[21/01/2013] News

I 10 miti (da sfatare) sul cambiamento climatico e gli investimenti verdi

«Il cambiamento climatico contribuisce alla morte di 400.000 persone e costa al mondo più di 1,2 trilioni di dollari l’anno»

Oggi, alla vigilia del meeting annuale del  World economic forum (Wef) a Davos, in Svizzera, la Climate change and green growth initiatives del  Wef presenta il "Green Investment report 2013" sulle prospettive degli investimenti verdi nel mondo. Si tratta della prima pubblicazione della Green Growth Action Alliance, una coalizione di circa 60 banche, public finance agencies, leading companies ed Ong  che ha preso il via al G20 del 2012 in Messico con l'obiettivo di sbloccare finanziamenti privati per gli investimenti verdi.  Secondo il rapporto «La finanza privata è la chiave per rispondere a queste massicce esigenze di investimento. Il green investment sta diventando un settore maturo». Il rapporto documenta la forte crescita degli investimenti e sottolinea che «I Paesi in via di sviluppo stanno diventando una fonte di capitale sempre più un'importante».

Thomas Kerr,  direttore della Climate change and green growth initiatives  del Wef ha anticipato l'uscita del rapporto con un intervento che svela i 10 miti sul cambiamento climatico e gli investimenti verdi. «Iniziamo il 2013 con i record di incendi e di caldo in Australia  che continuano il modello degli eventi meteorologici estremi ai quali abbiamo assistito l'anno scorso - ricorda Kerr - Un numero crescente di scienziati concordano sul fatto che condizioni climatiche estreme sono la "nuova normalità". Questi eventi meteorologici hanno un enorme  e crescente  costo per il nostro sistema economico globale: il cambiamento climatico sta contribuendo alla morte di quasi 400.000 persone l'anno e costa al mondo più di 1,2 trilioni di dollari all'anno, cancellando l'1,6% all'anno del Pil mondiale. Senza ulteriori interventi, gli scienziati prevedono un mondo che per la fine del secolo sarà 4 gradi Celsius più caldo, il che porta con sé  una cascata di effetti devastanti, tra i quali ondate di calore estremo, tempeste tropicali più intensi, calo delle scorte alimentari mondiali ed aumento del livello del mare che colpiranno  centinaia di milioni di persone. Entro il 2030, il costo combinato del cambiamento climatico e dell'inquinamento atmosferico salirà al 3,2% del Pil mondiale».

Un quadro fosco, già noto e che sembra speranza, visto che le leadership mondiali si nascondono dietro la crisi economica per non prendere le decisioni  immediate per evitare una catastrofe climatica che farebbe impallidire quella economico-finanziaria in corso. Ma Kerr ricorda che «All'interno della crisi climatica c'è un'opportunità. Gli ultimi due decenni hanno visto notevoli progressi nella transizione verso la crescita verde, con significativi investimenti globali nelle energie rinnovabili e con i Paesi  in via di sviluppo che stanno rapidamente diventando grandi investitori. Tuttavia, questo progresso non è sufficiente. L'investimento globale nei combustibili fossili è ancora superiore a quello nelle energie rinnovabili e le emissioni di gas serra continuano ad aumentare, aumentando la probabilità di un "four-degree world"».

Kerr si chiede: «Questi segnali promettenti sono sufficienti ad affrontare gli impatti negativi sul clima? Possono le public finance agencies contribuire a colmare il divario? E quale è il ruolo degli investitori privati?» Il Green Investment Report risponde mettendo in fila i 10 miti sul cambiamento climatico e gli investimenti verdi.

1) La ridotta l'attività economica a causa della crisi finanziaria ha portato ad una riduzione globale dei gas serra.  Falso -  Mentre alcuni Paesi hanno visto una riduzione delle loro emissioni,  l'United Nations environment  programme stima le emissioni globali nel 2011 a 40 miliardi di tonnellate di CO2, il 20% in più rispetto ai livelli del 2000.

2) Il mercato delle energie rinnovabili è in declino globale.  Non è vero -  Il mercato globale delle energie rinnovabili è stato infatti anticiclico per l'economia: gli investimenti globali nell'energia e nei combustibili rinnovabili sono aumentati del 17%, raggiungendo il nuovo record di 257 miliardi di dollari nel 2011. La rimozione o il roll-back dei sussidi statali ha messo in difficoltà alcune imprese. Ma altre imprese hanno mantenuto un margine lordo positivo e l'aspettativa per il 2013 è quella dell'emersione di un settore industriale ristrutturato, più forte e più mirato.

