[30/01/2013] News

Crisi dell'edilizia, per la Cgil se ne esce tutelando il territorio

Gli edili della Cgil nel corso dell'assemblea di Programma "We Want Work", tenutasi oggi a Roma, hanno fornito una loro traduzione pratica al Piano del lavoro presentato qualche giorno fa da Susanna Camusso: sono sette le proposte che hanno avanzato per rilanciare l‘economia e rimettere in sicurezza il territorio italiano dal rischio geologico e sismico.

«La crisi che stiamo attraversando, è una crisi economica, crisi di un sistema industriale e più in generale di un modello di sviluppo- hanno dichiarato da Fillea Cgil- Uscirne, dunque, non può più prescindere dalla ridefinizione di un nuovo percorso, passando da un modello che non fa i conti con il consumo illimitato delle risorse ad un modello ancorato fortemente alla messa in sicurezza del territorio».

Il sindacato si è poi soffermato sulla crisi specifica del settore delle costruzioni che più di altri ha risentito e risente della congiuntura negativa e del crollo della domanda interna. Dal 2009 le costruzioni hanno perso 120.000 occupati l'anno, 328 al giorno. I dati congiunturali di crisi, la più devastante dal dopoguerra, segnano un record storico, con segno meno da 20 trimestri consecutivi.  Si è perso il 30% della produzione ed il 40% degli investimenti pubblici. Tra il 2008 ed il 2010 il crollo del fatturato complessivo è stato di oltre il 16%. 60.000 le imprese fallite e 550.000 posti di lavoro persi, la metà nel solo settore dell'edilizia, dove si registra una caduta verticale rispetto al 2008 di tutti i valori: - 400.000.000 le ore lavorate, - 2 miliardi la massa salariale. Ma a questi numeri, che evidenziano lo stato di declino di un settore produttivo, la Fillea Cgil ne ha affiancato altri altrettanto drammatici che riguardano il governo del territorio.

La ricostruzione dopo frane e alluvioni, infatti, costa al paese 1,2 miliardi all'anno. Per quanto riguarda i terremoti, si arriva a una quota che varia da 1,8 a 3,2 miliardi all'anno. Negli ultimi 80 anni, in Italia, si sono registrate 5.400 alluvioni e 11.000 frane, con 70mila persone coinvolte, per un costo 3 miliardi all'anno, oltre a 10mila morti e 360mila senzatetto. Per quanto riguarda i terremoti, non esistono dati ufficiali, ma secondo gli Amici della Terra, i costi per la ricostruzione di un chilometro quadro di area colpita sono compresi mediamente tra 60 e 200 milioni di euro, mentre l costo medio della ricostruzione di un singolo comune è compreso tra 270 e 1400 milioni.

A fronte di questo quadro Fillea ha avanzato il suo progetto: «un nuovo modello che coniughi il lavoro con la sostenibilità energetica e ambientale, cioè capace di dare un impulso al settore, riavviare l'economia, recuperare centinaia di migliaia di posti di lavoro e generare un processo virtuoso su tutta la filiera». In sintesi i 7 progetti riguardano: il riassetto idreogeologico, che comporterebbe investimenti per 40 miliardi per 20 anni;  la riduzione del consumo di suolo, con l'obiettivo di raggiungere "quota zero" entro il 2050; la riqualificazione urbana con risorse per il piano città; l'efficienza energetica, con investimenti di 45 miliardi in 10 anni; le energie rinnovabili che porterebbero benefici per 48 miliardi. Infine la prevenzione sismica e le infrastrutture materiali: 68 miliardi per ridurre il gap tra nord e sud dell'Italia e quello con il resto d'Europa. 

Torna all'archivio