[29/01/2013] News

Combustibili puliti per il futuro: pił sprint al trasporto europeo per rimanere competitivi

Nell'Unione europea il settore nel quale si registra il più alto consumo di petrolio è quello dei trasporti, in particolare il trasporto su strada. Sappiamo che in futuro importare petrolio sarà probabilmente più costoso e più difficile data l'instabilità politica di molti paesi fornitori. Per questo è opportuno sviluppare e promuovere alternative innovative e pulite.

Ovviamente in questo modo l'economia europea sarebbe anche più efficiente nell'impiego delle risorse energetiche: fonti come l'elettricità, l'idrogeno, il gas naturale, il biogas e i biocombustibili liquidi possono contribuire a rendere l'Europa meno dipendente da un solo tipo di combustibile e a ridurre in modo significativo le emissioni di CO2. Allo stesso tempo, le tecnologie ad alto rendimento energetico offrono alle aziende europee grandi opportunità economiche.

I carburanti alternativi esistono e molto spesso la tecnologia è sufficientemente sviluppata per essere immessa sul mercato. Tuttavia permane un divario, che il settore privato non riesce a colmare, tra i successi conseguiti nei progetti dimostrativi e la loro effettiva immissione sul mercato.

Il potenziale di questi carburanti è stato frenato dai prezzi elevati dei veicoli, dal basso livello di consenso presso i consumatori e dalla mancanza di infrastrutture per la ricarica e il rifornimento.

I consumatori entreranno in questo mercato solamente se potranno acquistare i veicoli a prezzi ragionevoli e se avranno a disposizione infrastrutture adeguate e facilmente accessibili. In mancanza di queste condizioni il mercato non decollerà, nonostante gli enormi investimenti realizzati finora.

Al momento ci troviamo in un circolo vizioso: da un lato, gli investitori sono scettici e non impegnano denaro in infrastrutture per combustibili alternativi perché il numero di veicoli che ne fanno uso non è sufficiente; dall'altro, i costruttori non commercializzano questi veicoli a prezzi competitivi perché la domanda è insufficiente e i consumatori non li acquistano proprio perché mancano infrastrutture adeguate.

Tutto questo spiega molto bene perché i cittadini europei non si sentano ancora pronti a passare a tecnologie diverse. Dobbiamo far decollare questi nuovi mercati in modo che consumatori, industrie e imprese inizino a beneficiarne. Se le infrastrutture fossero più diffuse - in tutta Europa e non solo in alcune città - i consumatori si renderebbero conto che queste tecnologie sono ormai pronte.

Attualmente la rete europea che fornisce elettricità, idrogeno e gas naturale per il trasporto non è abbastanza sviluppata da ottenere mercato, per questo propongo una vasta strategia a lungo termine per i combustibili alternativi.

L'idea è creare un quadro normativo affidabile che possa stimolare gli investimenti privati in questo settore innovativo. Per apportare benefici a livello europeo e aumentare il consenso da parte dei consumatori occorre stabilire obiettivi precisi per creare le infrastrutture necessarie e renderle compatibili su tutto il territorio.

Prendiamo ad esempio la propulsione elettrica, che nel lungo periodo diventerà una delle principali alternative al petrolio sulle distanze medio-brevi. I veicoli elettrici, grazie all'elevata efficienza energetica e alle emissioni zero, potrebbero modificare radicalmente la mobilità, in particolare nelle aree urbane. Non solo: autobus e mezzi adibiti alle consegne ultra silenziosi e puliti migliorerebbero enormemente la qualità della vita nelle città.

Le infrastrutture necessarie per l'introduzione sul mercato dei veicoli elettrici esistono già in larga misura, ma devono essere disponibili anche i punti di ricarica. Entro il 2020 ogni Stato membro dell'UE dovrebbe disporre di un numero minimo di punti di ricarica per i veicoli elettrici, di cui almeno il 10% accessibile al pubblico.

Il gas naturale liquefatto è l'unico combustibile grazie al quale le navi, e in generale il trasporto per vie navigabili, potranno rispettare gli obiettivi fissati per la riduzione delle emissioni. Purtroppo la sua diffusione è ancora in fase di progettazione e gli impianti di rifornimento sono pochi, mentre dovrebbero essere disponibili per le navi che viaggiano nei principali mari, fiumi e canali d'Europa e per le autovetture lungo le principali autostrade.

Se vogliamo che nasca un vero e proprio mercato dei combustibili alternativi occorre anche fissare standard comuni per le infrastrutture, in modo che in Europa chiunque possa utilizzare e ricaricare il proprio veicolo nello stesso modo. Questo significa ad esempio introdurre metodi di pagamento uniformi nelle stazioni di rifornimento, oppure erogatori e prese elettriche dello stesso tipo. Oggi i consumatori devono utilizzare vari adattatori, mentre investitori e produttori devono sostenere costi di ammodernamento per adottare nuovi sistemi di rifornimento e di ricarica.

I futuri clienti costituiscono un enorme potenziale per le imprese e i produttori europei. A livello mondiale, la quota di mercato di veicoli elettrici, a gas naturale e a idrogeno oggi è molto limitata, ma è certamente destinata a crescere. I costruttori UE di auto e attrezzature per il trasporto hanno ottime possibilità di diventare leader mondiali in questo settore in crescita e di aumentare la propria competitività a livello globale. Questo stimolerà la crescita economica in Europa e creerà posti di lavoro, in particolare nelle piccole e medie imprese.

Il vero ostacolo a un maggior consumo di combustibili alternativi è la domanda incerta da parte di produttori, investitori e consumatori. È il momento di dare segnali inequivocabili creando le condizioni per la diffusione sul mercato europeo di carburanti e veicoli più ecosostenibili.

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