[31/01/2013] News

Konza Technology City, sta nascendo una Silicon Valley nel cuore dell'Africa?

Forti i dubbi, si teme un miliardario spot elettorale del Kenya

In Kenya il 4 marzo si vota, e il 23 gennaio il presidente Hon Mwai Kibaki ha messo la prima pietra di Konza Technology City o della "Silicon Savanna" come l'ha soprannominata il governo kenyano, che  intende investire 14,5 miliardi di dollari per creare dal nulla quella che spera che diventerà la risposta africana alla Silicon Valley. Il colossale progetto prevede la costruzione di una nuova città su un'estensione di 20 kmq, al posto della avana deserta a 70 km a sud est di Nairobi.

Il progetto è quello di una città compatta, un semicerchio modernissimo e ipertecnologico in mezzo ai pascoli tribali, un progetto favoloso per l'Africa e il Kenya ma grande solo un ottantesimo rispetto all'ara metropolitana di Londra.

Una rete di strade si apriranno a ventaglio radialmente dal centro al "notional circle", con al centro di tutto il Central Business District (con tanto di distretto ospedaliero). A  Konza ci saranno circa 35.000 case, a nord ed a sud sorgeranno un parco scientifico e due parchi tecnologic. La savana verrà sostituita da spazi verdi, comprese passeggiate lungo i fiumi stagionali. Sono previsti anche centri congressi, università, alberghi, moschee e chiese. "Silicon Savanna" sarà collegata a Mombasa e Malaba da una nuova ferrovia lunga 180 Km realizzata dall'impresa statale  Kenya Railways.  

La costruzione di Konza Technology City avverrà in 4 fasi: la fase 1, attualmente in corso, è quella più importante e pianifica le realizzazioni fino al 2017, quando dovrebbero essere pronte le infrastrutture per far funzionare la nuova

L'impatto sull'ambiente sembra devastante e lo stesso sito web del progetto ammette che Konza City causerà «La perdita di habitat e di un'area di pascolo e lo spostamento e il disturbo della fauna selvatica che attualmente vive in loco», si tratta fra l'altro di gnu migratori, antilopi e zebre difficili da ricollocare. Una zona cuscinetto a 2 km e un Wildlife Corridor di 6,2 kmq dovrebbero ridurre gli effetti negativo di questa massiccia urbanizzazione della savana, ma lo stesso sito web con franchezza dice che «La priorità è lo sviluppo, non la conservazione della biodiversità».

Anche trovare i 100 milioni di litri di acqua al giorno per dissetare "Silicon Savanna" non sarà facile: il Thwake Water and Sanitation Project in corso è stato modificato proprio in finzione della costruzione di Konza City e richiederà la costruzione di un acquedotto lungo 60 km per portare l'acqua dalle Kilungu Hills Circa 2 milioni di litri al giorno, saranno forniti da pozzi locali in corso di trivellazione. Alla fine Konza Technology City  dovrebbe consumare 675 MW di energia elettrica, ma non si prevede la costruzione di nuove centrali e la nuova città dovrebbe essere alimentata dalla progettata linea ad alta tensione tra  Mombasa e Nairobi.

Il governo kenyano sostiene che la città offrirà infrastrutture per la comunicazione di livello mondiale, grazie soprattutto al The East African Marine System (Teams) un cavo sottomarino in fibra ottica che collegherà il  Kenya ad altri nodi internazionali in fibra ottica.

Di fronte a tutto questo che puzza molto di sogno elettorale, non sorprende che in molti mettano in dubbio la  sostenibilità economica del progetto. Tra questi c'è, Kwame Owino, direttore dell'Institute of economic affairs (Iea-Kenya) che ha detto a Business Daily: «Non si tratta di versare acqua fredda sugli sforzi di un gran numero di professionisti e non è nemmeno una messa al tappeto di Vision 2030. Invece, ci si chiede se il progetto e le ipotesi sui suoi benefici siano difendibili sulla base dei basilari principi dell'economia e della storia di progetti simili in tutto il mondo».

