[20/02/2013] News

Gli svizzeri abbattono anche l'orso M13 in val Poschiavo

Wwf Svizzera: «Non č tollerabile uccidere gli orsi fortemente protetti»

Agli svizzeri non sembrano piacere lupi ed orsi, e alla fine hanno abbattuto anche M13, un esemplare di orso che da circa una settimana era uscito dal letargo e si aggirava in val Poschiavo, nel Canton Grigioni, senza mostrare timore per l'uomo. L'orso era diventato famoso ed era nato anche un gruppo Facebook, "Emme Tredici" con oltre 10.000 "amici" che, per proteggerlo, avevano dato voce al plantigrado: «Sono un giovane orso bruno figlio di K32 e Gasper. Mio fratello maggiore aera M12. Vivo a cavallo tra tre stupende vallate, a me piace la Valposchiavo». M13 era in letargo da metà novembre e due settimane prima di entrare in letargo aveva compiuto una scorribanda in una casa per vacanze e l'episodio aveva immediatamente scatenato chi chiedeva il suo abbattimento. Nei giorni scorsi M13 si era avvicinato ad alcune case in cerca di cibo e una ragazzina di 14 anni h avuto con lui un incontro molto ravvicinato.

E pensare che il 18 febbraio il podestà di Poschiavo, Alessandro Della Vedova, aveva risposto pubblicamente sulla pagina Facebook di Emme Tredici agli innumerevoli messaggi di protesta per l'annunciato "orsicidio" che gli giungevano sulla  posta elettronica: «Mi preme innanzitutto comunicare che i Comuni di Brusio e Poschiavo, sotto l'egida dell'Ufficio federale dell'ambiente, degli Uffici cantonali caccia e pesca / agricoltura, di Pro Natura Svizzera e Wwf, nonché il supporto operativo di esperti in materia e delle associazioni di categoria locali maggiormente interessate dalla presenza dei grandi predatori, stanno lavorando dall'ottobre scorso ad un concetto operativo che prevede l'attuazione di diverse misure di prevenzione.  Mettere in sicurezza un territorio di ca. 270 km² in pochi mesi non è tuttavia tanto semplice; a maggior ragione considerando che, a detta degli esperti, M13 è un orso particolarmente "esuberante" e poco timoroso dell'uomo, il che rischia di vanificare l'efficacia delle misure di prevenzione previste. Il concetto di gestione dell'orso in Svizzera non protegge il plantigrado a oltranza: oltre una certa soglia di accadimenti prevede l'abbattimento senza possibilità di spostarlo. Per questo motivo ho personalmente criticato, e molti altri con me, il concetto stesso sin dall'inizio della comparsa di M13 nella nostra valle, perché troppo rigido. Chiedo cortesemente un po' di comprensione nei confronti degli abitanti della Valposchiavo. Il timore e la paura sono sentimenti irrazionali che non possono essere spenti come se fossero un interruttore, ma necessitano di tempo per essere superati e vinti.  Infine ribadisco che gli enti locali non hanno competenza alcuna per quanto concerne il destino di M13, ma questa è demandata ad una commissione che si colloca fra le istanze dei Cantoni e della Confederazione».

E infatti sono state le autorità cantonali e federali a decidere  di abbattere l'orso perché, come spiega l'Ufficio forestale del Cantone Grigioni,  «Nell'autunno e dopo il letargo  il plantigrado era ormai diventato un pericolo per la sicurezza delle persone: si era infatti sovente spinto fino nei centri abitati alla ricerca di cibo, aveva inseguito di giorno delle persone e non mostrava più alcun timore, nonostante le ripetute azioni di dissuasione. L'abbattimento è stato eseguito conformemente alla Strategia Orso Svizzera. L'orso M13 era stato munito nell'ottobre 2011 e in seguito nel giugno 2012 di un radiocollare e, negli ultimi mesi, si aggirava regolarmente nel Cantone dei Grigioni. Nella regione di Poschiavo si è spinto sempre più sovente fino nei centri abitati alla ricerca di cibo e senza mostrare alcun timore dell'uomo, anche dopo il letargo. Le ripetute azioni di dissuasione volte ad allontanarlo dai villaggi non si sono rivelate efficaci. L'orso non ha modificato il proprio comportamento. Dopo che a partire da ottobre 2012 si era spinto sempre più sovente nelle zone abitate, i responsabili a livello federale e del Cantone dei Grigioni hanno deciso di farlo rientrare nella categoria degli orsi problematici e, di conseguenza, di tenere conto in modo particolare del rischio che esso costituiva per la sicurezza delle persone. Il radiocollare ha consentito di sorvegliare da vicino M13. Dopo che nel novembre 2012 era entrato in un'abitazione alla ricerca di cibo e che al termine del letargo si è avvicinato di giorno a persone senza dimostrare alcun timore è stato dichiarato pericoloso per la sicurezza delle persone. Conformemente alla Strategia Orso Svizzera, l'abbattimento era inevitabile».

Non la pensa assolutamente così il Wwf Svizzera che si dichiara profondamente deluso per l'uccisione di M13. secondo l'esperta di orsi del Wwf Joanna Schönenberger, «L'abbattimento è stato effettuato chiaramente troppo presto. Sarebbe stato meglio proseguire con le azioni dissuasive. M13, a differenza di JJ3, non era di certo un orso problematico. La sua uccisione è sicuramente dovuta alla mancanza di tolleranza che si riscontra a Poschiavo nei confronti dell'orso».

Gli ambientalisti ricordano che dal 2006 già 8 orsi hanno fatto la loro comparsa in Svizzera e anche in futuro giovani orsi si sposteranno dal Trentino verso i Grigioni. «Non è tollerabile che uccidiamo gli orsi fortemente protetti, solo perché non facciamo bene i nostri compiti di casa! - dice la Schönenberger - A lungo termine le regioni alpine non potranno che prepararsi adeguatamente al ritorno naturale dei grandi predatori. Per questo a Poschiavo si deve fare di più. È necessario il coinvolgimento di tutti gli attori, dalla Confederazione al Cantone e ai Comuni, per raggiungere i successi registrati nel Münstertal. Occorre introdurre allo scopo azioni di prevenzione, quali ad esempio la protezione delle greggi, contenitori dei rifiuti a prova di orso e recinzioni degli apiari. Ora, però, è ancora più importante informare correttamente la popolazione. Poiché per la sopravvivenza dell'orso nelle Alpi è fondamentale l'accettazione da parte della gente che vive nelle regioni adatte a un loro ritorno». 

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