[01/03/2013] News

Attacco ai lupi e al Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Da gennaio uccisi 8 lupi

Oggi il Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise  lancia un preoccupato allarme per  quella che «Sembra trattarsi di una vera e propria  e organizzata aggressione al Parco e alla fauna protetta quella in corso dal mese di gennaio, in particolare nella Zona di Protezione Esterna e nelle aree limitrofe. Senza risparmiare, comunque, neppure il cuore del Parco». Da dal 5 gennaio al 26 febbraio le guardie del Parco e il Corpo forestale dello Stato hanno trovato 8 lupi uccisi e con l'arrivo quasi tutti  i risultati delle analisi sulle carcasse di questi magnifici predatori,  l'Ente Parco è  in grado di chiarire le cause della loro morte, «La maggior parte per cause antropiche».

Il Parco spiega che «Le ricerche tossicologiche, come è noto agli esperti, richiedono molto tempo per il loro completamento, in genere circa 30 giorni, dovendo ricercarsi 50 diverse sostanze chimiche tossiche, una per una, per i diversi organi vitali degli animali che potrebbero essere stati colpiti»., Le analisi svolte dall'Istituto zooprofilattico di Teramo (anche con la sua sede di Avezzano), e dall'Istituto di malattie infettive della facoltà di veterinaria dell'università di Teramo hanno che  dei 6 degli 8 lupi, che sono stati rinvenuti nella Zona di protezione esterna  (area Contigua), «4  sono risultati positivi al cimurro (due a Gioia dei Marsi  e due ad Ortona dei Marsi, nei quali si sono riscontrate anche tracce di veleno, precisamente di carbammato), mentre altri due sono stati uccisi con arma da fuoco nel versante laziale del parco (S. Donato Val Comino e Picinisco).  All'interno del Parco, invece, due sono i  lupi ammazzati, di cui uno sicuramente con un arma da fuoco (Civitella Alfedena) mentre per il secondo (Barrea),  si attende il responso della necroscopia, ma si sospetta, anche in questo caso, l'abbattimento con fucile». Nelle località dove sono stati trovati i lupi morti sono state svolte accurate perlustrazioni seguendo il  protocollo stabilito nei casi di sospetto avvelenamento. L'Ente Parco ricorda che «All'esterno del Parco e della sua Area contigua,  sono stati inoltre ammazzati altri  4 lupi (1 a Trasacco,  2 a Casali d'Aschi di Gioia dei Marsi  e 1 a Carrito di Ortona dei Marsi) recuperati dal Cfs e dall'Asl di Avezzano, di cui due morti per cimurro, e due in attesa del completamento delle analisi. Nel corso di perlustrazioni finalizzate, effettuate in queste zone  dal CFS  con cani addestrati per la ricerca di sostanze tossiche,  è stato accertato che anche una volpe e un cane sono rimasti vittime del veleno. Per i casi di propria competenza, sin dai primi ritrovamenti l'Ente Parco ha  avviato  proprie indagini procedendo, man mano, alle denunce alla Autorità giudiziaria. e rafforzando, nel contempo, l'impegno dei servizi di sorveglianza».

Negli ultimi giorni la direzione del Parco ha investito la Procura della Repubblica di Avezzano «Della gravissima situazione creatasi per l'uso di bocconi avvelenati e armi da fuoco nel Parco e nelle aree circostanti».  Invece, per affrontare il problema del cimurro, rilevato dall'Istituto Zooprofilattico anche in animali morti in altre aree protette abruzzesi, per la prossima settimana è  previsto  un incontro tra Aziende sanitarie locali, Regione Abruzzo e Parchi per valutare le iniziative da mettere in campo per poter far fronte alla situazione.  «Anche se non nuova evidenzia il Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise - si tratta  ancora di una situazione molto delicata e, per alcuni versi drammatica, anche per le ripercussioni che ci potrebbero essere per la vita dei pochi orsi marsicani sopravvissuti negli ultimi decenni a tante e tante traversie».  

Ma il presidente del Parco Giuseppe Rossi e il direttore Dario Febbo sono sempre più preoccupati per l'attacco diretto portato alla fauna protetta: «Questa vicenda conferma che nel territorio del Parco e aree circostanti operano malavitosi e malintenzionati che non si fanno scrupoli di mettere a rischio la stessa salute pubblica degli abitanti del territorio, pur  di attaccare e creare difficoltà a una Istituzione che rappresenta l'interesse di tutta la collettività alla protezione della natura e dell'ambiente. E' necessario, in proposito, come è stato detto in tante altre occasioni, che tutte le Autorità interessate si assumano le proprie responsabilità adottando o contribuendo ad adottare tutte le misure di prevenzione e di repressione necessarie per debellare queste attività criminose. Infine una considerazione (che non vuole essere tuttavia una giustificazione per carenze e inefficienze, in qualche caso tipiche, purtroppo, delle amministrazioni pubbliche a causa di normative e procedure burocratiche, che evidentemente ci sono e che l'Ente ha il dovere di superare con il proprio impegno): spesso l'Ente Parco viene aspramente criticato per la scarsa capacità di denunciare prontamente alla opinione pubblica questi fatti criminosi, ipotizzando addirittura la volontà di volerli tenere nascosti, cosa del tutto fuori luogo. Piuttosto, in alcune circostanze, può risultare necessario e utile attendere  per qualche tempo (ammesso che ci si riesca!)  le  prime indagini degli agenti di polizia allo scopo di fornire le migliori e opportune informazioni alla autorità giudiziaria e  corrette  informazioni alla opinione pubblica».

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