Owino elenca tre obiezioni pesantissime: «Primo, il progetto è comprensibilmente grande ma richiede comunque prudenza perché gli studi indicano che le quote del settore pubblico che porteranno alla creazione di un cluster economico e ad una nuova città industriale da zero sono alte. Ricordare che Konza City è un mix di industrie, finanzia e tecnologia ci da ragione di dubitare che la convergenza sia possibile attraverso una creazione deliberata. Ognuno di questi settori è sufficientemente difficile da coltivare per conto proprio e così il tentativo di mettere insieme un cluster di finanza, produzione, e la tecnologia è ancora volte più difficile. In breve, si tratta di una grande scommessa presa dal governo insieme aio partner del settore privato. Secondo, nei documenti sul sito web del progetto, datati aprile 2011, lo Stato sosterrà una spesa  fino a 8,5 miliardi dollari per completare le quattro fasi del progetto di 20 anni. Dichiarazioni successive hanno suggerito che il costo potrebbe essere più alto, ma il dato che viene menzionato è quello che si riflette nei documenti di sintesi disponibili per il controllo pubblico. Il culmine di questo investimento di fondi pubblici e privati è la creazione di 200.000 posti di lavoro diretti in oltre 20 anni. Anche tenendo conto del fatto che fino a tre nuovi posti di lavoro possono essere creati indirettamente da ciascuno di questi posti di lavoro di alto livello, è lecito chiedersi se si tratta di un costo adeguato rispetto alle alternative esistenti. Nel nostro calcolo rudimentale, il valore attuale netto del totale degli investimenti pubblici e privati è di circa 32.000 dollari per ogni posto di lavoro creati direttamente dal progetto. Questo costo è di oltre 20 volte superiore al reddito medio annuo e non è un meccanismo conveniente per la creazione di occupazione in un Paese con un reddito ancora inferiore a 1.500 dollari all'anno.

Mettendo insieme il costo delle mancate tasse e le sovvenzioni il caso economico diventa ancora meno attraente. Terzo, il sito web del progetto dimostra che la maggior parte dei finanziamenti pubblici per il progetto saranno limitati alla creazione di infrastrutture con l'aspettativa che le imprese del settore privato costruiranno i locali per le imprese ad alta tecnologia, i servizi finanziari e la produzione di alto valore. I cluster tecnologici di successo sono non solo pochi e lontani tra loro, ma tendono ad essere situati nei dintorni delle università e dei centri di istruzione superiore. I distretti tecnologici di successo sono nella Silicon Valley, nella Route 1028 di  Boston e nella città indiana di Bangalore. È interessante notare che Bangalore è un'eccezione perché è cresciuta organicamente in un Paese con un reddito relativamente basso. Tuttavia, è proprio dovuto al fatto che l'India ha avuto una lunga tradizione di istruzione superiore, con una percentuale di studenti iscritti nelle università che è tra le più alte  in Asia. Le università e istituti di tecnologia costituiscono una solida base per le aziende tecnologiche grazie ad un gran numero di professionisti con competenze ingegneristiche. Le altre nazioni del continente hanno cercato di creare tali città tecnologiche  con risultati molto modesti. L'insegnamento è che poche nazioni con un reddito di meno di 6.000 dollari all'anno hanno creato città di successo competitive a livello globale nei tre settori che il Kenya ha scelto».

Owino infine si chiede se «Ci sono vantaggi di posizione, competenze, struttura economica e la tempistica che ci rendano sicuri che questo massiccio investimento sarebbe un'eccezione. La creazione di centri tecnologici di successo viene quasi da una convergenza di tre industrie competitive. Secondo la migliore delle ipotesi, Konza City rischia di creare lavoro "high-end". Bisognerebbe discutere della necessità di riforme del mercato del lavoro che creino centinaia di migliaia di posti di lavoro. L'India, che ha uno dei distretti tecnologici di maggior successo ad alta professionalità, non ha risolto la disoccupazione di massa attraverso le città della tecnologia. Una città di successo è molto più di edifici e fino ad ora questo è quello che vedo nei piani per Konza Technology City». 

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