[17/01/2013] News

Rischio idrogeologico e sismico, i geologi all'attacco: il Paese colmi la sue lacune culturali

In quarant’anni, in Italia 135 miliardi di euro di danni a causa dei terremoti

Sul rischio idrogeologico e sismico i ritardi del nostro Paese sono conseguenti anche alla mancanza di una cultura geologica, quando invece le strategie di adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici, cioè agli eventi estremi che si stanno verificando sempre più frequentemente, imporrebbero di trovare proprio in quella cultura un supporto fondamentale.

Per sottolineare questa lacuna, i geologi hanno indetto una conferenza stampa che si terrà domani a Sulmona (sede della Comunità montana Peligna, ore11). «In 2.500 anni, l'Italia è stata interessata da più di 30.000 terremoti di media e forte intensità superiore al IV-V grado della scala Mercalli e da circa 560 eventi sismici di intensità uguale o superiore all'VIII grado della scala Mercalli (in media uno ogni 4 anni e mezzo)- ha spiegato Pierfederico De Pari, segretario del Consiglio nazionale dei Geologi -Solo nel XX secolo, ben 7 terremoti hanno avuto una magnitudo uguale o superiore a 6.5 (con effetti classificabili tra il X e XI grado Mercalli).  I terremoti che hanno colpito la Penisola hanno causato danni economici consistenti, valutati per gli ultimi quaranta anni in oltre 135 miliardi di euro, che sono stati impiegati per il ripristino e la ricostruzione post-evento. A ciò si devono aggiungere le conseguenze non traducibili in valore economico sul patrimonio storico, artistico, monumentale.

Nonostante ciò- ha continuato De Pari- la cultura geologica in Italia è pressoché nulla ed il ritardo nella prevenzione dei rischi geologici è ormai cronico e puntualmente, ad ogni finanziaria i primi tagli vengono effettuati proprio sulla prevenzione dei rischi ambientali».

I geologi che saranno nei prossimi giorni in  Abruzzo anche con il presidente nazionale Gian Vito Graziano per un confronto  istituzionale, politico ed accademico sul tema "Fenomeni Naturali e Catastrofi attese: il difficile ruolo della prevenzione in Italia", hanno indicato la strada da seguire: «E' necessario ed improcrastinabile che si intraprenda l'unica strada oggi percorribile che è quella della prevenzione, della manutenzione e della messa in sicurezza del patrimonio edilizio e del territorio, che nasca un nuovo modo di intendere il territorio, salvaguardando la vita umana e le attività antropiche con tutti i mezzi possibili, culturali, normativi ed economici», ha concluso Nicola Tullo, presidente dell'Ordine dei Geologi dell'Abruzzo. 

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