[08/03/2013] News

Greenpeace: a 2 anni dal disastro di Fukushima nessuna compensazione per le vittime

L'11 marzo 2011, dopo un terremoto/tsunami, prendeva il via il disastro di Fukushima, il secondo più grave della storia dell'industria nucleare dopo Cernobyl. A due anni dalla catastrofe Greenpeace lancia un novo allarme e sottolinea che «Sono 160 mila i cittadini che sono stati evacuati forzatamente e decine di migliaia quelli che lo hanno fatto volontariamente. Vite distrutte, senza che ancora una sola persona abbia avuto una compensazione adeguata per i danni sofferti». A loro l'associazione ambientalista dedica le iniziative organizzate in questi giorni in varie parti del mondo.

Secondo il nuovo rapporto di Greenpeace "Fukushima Fallout" «Non solo la responsabilità civile di chi fornisce le tecnologie nucleari è pari a zero - dunque chi ha fornito i reattori o le componenti tecnologiche non è legalmente chiamato a rispondere in caso di incidente - ma paradossalmente due delle imprese che hanno fornito le tecnologie che hanno contribuito a provocare l'incidente - Toshiba e Hitachi - sono coinvolte nelle operazioni di bonifica, dunque lucrano su un incidente di cui sono in qualche modo corresponsabili. A fronte di un danno stimato fino a 169 miliardi di euro, è stata nazionalizzata l'azienda proprietaria dell'impianto: a pagare il conto saranno i contribuenti giapponesi. Se guardiamo le convenzioni sulla responsabilità civile in campo nucleare, vediamo che o esistono limiti molto ridotti alle compensazioni cui è tenuta l'azienda esercente dell'impianto oppure di fatto non esistono strumenti finanziari di protezione. Nel caso di catastrofe nucleare a pagare sono i cittadini, sia in termini di salute e distruzione delle loro vite che economici».

Ne dossie si legge: «È diventato dolorosamente chiaro che difetti sistemici nel settore nucleare peggiorano le sofferenze delle vittime. Molti di loro sopravvivono in condizioni di fortuna e non sono in grado di tornare a casa né di ricostruirsi una vita altrove. Perché accade questo? L'industria nucleare e i governi hanno progettato un sistema che protegge l'industria e costringe la gente a pagare il conto per i suoi errori e i disastri che provoca. Al fine di salvaguardare i cittadini dai rischi nucleari, il sistema deve essere riformato per rendere l'intera industria nucleare pienamente responsabile delle proprie azioni e dei propri fallimenti».

Come abbiamo scritto più volte anche su greenreport.it sa Fukushima la situazione è ben lungi dall'essere stata risolta. Greenpeace mette in fila i maggiori problemi irrisolti: «La catena alimentare contaminata, enorme la quantità di rifiuti radioattivi provenienti dalle operazioni di bonifica (29 milioni di metri cubi), lunghi i tempi e i costi dello smantellamento dei reattori, la cui situazione è tuttora precaria con grandi quantità di acqua radioattiva di raffreddamento da dover stoccare».

Questioni che secondo Greenpeace parlano anche all'Europa: «Il progetto del reattore nucleare francese Epr - che doveva coinvolgere anche l'Italia con quattro reattori - ha finalmente rivelato il suo costo: 8,5 miliardi di euro - non i 3,2-3,5 con cui era stato proposto in Finlandia e poi in Italia propagandato da Enel, che è di recente dovuta uscire dal progetto di Flamanville in Francia per i costi esorbitanti. L'azienda francese Edf per costruire reattori nel Regno Unito chiede un acquisto garantito dell'elettricità per 40 anni a un prezzo circa doppio di quello attuale. Un sussidio economico che dura persino più di quello concesso alle rinnovabili. L'industria nucleare dunque non solo non paga per i danni che provoca, ma è un vicolo cieco dal punto di vista delle prospettive future. Esistono alternative più sicure e pulite su cui basare un futuro sostenibile».

Gli ambientalisti scrivono: «Abbiamo imparato da Fukushima che l'energia nucleare non può mai essere sicura. L'industria nucleare, in gran parte protetta dalle perdite finanziarie causate dall'incidente di Fukushima, continua le sue attività, mentre le vittime non hanno ancora ricevuto le compensazioni e il sostegno. Pensate che le cose andranno diversamente se il prossimo grande disastro nucleare accadesse nel vostro Paese? Ci troveremmo probabilmente ad affrontare gli stessi problemi. Dobbiamo gradualmente eliminare del tutto l'energia nucleare, e farlo il più presto possibile. Eppure, se ci fosse un altro grave incidente nucleare, potrebbe essere data una migliore protezione alle persone se rendiamo l'industria nucleare completamente responsabile. Abbiamo bisogno di imparare la lezione di Fukushima, e modificare il sistema al fine di rendere tutte le aziende del settore nucleare responsabili per i rischi che creano. Ancora più importante, dobbiamo utilizzare questo momento critico per passare finalmente a un approvvigionamento sicuro e conveniente di energia elettrica - con le fonti rinnovabili. Le tecnologie rinnovabili sono robuste ed economicamente valide, abbastanza disponibili per sostituire i pericolosi reattori nucleari. Nel corso degli ultimi cinque anni, è stata installata 22 volte più potenza eolica e solare (281.000 MW) rispetto a quella nucleare (11.750 MW). I soli impianti eolici e solari costruiti nel 2012 sono in grado di produrre elettricità pari a quella di ben 20 grandi reattori nucleari. Questa è la direzione verso un futuro privo di pericoli nucleari».

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