[28/01/2013] News

L’ambasciatore della Bielorussia: «Atteggiamento di greenreport.it superbo e sprezzante». La nostra risposta

L'Ambasciatore bielorusso in Italia, Evgeny Shestakov, scrive a greenreport.it per lamentarsi di quanto abbiamo scritto il 22 gennaio nell'articolo "Rinasce l'Urss.. contro il Protocollo di Kyoto".

Ecco cosa scrive l'ambasciatore  Shestakov:

Sono rimasto deluso nel riscontrare in questa pubblicazione un atteggiamento superbo e sprezzante nei confronti di quei Paesi che, come il mio, hanno nel loro passato l'appartenenza all'Unione delle Repubbliche Sovietiche Socialiste - uno dei due principali poli globali della fase storica conclusasi due decenni fa. Un atteggiamento che nei confronti della Bielorussia è particolarmente offensivo, considerato che alla prima fase dell'attuazione del Protocollo di Kyoto proprio approcci ideologici di alcuni nostri partner internazionali ci hanno impedito di concludere la ratifica degli obblighi quantitativi assunti e quindi accedere al commercio delle quote, a differenza da altri Paesi altrettanto post-sovietici.

Considero scorrette anche le accuse di "truffa" di impegni "non reali", quando rivolta a noi che abbiamo recuperato i livelli del Pil "sovietico" del 1990 ancora nel 2002 e da allora fino a pochi anni fa continuavamo a crescere coi tassi che sfioravano il 10% annuo.

Dunque, invece di disegnare nell'immaginario dei lettori italiani un nuovo innalzarsi di "cortina di ferro", non dimentichiamo che finora i principali emittenti dei gas serra non si sono impegnati a limitare le loro emissioni, lasciando l'implementazione dell'accordo salva-clima a tre "attori": l'UE, l'Australia e i Paesi in transizione, tra cui appunto la Bielorussia, la Russia e il Kazakhstan. E mentre il Protocollo sta perdendo importanza (al momento la quota sommaria nelle emissioni globali dei Paesi che vogliono impegnarsi per il clima conta soli 15%) c'è da riflettere su come effettivamente possiamo contribuire a salvare il clima del nostro pianeta.

In ogni modo va sottolineato che la Bielorussia vuole onorare i propri impegni nel quadro del Protocollo di Kyoto riducendo le emissioni di CO2 dell'8 % entro 2020 rispetto al livello del 1990. Così, a prescindere dalla penosa questione del commercio delle quote, nell'ambito del "Anno della parsimonia" ufficialmente proclamato da noi nel 2013, ci siamo già impegnati ad abbassare la quota del consumo energetico nel Pil del 2% nel primo, del 3% nel secondo, del 5% nel terzo e del 7% nel quarto trimestre 2013, risparmiando in totale 1,43 mln. di tonnellate di carburante.

Evgeny Shestakov

Ambasciatore bielorusso in Italia

 

La risposta di greenreport.it:

Egregio ambasciatore, ci lasci dire che greenreport.it non ha nessun atteggiamento superbo e sprezzante verso Paesi come il suo, ammiriamo il popolo bielorusso per il coraggio con il quale ha affrontato la drammatica situazione del post-disastro nucleare di Chernobyl e la difficile crisi economica che colpisce il Suo Paese. Altra cosa è il giudizio negativo che questo giornale ha e continuerà ad avere sul regime del presidente Aleksandr Lukašenko, un giudizio condiviso da molte istituzioni internazionali e da chi ha a cuore la democrazia.

Ci lasci anche dire che la crescita economica  con tassi che sfioravano il 10% annuo è stata più che annullata da un'inflazione galoppante che al mondo è stata superata solo da quella dello Zimbabwe.
Per il resto, le cifre che fornisce l'Ambasciatore Shestakov confermano quanto scritto nel nostro articolo e rappresentano impegni molto inferiori a quelli presi dall'Unione europea (meno 20% di emissioni entro il 2020 con una proposta del 30%) ed addirittura del Paese che in questi anni è stato il più grande nemico del Protocollo di Kyoto, gli Usa, che prevedono un meno 17%. Per non parlare degli obiettivi che i piccoli Stati insulari e molti Paesi del G77 chiedono ai Paesi Ocse e dell'ex Urss: meno 45% di emissioni.

In ultimo il gentile ambasciatore ci lasci aggiungere una considerazione: se tutti i Paesi facessero come la Bielorussia, la Russia, il Kazakistan e l'Ucraina, presentando le loro scelte come conseguenza degli "approcci ideologici di alcuni nostri partner internazionali", nessun accordo sul clima verrà mai raggiunto, ed anche l'impegno di quei Paesi, a Partire dall'Ue, che mantengono in piedi il Protocollo di Kyoto non servirà a nulla, ma per colpa di chi si è tirato indietro per egoismi nazionalistici, non certo per colpa di chi ne ha chiesto la prosecuzione come "ponte" verso un accordo più stringente ed obbligatorio.

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