3) I Paesi industrializzati (Ocse) sono i principali investitori di energia pulita.  Non è vero - Nel 2012, il trend degli investimenti provenienti da Paesi non Ocse stava superando quelli dei paesi dell'Ocse. In realtà, gli investimenti transfrontalieri e nazionali provenienti da paesi non-Ocse sono cresciuti di 15 volte tra il 2004 e il 2011 ad un tasso del 47% all'anno. La maggior parte di questi finanziamenti non-Ocse viene utilizzato sul mercato interno.

4) Il settore pubblico è la fonte primaria dei fondi per gli investimenti climate-friendly.  Falso - Mentre i negoziati internazionali sul clima si concentrano quasi esclusivamente sulla finanza pubblica, infatti, la  Climate policy initiative ha documentato che, nel 2011, solo un quarto degli investimenti transfrontalieri per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici provenivano  da fonti pubbliche (96 miliardi di dollari); il 75% provenivano completamente da investitori privati (268 miliardi di dollari).

5) Gli investimenti transfrontalieri in energia pulita sono una  fonte più grande di finanziamento degli investimenti interni.  Anche questo non è vero - nel 2011, Bloomberg New Energy Finance ha riferito che il 70% degli investimenti globali nell'energia pulita provenivano da fonti interne. È interessante notare che, tra questi, oltre il 50% proveniva da paesi non appartenenti all'Ocse.

6) Non si può affrontare la sfida climatica a causa di austerità fiscale e dei bilanci pubblici limitati.  Falso -  Mentre l'International energy agency (Iea) stima che siano necessari 700 miliardi di dollari all'anno in ulteriori investimenti per stabilizzare il clima a +2 gradi Celsius,  il relativo risparmio di combustibile renderà  la transizione più facile : tra il 2010 e il 2050, l'Iea  prevede un risparmio netto di 5 trilioni di dollari. Ulteriori meccanismi innovativi di finanziamento pubblico-privato si sono dimostrati efficaci nel ridurre e distribuire i rischi e degli investimenti privati.

7) L'energia rinnovabile è il settore che richiede i maggiori investimenti.  E' falso - L'Iea stima che fino al 2030  più della metà dei nuovi investimenti annui per affrontare la sfida climatica siano necessari per l'efficienza energetica negli edifici e negli impianti industriali, il 28% è necessario i trasporti low-carbon,  ed  il 21% è necessario per l'energia pulita.

8) Gli investitori non hanno gli strumenti giusti per gestire il rischio politico legato agli investimenti nelle energie pulite nei mercati emergenti.  Questo non è vero,  anche se gli investitori hanno la percezione di forti rischi. Il Green Investment Report  documenta una serie di prodotti esistenti e le soluzioni che le development finance institutions (Dfi) utilizzano per la gestione del rischio degli investitori, comprese le garanzie sui prestiti, le "partial risk/credit guarantees" e le coperture regolamentari e politiche  contro i rischi. Questi strumenti hanno come target i nuovi mercati emergenti, dove i "private lenders" non hanno inizialmente confidenza o familiarità con le tecnologie verdi.

9) E' difficile mobilitare finanziamenti per la crescita verde in un contesto economico incerto.  Falso - Il rapporto rileva che, nonostante il rallentamento economico globale,  il totale dei nuovi investimenti globali nell'energia pulita è cresciuto a 257 miliardi di dollari nel 2011. Questo ha rappresentato un aumento di sei volte rispetto al  2004 ed è stato il 93% in più rispetto al 2007, l'anno prima della crisi finanziaria globale. Inoltre, le banche multilaterali di sviluppo hanno fornito 1,9 miliardi di dollari in investimenti attraverso l'innovatovo Clean Technology Fund , che  fino ad oggi ha ottenuto la mobilitazione di ulteriori 16,4 miliardi dollari di finanziamenti privati. Questo tipo di effetto leva è stato osservato in una serie di strumenti e può essere replicato per innalzare ulteriormente gli investimenti privati.

10) Gli investitori istituzionali non hanno i mezzi per investire nel finanziamento di infrastrutture verdi. Non è vero -  I green bond  hanno un notevole potenziale come mezzo per accedere a profonde riserve di capitali a basso costo detenute da investitori istituzionali per progetti green e legati al cambiamento climatico. Gli investitori istituzionali sono naturali acquirenti di green bond, dato il loro appetito per gli investimenti nei prodotti a basso rischio,  a rendimento fisso con scadenze a lungo termine che corrispondono alle loro passività a lungo termine. La Climate Bonds Initiative stima la dimensione del mercato del global climate o "green bond" in 174 miliardi di dollari.    

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