[07/03/2013] News

La valutazione di efficacia, i servizi ecosistemici, il valore delle aree protette

Una nuova governance per le Aree naturali protette

Lo staff del Consorzio universitario per la ricerca socioeconomica e per l'ambiente (Cursa) e dell'università del molise  ha testato la metodologia Mevap di valutazione di efficacia ed efficienza della gestione delle Aree protette in tre Parchi nazionali e in una Riserva naturale regionale e, in modo diffuso, su tutti i Parchi nazionali. Ora, grrazie al progetto Life "Making public Good provision the core business of Natura 2000" verrà testata anche nei siti della Rete Natura 2000.

Il Cursa spiega che «Il progetto prevede infatti tre fasi distinte: 1) conoscenza, descrizione e indagine delle qualità del territorio; 2) analisi della gestione del sito attuata attraverso la metodologia Mevap; 3) la fase di governance con la partecipazione e il confronto con le comunità locali per riconoscere e condividere il valore di quelle aree. Ciò che scaturisce dall'applicazione della Mevap infatti non è solo una metodologia efficiente per la valutazione delle Aree nazionali protette e di un sistema di aree protette ma, anche, uno studio approfondito, un'analisi che fornisce strumenti agli amministratori atti a ponderare e assestare le politiche di sviluppo, le linee di finanziamento e le scelte gestionali per la salvaguardia e la conservazione della natura unitamente allo sviluppo rurale e sociale del contesto in cui l'area o il sistema è inserito».

Il progetto parte dalla constatazione che gli ecosistemi dei  Parchi e i siti di Rete Natura 2000 sono molteplici: «Solo per gli aspetti geomorfologici ed idrogeologici ci troviamo di fronte ad una genesi complessa e una coesistenza di diversi substrati che hanno definito componenti vegetazionali e faunistiche molto differenti. Tutte le componenti biotiche e abiotiche degli ecosistemi concorrono a far funzionare l'ecosistema stesso che, nel tempo, produce una serie di beni, servizi e funzioni. I prodotti di questi processi sono utili, a volte indispensabili, alla vita umana; il loro "utilizzo" deve essere sostenibile, garantendone la perpetuità, e al di fuori delle aree della zonizzazione del "parco" che non lo consentono. Senza prendere in considerazione le decine di prodotti utili per la farmacopea e per l'alimentazione umana (dalle bacche, ai funghi, alla piramide alimentare fino ai grandi erbivori), se consideriamo l'attività di regolazione e regimazione delle acque superficiali, l'assorbimento di CO2 e la trasformazione in ossigeno, la funzione paesaggistica e ricreativa, ci si rende conto del valore che questi servizi ecosistemici (o ambientali, secondo le diverse accezioni) hanno per la nostra sopravvivenza sulla Terra».

Un rapporto del 2010 del Wwf, che riprendeva la classificazione del Millennium ecosystem assessment del 2005 che definisce  servizi ecosistemici «Tutti quei benefici che la popolazione ottiene dagli ecosistemi», li suddivide in: Servizi di approvvigionamento (alimenti, medicine, legname, fibre, biocombustibili); Servizi di regolazione (benefici ottenuti dalla regolazione dei processi naturali come la regimazione delle acque, la regolazione del clima, la decomposizione dei prodotti di scarto, l'impollinazione dei raccolti); Servizi di supporto (regolazione delle funzioni e dei processi ecologici basilari come il ciclo dei nutrienti, la fotosintesi e la formazione del suolo); Servizi culturali (attività ricreative culturali, estetiche e spirituali).

Il Cursa evidenzia che «Nell'ambiente dei Parchi e dei siti della Rete Natura 2000 si individuano molti servizi, funzioni e prodotti ecosistemici che sono sicuramente importantissimi per la sopravvivenza degli ecosistemi stessi, ma che sono fondamentali anche per le comunità locali e per quelle che vivono nei pressi dell'area stessa. L'esistenza e l'istituzione di aree protette garantisce la conservazione di questi ecosistemi, di specie ed habitat che vi trovano rifugio e contribuisce a tutelare la continuità dei flussi di servizi ecosistemici; spesso, purtroppo, la sola istituzione dell'area protetta non basta. Il valore dei parchi è indiscutibile, la sola garanzia di sopravvivenza a specie ed habitat è, secondo gli studi economici, un "valore (elevatissimo) di esistenza (valore di non - uso)"; se a questo si aggiunge la conservazione dei servizi ecosistemici e la loro perpetuazione, in termini di ossigeno, di depurazione delle acque, di produzione di alimenti, di immagazzinamento di CO2, di produzione di selvaggina, ecc., il valore delle aree protette è enorme».

Di tutto questo (e non è sempre così) è fondamentale che ne  siano coscienti e consapevoli le comunità locali che vivono dove le aree naturali e i siti Natura 2000 sono stati istituiti, «Quelle stesse comunità che "gestiscono" quel Capitale Naturale e che garantiscono quel flusso di servizi - dice il Cursa - ma anche la comunità globale deve riconoscere, eticamente, quei servizi a quelle comunità e a quelle "istituzioni"».

Inoltre, l'analisi dei servizi ecosistemici potrebbe essere importante anche «Per considerare politiche di autofinanziamento dell'area protetta che non debbono prescindere dagli obiettivi di conservazione per cui l'area è stata creata, ma che potrebbero, in alcuni casi e se necessario, migliorare le condizioni socioeconomiche della comunità del Parco».

Alla base di tutto c'è la  considerazione che «Il valore e l'opportunità dell'esistenza dell'area protetta devono sussistere indipendentemente dalla veicolazione di potenziali flussi di cassa generati dalla vendita di servizi e prodotti. L'alternativa, cioè la non esistenza di servizi ecosistemici, costerebbe alle popolazioni e al Governo molto più di quanto immaginabile con questi potenziali flussi economici di "neogenerazione". Atteso quindi il valore delle aree protette e dei servizi ecosistemici che esse garantiscono, è opportuno che questi stessi servizi vengano mappati e, per quanto possibile, stimati al fine di giungere ad un prodotto cartografico di facile lettura associato ad un valore quali-quantitativo dei servizi ecosistemici sottesi».

Proprio questo è l'obiettivo di base del progetto Life+Mgn che, attraverso la collaborazione tra tecnici ed enti territoriali e della metodologia proposta dal "The Economics of Ecosystem and Biodiversity" (Teeb), «Andrà a verificare sul campo, nelle aree protette, i valori presenti e, in prima istanza, si preoccuperà di veder crescere il valore, il valore educativo, il messaggio della tutela ambientale, e l'orgoglio delle comunità locali, e della popolazione in generale, per il grande capitale e i beni comuni che siamo riusciti a conservare nelle nostre aree protette grazie alle preziose istituzioni degli anni '20 del secolo scorso, grazie all'ottimo impianto della 394 del 1991 e alle Aree protette in essa definite e grazie alle aree create dalle Direttive Ue Habitat e Uccelli».

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