[11/02/2013] News

Chi vincerà le elezioni? Il nichilismo, altro che la sostenibilità

Non bisogna essere esperti dell'informazione per capire che la notizia del giorno siano le dimissioni del Papa. Non si parlerà di altro per un po'. Difficile accettare invece che in una delle campagne  elettorali più importanti dal dopoguerra ad oggi i mezzi di informazione inseguano sempre e comunque le famose tre S - sesso, sangue e soldi - e poi i loro editorialisti si indignino del fatto che non si parla di altro: un cortocircuito mediatico che sta portando molte persone alla speranza che l'Italia crolli definitivamente. Nichilismo allo stato puro. Killer di ogni speranza di un cambiamento: la peggiore sciagura possibile, perché proprio il cambiamento nasce soltanto se lo si può almeno immaginare. Ma se si preferisce che questo Paese se ne vada definitivamente dove l'ex premier vorrebbe, allora siamo in un baratro peggiore di quello in cui ci sta spingendo la crisi economica.

Non si spiega altrimenti sia l'ascesa di Grillo, che la coazione a ripetere del voto per Berlusconi. Chiunque abbia un minimo di senso pratico, può intuire come nel Movimento 5 Stelle non esista una benché minima capacità di governare il Paese. Senza nulla togliere, anzi apprezzando, la volontà dei "grillini" di confrontarsi con un programma e presentando tante persone stimabili a questa tornata elettorale - sempre meglio, e in questo ha ragione Grillo, di Alba Dorata o follie simili - davvero crediamo che neppure gli stessi candidati confidino di poter avere in mano le redini dell'Italia.

La vera disgrazia di questo Paese a noi sembra la convinzione che chiunque possa governare. Già 17 anni di berlusconismo sono stati 17 anni di "nuovismo", fatto di dilettanti allo sbaraglio. Checché se ne dica se si sommano i voti che potrebbe raccogliere il centrodestra con quelli del Movimento5stelle si evince che quasi il 50% di coloro che andranno alle urne, ad ascoltare i sondaggi, vacillano tra il mantenimento di un personalissimo status quo e la voglia che uno tsunami che si porti via tutta la classe politica, quale che sia. Un nichilismo terribile, che porta tante persone, ad esempio, a sperare nell'arrivo di un Obama italiano, senza capire che se oggi davvero si presentasse Obama alle elezioni italiane, con quel suo programma così simile alla coalizione di centro-sinistra, sarebbe rinchiuso in manicomio e deriso nelle piazze virtuali nazionalpopolari.

Lo si vede, e torniamo alla riflessione iniziale, attraverso il fatto che Bersani - e lo diciamo da non elettori del Pd - da settimane continua a ripetere che la ricetta economica per uscire dalla crisi è quella green: lo ripete a tutte le interviste che fa, ma non c'è un giornale che abbia sposato questa sua costanza con un titolo. Ma cosa dico titolo, nemmeno un catenaccio, tranne qualche eccezione che conferma la regola. Eppure Obama, che domani nel suo discorso agli Usa lancerà l'idea che il futuro dell'America è nelle "rinnovabili e nell'ambiente" trova ampio spazio in tutti i mezzi di informazione.

Mentre all'estero studiano Antonio Gramsci, noi italiani siamo sempre convinti che all'estero ci sia sempre qualcuno che fa meglio di noi, più bravo di noi e che ha capito più di noi. Poi, quando qualcuno propone di trasformare l'Italia in un Paese normale, invece che pensare ad assumersi le proprie dolorose responsabilità e scegliere una nuova possibile stabilità, in molti preferiscono fare un altro passo verso il baratro, sbuffando «Però, come è bravo Obama».

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