[15/02/2013] News
Secondo un sondaggio condotto dal Benenson Strategy Group per conto della League of Conservation Voters «La stragrande maggioranza degli elettori americani vede il cambiamento climatico come un problema reale e tangibile, con il 61% che dice che il cambiamento climatico li sta già colpendo personalmente o li riguarderà nel corso della loro vita».
Quasi due terzi degli elettori Usa, esattamente il 65%, sostengono «L'adozione da parte del Presidente di misure significative per affrontare subito il cambiamento climatico». Scorporando questo dato le notizie per gli ecoscettici, che hanno negli Usa la loro patria di elezione, suonano ancora più preoccupanti: la pensano così l'89% dei democratici, il 62% degli indipendenti e il 38% dei repubblicani; il 60% di bianchi, il 76% degli ispanici e l'86% degli afro-americani; il 70% degli elettori sotto i 40 anni e il 62% degli elettori di più di 40.
Secondo il Benenson Strategy Group, «A rafforzare questo desiderio di azione è il valore intensamente dichiarato (da Obama nel suo discorso sullo stato dell'Unione, ndr) che gli americani hanno un obbligo morale nei confronti delle generazioni future di lasciare loro un pianeta che non sia inquinato o danneggiato. Quasi tutti (93%) sono d'accordo con questo e il 67% molto d'accordo».
Gli elettori statunitensi condividono anche che gli Usa debbano stabilire dei limiti alle emissioni di CO2 allo stesso modo che viene atto per l'arsenico, il mercurio e il piombo. I tagli alle emissioni di CO2 delle centrali elettriche sembra così ragionevoli che il 57% crede «Ci sono già dei limiti significativi sui gas serra, che sono collegati al global warming, che le centrali elettriche sono autorizzate ad emettere». Ma queste norme non sono ancora in vigore: l'Environmental protection agency Epa ha proposto norme per limitare le emissioni di gas serra dalle nuove centrali elettriche nuove e prevede di stenderle alle centrali elettriche esistenti, mentre le associazioni ambientaliste statunitensi citano la sentenza del 2007 della Corte Suprema sentenza nella causa Massachusetts contro Epa come base giuridica perché le agenzie governative trattino i gas serra come un inquinante.
L'opinione pubblica americana vuole quindi che Barack Obama, la sua amministrazione e il Congresso Usa agiscano contro il global warming e l'argomento dell'imperativo morale rappresenta un ostacolo ormai insormontabile per l'opposizione repubblicana, la lobby delle Big Oil e dei King Carbon ed i gruppi eco-scettici che finanziano. Il 55% degli statunitensi è d'accordo che: «Proprio come i nostri genitori e nonni ci hanno consegnato una terra migliore, noi dobbiamo essere amministratori responsabili della terra e fare tutto il possibile per proteggerla per i nostri figli e nipoti. Se non agiamo ora, gli effetti devastanti del cambiamento climatico - uragani, siccità, inondazioni, innalzamento del livello del mare - non potranno che peggiorare. Dobbiamo agire ora in modo che le generazioni future sappiano che abbiamo reso il loro mondo più sicuro e pulito, non danneggiato e inquinato». Il 43% è invece d'accordo che: «L'evidenza del global warming è confusa e non possiamo permetterci di buttare miliardi di dollari in soluzioni non provate. Concentrandosi sul cambiamento climatico ci distraiamo dal tenere la nostra economia in pista e gli oneri per il posti al business renderebbero più difficile la crescita e la creazione posti di lavoro. Ed i prezzi più alti delle bollette e della benzina sarebbero un costo di migliaia di dollari in più ogni anno per gli americani che già lottando per sbarcare il lunario».
Ma il sostegno alle politiche di Obama rimane forte anche di fronte di attacchi durissimi, perfino scriteriati, sferrati dall'opposizione repubblicana: dopo aver ascoltato il suo discorso sullo stato dell'Unione, il 65% degli americani sostengono il Presidente nella sua decisione di agire subito ed in maniera significativa.
Questo non vuol dire che Obama ha davanti a sé una strada in discesa, già nel 2010, nonostante un forte consenso popolare al Cap-and-trade bill approvato alla Camera dominate dai democratici, i repubblicani lo bocciarono al Senato dove hanno la maggioranza (vi ricorda qualcosa in chiave possibili risultati delle imminenti elezioni italiane?). Nel settembre 2011 la forte opposizione dei repubblicani costrinse Obama a ritirare le proposte dell'Epa contro lo smog che secondo il partito dell'elefante avrebbero causato una diminuzione dei posti di lavoro nelle industrie altamente inquinanti.
Obama è consapevole di tutto questo e il 12 febbraio ha detto rivolto soprattutto ai repubblicani: «Esorto questo Congresso a perseguire una soluzione bipartisan, basata sul mercato, per il cambiamento climatico, così come John McCain e Joe Lieberman lavorato insieme qualche anno fa. Ma se il Congresso non agirà presto per proteggere le generazioni future, lo farò io. Io darò le direttive al mio Gabinetto di intraprendere le azioni esecutive che possiamo fare, ora e in futuro, per ridurre l'inquinamento, preparare le nostre comunità alle conseguenze dei cambiamenti climatici ed accelerare la transizione verso fonti più sostenibili di energia».