[07/03/2013] News

Safari umani nelle Andamane: la Corte Suprema dell'India revoca l'ordine di divieto

La Corte Suprema dell'India avrebbe revocato il suo precedente ordine provvisorio di divieto dei "safari umani" nelle Isole Andamane, si tratta di un durissimo colpo contro Survival International e le Ong locali che si battono per porre fine a questi scandalosi tour.

Le remote isole Andamane sono una meta turistica sempre più popolare, conosciuta per le sue meravigliose spiagge e Survival ricorda che «Prima del provvedimento temporaneo, centinaia di turisti percorrevano la strada illegale, la Andaman Trunk Road, nella speranza di vedere membri della tribù isolata degli Jarawa. I turisti erano soliti lanciare biscotti o costringere le donne jarawa a danzare in cambio di cibo».

Nel 2010 Survival aveva anche denunciato, per la prima volta a livello internazionale, i tour operator che trattano gli jarawa come animali in uno zoo e che portano i turisti a vedere le belle donne nere seminude alle quali è sconosciuto il pudore indiano, e insieme all'organizzazione andamanese Search, aveva chiesto ai turisti di boicottare l'Andaman Trunk Road che avrebbe dovuto essere chiusa già nel 2002, come ordinato allora dalla Corte Suprema all'amministrazione locale, ma è sempre rimasta aperta.

L'ordinanza dello scorso gennaio  aveva ridotto di circa due terzi il numero dei veicoli in ingresso nella riserva degli Jarawa. Oggi in un comunicato Survival scrive che «Secondo le informazioni ricevute, i tour operator delle Andamane si stanno preparando per la riapertura della strada ai turisti, prevista per venerdì 8 marzo. Quando è stato chiesto a Enmai, un giovane Jarawa, come si sentisse quando gli esterni lo fotografavano, ha risposto: "Mi sentivo a disagio. Non mi piace quando scattano foto dalle loro auto"».

La campagna di Survival International e di Search contro i "safari umani" dura da più di 3 anni e le immagini (pubblicate più volte anche da greenreport.it) della devastazione culturale prodotta e le notizie della corruzione che rendono possibili questa forma di turismo degradante, rese note oltre un anno fa dal quotidiano britannico Observer, hanno suscitato indignazione in tutto il mondo.

In una inviata il 21 febbraio alla Corte Suprema indiana,  il direttore generale di Survival International, Stephen Corry, aveva chiesto di «Rendere permanente il divieto per i turisti, ordinare all'Amministrazione delle Andamane di disporre una rotta marittima alternativa e a chiudere completamente la strada che attraversa la riserva». Che qualcosa non stesse andando per il verso giusto lo si era capito quando era cominciata a circolare la notizia che Corte Suprema aveva chiesto alle autorità andamanesi (in mano ai coloni indiani che spesso disprezzano i popoli autoctoni "primitivi") «Se volevano che gli Jarawa fossero mantenuti in isolamento o se invece volevano che fossero assimilati alla cultura dominante». Eppure la politica ufficiale del governo indiano sui  Jarawa stabilisce che «Non venga fatto alcun tentativo di assimilarli alla società dominante contro la loro volontà». Ma i politici indiani e delle Andamane hanno chiesto più volte la loro assimilazione.

Survival, anche con il suo rapporto "Il progresso può uccidere" ha documentato l'impatto che l'assimilazione forzata ha avuto sui popoli tribali di tutto il mondo e il mondo e che evidenzia che «Costringere i popoli tribali a integrarsi nella società dominante ha conseguenze disastrose, tra cui un'impennata dei tassi di malattia, depressione, dipendenza e suicidio» ed ora ribadisce che «Dovrebbero essere gli Jarawa stessi, e non le autorità, a controllare quali e quanti contatti avere con gli esterni e a scegliere, se ne vogliono, quali cambiamenti apportare al loro stile di vita. E finora gli Jarawa non hanno dato segno di voler lasciare la loro foresta per integrarsi nella società dominante».

Stephen Corry è furioso: con la Corte Suprema dell'India: «Questo totale voltafaccia è estremamente allarmante e Survival continuerà a combattere con forza e clamore per la chiusura della strada. È terribile pensare che il business dei safari umani stia tornando. Di certo la chiusura della strada ai turisti aveva dato a tutti nelle Andamane la possibilità di ripensare a questa pratica degradante e vergognosa. Non si dovrebbe permettere che i safari umani ricomincino».

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