[25/01/2013] News

Parco Nazionale dello Stelvio: no alla tripartizione

Federparchi, Cai e Legambiente rilanciano il parco transfrontaliero

Il Parco Nazionale dello Stelvio, dalla fine del 2010, quando Silvio Berlusconi trattò l'appoggio al suo traballante governo della Südtilorer Volkspartei ( Svp, oggi tornata vile del centro-sinistra) in cambio dello smembramento dell'area protetta, è in una situazione indefinita.

Allora un decreto del Consiglio dei Ministri ne propose lo spacchettamento con la tripartizione tra le Province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Lombardia, chiedendo la soppressione del Consorzio del Parco e azzerandone subito il Consiglio Direttivo e ottenendo di fatto un declassamento dell'area protetta da Parco Nazionale a una entità ancora indefinita.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non ha mai firmato quel decreto in questione per la mancanza d'intesa con la Regione Lombardia e per l'evidente contrasto con la legge quadro nazionale  sulle aree protette (la 394/91) e l'unitarietà del Parco dello Stelvio è così stata garantita, ma l'incredibile caso Stelvio torna nuovamente di attualità e dovrà essere affrontato dal nuovo governo, appoggiato dalla Svp se vincerà Bersani. 

Infatti, secondo Federparchi, Club alpino italiano e Legambiente «Si parla di dare seguito all'accordo del dicembre 2010. Infatti si parla di un accordo elettorale già raggiunto tra il Pd di Bersani e la Südtiroler Volkspartei (Bolzano) su quanto avviato dal governo Berlusconi per la provincializzazione del Parco nazionale dello Stelvio». Le tre organizzazioni non vogliono fare polemica politica/elettorale, ma «Ritengono che lo smembramento del Parco nazionale dello Stelvio non abbia ragione di essere compiuto e non vedono ricadute positive da questo passaggio, oltre a essere, per il Pd, un passo indietro rispetto all'azione di suoi due senatori Ferrante e Della Seta che con le loro prese di posizione e denunce in Senato, evitarono proprio lo smembramento del Parco. L'assetto unitario del Parco, istituito quasi 80 anni fa (per il 70% ricadente nel territorio lombardo) non può essere messo in discussione ed è un segnale che dimostra incompetenza nelle politiche di conservazione». 

Le tre associazioni, che stanno da tempo lavorando  per portare contributi "local" alla stesura della nuova 394,  ricordano che «Agli enti locali, che hanno il ruolo più importante nella gestione delle aree protette nazionali a partire dalla composizione degli organi, compete l'impegno per rilanciare, a livello europeo, transnazionale, la prospettiva di un Parco con il prestigio e la storia dello Stelvio. Smembrare, rimarcare confini che la natura non riconosce, piegarsi a logiche politiche in cui valori affermati e tutelati, di territori e tradizioni, passano in secondo piano, creerebbe gravi danni all'ambiente. Oggi è prioritario riavviare la piena funzionalità dell'Ente Parco con il rinnovo degli organi collegiali, compito che compete al ministro dell'ambiente. L'efficace e rispondente gestione del territorio ha bisogno di confronti tra gli interlocutori interessati: provinciali, regionali, nazionali e oltre. L'impegno futuro va profuso nel fissare nuovi obiettivi di conservazione, aperti al territorio e lungimiranti, magari insieme al Parco svizzero dell'Engadina o agli altri parchi vicini».

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