[28/02/2013] News toscana

Dall'Antartide a Pisa arriva un tesoro dello spazio: una meteorite solare ed una lunare

Illustrati i risultati dell’ateneo nelle ricerche sul continente bianco

Dieci chilogrammi  per 111 meteoriti: è questo il bottino raccolto dai ricercatori pisani nel corso della XXVIII Campagna del Programma Nazionale delle Ricerche in Antartide (Pnra), e nasconde un vero tesoro.  Tra le meteoriti, con masse comprese tra 1 grammo e 2 kg circa, ce ne sono due rarissime e di grande valore scientifico: una meteorite lunare di circa 90 grammi e una condrite carboniosa con composizione solare, che è un residuo della materia della nebulosa solare da cui 4.6 miliardi di anni fa si è formato il Sole e tutti gli altri corpi celesti che ruotano intorno ad esso.

Come detto sono entrambe molto rare, essendo quelle simili poche decine delle circa 50 mila meteoriti presenti nelle collezioni di tutto il mondo, e - sottolinea l'università in una nota - hanno uno straordinario rilievo scientifico perché rappresentano per gli studiosi delle tessere preziose di un puzzle che descrive l'origine e l'evoluzione del sistema solare.

Studiare la meteorite solare - spiegano i ricercatori - potrà aiutare a definire quale sia la composizione chimica originaria del Sistema Solare, investigare quali fossero gli ingredienti inorganici e organici della nebulosa solare, distinguendo quali fossero i componenti prodotti nella nebulosa e quali fossero invece già presenti nello spazio interstellare (ovvero più vecchi del Sistema Solare) e, infine, poter comprendere i processi attraverso cui si sono formati tutti i corpi celesti del sistema solare, ivi incluso la paleo-Terra. Meteoriti simili a quella trovata hanno infatti permesso di identificare numerosi composti organici primordiali considerati da alcuni scienziati come i mattoni della vita.

La meteorite lunare è un altro esemplare molto raro, perché delle circa 50 mila meteoriti presenti nelle collezioni di tutto il mondo solo alcune decine sono di origine lunare. Al di là del grande fascino di provenire dal nostro bel satellite, sono di grande rilievo scientifico perché hanno permesso di comprendere meglio la geologia della Luna e hanno di fatto esteso l'inventario delle rocce presenti sulla superficie lunare.

L'insieme dai dati raccolti dallo studio delle meteoriti lunari e dei campioni raccolti nel corso delle missioni Luna e Apollo degli anni 60-70 ha permesso di concludere sulla origine per impatto della luna, sul fatto che in origine la luna fosse avvolta da un oceano magmatico globale e che quest'ultimo scenario è stato probabilmente la norma nelle prime fasi di formazione dei pianeti rocciosi, compresa la Terra.

Un altro motivo fondamentale è che la luna è obiettivo di numerose missioni spaziali di varie agenzie spaziali nazionali programmate per i prossimi 30 anni (circa 20 tra definite e in sviluppo), per le quali i campioni lunari servono da taratura nell'acquisizione dei dati strumentali e nella loro interpretazione (ground truth).

La campagna per la ricerca di meteoriti è stata svolta dal 27 novembre 2012 al 6 gennaio 2013, con il supporto fornito dalla base italiana estiva Mario Zucchelli (MZS) nella Baia Terra Nova, e si è dipanata attorno a13 escursioni giornaliere svolte in varie aree di ghiaccio blu dell'altopiano polare. Vi hanno partecipato Luigi Folco, docente di Geologia planetaria e coordinatore nazionale del Progetto Meteoriti Antartiche del PNRA, Maurizio Gemelli, assegnista di ricerca, e Agnese Fazio, dottoranda. 

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