[24/01/2013] News

Metti un albero nel motore: i salici che crescono "storti" producono 5 volte pił biocarburante

Una scoperta che potrebbe ridurre il conflitto tra cibo e combustibili da biomasse

Biotechnology for Biofuels pubblica il sorprendente studio "Reaction wood - a key cause of variation in cell wall recalcitrance in willow" dal quale viene fuori che i salici (Salix sp) - che vengono coltivati da qualche tempo per produrre biocarburanti - possono produrne molto di più se le piante vengono coltivate in diagonale: un salice "storto" produce 25 volte più biocarburante di uno cresciuto in verticale.

Il salice è ampiamente coltivato in tutta la Gran Bretagna per produrre biocarburanti per veicoli a motore, impianti di riscaldamento e l'industria perché ha bisogno di meno di un decimo del fertilizzante utilizzato per la maggior parte dei cereali e i suoi germogli ricrescono velocemente dopo essere stati tagliati. Le associazioni ambientaliste non sono contrarie a questo tipo di coltivazione forestale bioenergetica, perché le piantagioni di salici attraggono diverse specie animali ed hanno quindi un impatto positivo sulla biodiversità locale.

Lo studio è stato coordinato da Nicholas Bereton e da Michael Ray, del dipartimento di scienze della vita dell'Imperial college di Londra, che hanno lavorato con un team composto anche da ricercatori del Rothamsted Research e dell'Istituto di agronomia dell'Orkney College dell'University of Highlands and Islands (Uhi). Gli scienziati non riuscivano a spiegarsi perché alcuni salici producessero più biocarburante rispetto ad altri. Osservando i salici in natura e nelle piantagioni della Gran Bretagna i ricercatori britannici alla fine hanno capito che «Si tratta di una caratteristica genetica, attivata in alcuni alberi quando sono inclinati, come quando il vento li piega verso un lato. Questo crea la formazione di un eccesso di molecole di zucchero rafforzanti nei tronchi dei salici, le quali cercano di raddrizzare l'albero. Questi zuccheri ad alta energia fermentano in biocarburanti quando gli alberi vengono tagliati. Il processo di raccolta attualmente usato deve essere velocizzato se vuole competere con la produzione di carburanti fossili».

Per condurre gli studi il team di ricercatori ha utilizzato un laboratorio in condizioni controllate realizzato su un tetto nel centro di Londra ed ha coltivato salici con un'inclinazione di 45 gradi. Poi i ricercatori hanno cercato eventuali differenze genetiche tra queste piante "storte" e quelle che crescono in modo naturale. Quindi hanno cercato lo stesso effetto anche nei salici che crescono in natura nelle isole Orcadi, al largo della costa settentrionale scozzese, dove le piante crescono inclinate, modellate dai forti venti. I test hanno confermato che i salici "storti" sono in grado di rilasciare 5 volte più zucchero rispetto ad alberi identici cresciuti in condizioni più riparate. Secondo lo studio «In futuro tutte le colture di salice potranno essere coltivati con questo tratto genetico che li rende una fonte di energia più produttiva e più verde».

Bereton ha sottolineato: «Sappiamo già da tempo che gli stress ambientali possono far sì che gli alberi sviluppino naturalmente un "legno di reazione" e che può essere più facile estrarre zuccheri da questo legno. Adesso abbiamo fatto un importante progresso: il nostro studio dimostra che le naturali variazioni genetiche sono responsabili di queste differenze e questo potrebbe benissimo essere la chiave per aprire il futuro della bioenergia sostenibile dai salici».

Questo lavoro fa parte del Bbrsc Sustainable Bioenergy Centre (Bsbec) al quale è collegato con altri programmi che puntano  a migliorare la conversione della biomassa in combustibili. Insieme al Rothamsted Research, dove c'è la collezione nazionale di salici, i nuovi risultati aiuteranno gli scienziati a crescere colture per biocarburanti in condizioni climaticamente difficili, dove sono limitate le possibilità di coltivare specie alimentari, un'occasione quindi anche per ridurre al minimo il conflitto cibo contro biocombustibile.

Angela Karp, del Rothamsted Research e a capo del progetto Bbrsc Bsbec-BioMass, conclude: «Siamo molto entusiasti di questi risultati perché dimostrano che alcuni salici rispondono di più agli stress ambientali, come il vento forte, modificando la composizione del loro legno in modi che sono utili per noi. Per i silvicoltori questa è una buona notizia perché significa che potrebbero migliorare i salici selezionando questi tipi dalla grande diversità nelle nostre collezioni».

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