[20/02/2013] News

L'Europa si scopre pił povera, e chiede investimenti sociali per la crescita e la coesione

Le ricette neoliberiste non funzionano: aumentano povertą infantile, disoccupazione ed esclusione

Mentre in Italia si parla d'altro e la campagna elettorale si decompone in lettere col trucco sull'Imu e battute da avanspettacolo, la Commissione europea, dominata dal centro-destra, sembra finalmente risvegliarsi dal suo delirio dell'austerità a senso unico e dalla difesa a tutti i costi delle politiche neoconservatrici: si accorge così della povertà crescente che sta erodendo il futuro delle nuove generazioni e rendendo difficile il presente di decine di milioni di europei. Oggi ha esortato gli Stati membri «A porre in cima alle priorità gli investimenti sociali e a modernizzare i propri sistemi di protezione sociale» e sottolineato che «Ciò implica strategie di integrazione attiva più performanti e un uso più efficiente ed efficace delle risorse destinate al sociale».

Questo invito è contenuto in una comunicazione sugli Investimenti sociali finalizzati alla crescita e alla coesione appena adottato dalla Commissione che fornisce anche orientamenti agli Stati membri su come utilizzare al meglio il sostegno finanziario dell'Ue, in particolare quello offerto dal Fondo sociale europeo, per realizzare gli obiettivi prospettati. La Commissione assicura che «effettuerà un attento monitoraggio del funzionamento dei sistemi di protezione sociale dei singoli Stati membri nel contesto del semestre europeo e formulerà all'occorrenza raccomandazioni specifiche ad uso dei paesi interessati». Questo pacchetto di investimenti sociali continua l'opera già avviata con la Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale e si aggiunge ad altre iniziative recenti della Commissione in risposta ai problemi sociali ed economici dell'Europa: il  pacchetto Occupazione, il pacchetto Occupazione Giovanile e il Libro bianco sulle pensioni che hanno fornito agli Stati membri altri orientamenti sulle riforme nazionali indispensabili per rispettare gli impegni concordati con la strategia Europa 2020 e che, occorre dirlo, fino ad ora si sono rivelati poco più che palliativi.

Eppure László Andor, commissario Ue all'Occupazione, affari sociali e integrazione, sembra ben consapevoli dei rischi che corre l'Ue: «Gli investimenti sociali sono fondamentali per emergere dalla crisi più forti, più coesi e più competitivi. Nel rispetto degli attuali vincoli di bilancio è opportuno che gli Stati membri rivolgano la loro attenzione al capitale umano e alla coesione sociale. Tale azione è di importanza decisiva per compiere reali progressi verso il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020. Investire oggi nel sociale ci aiuta a evitare che gli Stati membri sostengano costi finanziari e sociali molto più alti in futuro».

Le stessa Commissione evidenzia che «Le conseguenze sociali dell'attuale crisi finanziaria sono molto gravi» ma è convinta che «Il pacchetto Investimenti sociali, appena presentato dalla Commissione, offre agli Stati membri orientamenti per perseguire politiche sociali più efficienti ed efficaci in risposta alle problematiche attuali, che comprendono gravi difficoltà finanziarie, aumento della povertà e dell'esclusione sociale, nonché livelli record di disoccupazione, in particolare tra i giovani. A ciò si aggiunge il problema dell'invecchiamento della società e della contrazione della popolazione in età lavorativa, che mette a prova la sostenibilità e l'adeguatezza dei sistemi sociali nazionali».

Ma che la situazione si sia aggravata e che le ricette neoliberiste non abbiano funzionato lo si capisce dal fatto che il pacchetto Investimenti sociali comprende anche una raccomandazione della Commissione sulla lotta alla povertà infantile, che esorta ad «Applicare un approccio integrato agli investimenti sociali a favore dei bambini. Investire nei bambini e nei giovani è un modo particolarmente efficace di spezzare il circolo chiuso intergenerazionale della povertà e dell'esclusione sociale, nonché di migliorare le loro opportunità più avanti nella vita».

Ecco come la Commissione europea presenta il pacchetto Investimenti sociali, che «Costituisce un quadro integrato di interventi che prende in debita considerazione le differenze sociali, economiche e di bilancio tra gli Stati membri» e che prevede:

Garantire che i sistemi di protezione sociale soddisfino i bisogni delle persone nei momenti critici della loro vita. È necessario fare di più per ridurre il rischio di disgregazione sociale ed evitare in tal modo una spesa sociale più elevata in futuro.

Semplificazione delle politiche sociali e concentrazione sugli effettivi destinatari in modo da fornire sistemi di protezione sociale adeguati e sostenibili. Alcuni paesi riportano risultati migliori per la società rispetto ad altri Stati pur disponendo di risorse simili o inferiori, il che dimostra che esistono i margini per una spesa più efficiente in interventi sociali.

Perfezionare le strategie di inclusione attiva negli Stati membri. Cura dell'infanzia e istruzione sostenibili e qualitativamente valide, prevenzione dell'abbandono scolastico, formazione e aiuto nella ricerca del lavoro, facilitazioni in fatto di alloggio e accessibilità dell'assistenza medica sono tutti settori di intervento con forti caratteristiche di investimento sociale.

Il pacchetto Investimenti sociali si fonda sull'analisi dei dati (ad esempio della Rassegna annuale 2012 sull'occupazione e gli sviluppi sociali in Europa, si veda al proposito) e delle pratiche esemplari esistenti, da cui si evince che gli Stati membri fermamente impegnati negli investimenti sociali (agevolazioni e servizi che potenziano le abilità e le competenze della popolazione) mostrano tassi inferiori di popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale, migliori risultati nell'istruzione, un tasso di occupazione più alto, minori deficit e un Pil pro capite più elevato.

Il pacchetto Investimenti sociali si compone di una Comunicazione che espone il quadro strategico, le azioni concrete che vanno adottate dagli Stati membri e dalla Commissione e orientamenti sull'impiego dei fondi unionali a sostegno delle riforme. Essa è corredata di: Una raccomandazione della Commissione intitolata "Investire nell'infanzia: spezzare il circolo vizioso dello svantaggio" contenente un quadro integrato di interventi volti a migliorare la condizione dei bambini; Un documento di lavoro della Commissione che riporta dati relativi alle tendenze demografiche e sociali e al ruolo delle politiche sociali nel fornire risposte ai problemi sociali, economici e macroeconomici dell'Ue; Un documento di lavoro della Commissione che fa seguito alla propria raccomandazione del 2008 relativa all'inclusione attiva delle persone escluse dal mercato del lavoro; La terza relazione biennale sui Servizi sociali di interesse generale, mirata ad aiutare le autorità pubbliche e gli stakeholder a comprendere e porre in atto la normativa unionale riveduta in fatto di servizi sociali; Un documento di lavoro della Commissione sull'assistenza di lungo periodo che illustra le problematiche e le possibilità di intervento; Un documento di lavoro della Commissione su come affrontare il problema delle persone senza fissa dimora, che illustra lo stato attuale di tale realtà nell'Unione europea e le strategie possibili; Un documento di lavoro della Commissione dedicato agli investimenti nella salute, contenente strategie volte a migliorare l'efficienza e l'efficacia dei sistemi sanitari in un contesto di bilanci per la sanità pubblica sempre più contenuti, unitamente a una disamina di come buone condizioni di salute possano contribuire a migliorare il capitale umano e l'inclusione sociale; Un documento di lavoro della Commissione che delinea in quali forme il Fondo sociale europeo contribuirà all'attuazione del pacchetto Investimenti sociali.

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