'Ambiente, la Regione Sicilia deve presentare le sue osservazioni al processo di Valutazione dell'impatto ambientale delle trivelle nei suoi mari, ancora in corso.

Il rischio trivelle non è infatti ancora scongiurato: la Northern Petroleum - come ricordano Greenpeace insieme a Stoppa la Piattaforma, Apnea Pantelleria e alle associazioni di pescatori,Agci-Agrital Sicilia e LegaCoop Pesca Sicilia -ha avanzato la richiesta di estendere le ricerche petrolifere a un'area di oltre 1.325 chilometri quadri, a poche miglia dal litorale agrigentino.  Ecco perché le associazioni hanno inviato oggi una lettera al Presidente Rosario Crocetta per chiedere alla Regione Sicilia di intervenire immediatamente.

«La Regione Sicilia ha l'opportunità di diventare leader di questa battaglia e fare fronte comune con le altre regioni contro questi nuovi attacchi. È ora di scegliere una governance del mare che tuteli le risorse e favorisca l'economia locale e non gli interessi delle compagnie petrolifere, afferma Giorgia Monti, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace Italia».

Gli ultimi fuochi del "governo tecnico" - continua l'associazione ambientalista in una nota - hanno infatti dato il via a progetti pericolosi di trivellazioni al largo delle nostre coste: dall'autorizzazione della piattaforma Ombrina Mare in Abruzzo all'esclusione di Via ottenuta da Eni per i progetti nel Golfo di Taranto, a queste nuove richieste nel Canale di Sicilia. «Grazie al via libera del governo nazionale per le richieste avanzate prima del 2010, le compagnie petrolifere si stanno affrettando a chiedere al ministero dell'Ambiente permessi per cercare petrolio pericolosamente vicine alla costa e alle aree protette. Chiediamo alla Regione Sicilia di mantenere le promesse fatte, e non lasciare nuovamente sole le associazioni locali in questa battaglia».

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