[11/01/2013] News

La Cina si conferma primo produttore mondiale di energia, ma riduce la sua intensità di carbonio

Necessari investimenti colossali nel risparmio energetico e nelle energie rinnovabili

Nel 2012 la Cina si è confermata per il quinto anno consecutivo come il più grande produttore mondiale di energia. Secondo l'Amministrazione nazionale dell'energia della Cina, «La capacità installata di elettricità ha raggiunto 1,14 miliardi di kilowatt (kW) alla fine del 2012 in Cina. La capacità installata di elettricità idraulica si è stabilita a 249 milioni di kW alla fine dell'anno scorso, cioè il più  grosso volume mondiale, mentre quella dell'elettricità eolica del Paese ha totalizzato 63 milioni di kW, ugualmente al primo posto internazionale».

Aumentano progressivamente anche le scoperte di riserve e la produzione di petrolio, mentre nel 2012 il gas in Cina ha avuto una crescita molto rapida.

Una produzione ed un consumo enorme e crescente che pone grandi problemi ambientali ed economici al regime cinese, ma Su Wei, direttore generale del dipartimento cambiamenti climatici della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, ha annunciato che «L'intensità di carbonio della Cina, o le sue emissioni relative alla produzione economica, è scesa di più del 3,5% cento nel 2012, superiore all'obiettivo medio annuo». Il piano quinquennale cinese 2011-2015 punta a ridurre del 17% l'intensità di carbonio (la quantità di CO2  emessa per unità di prodotto interno lordo), quindi un obiettivo medio annuo di circa il 3,5%. Secondo Su, «La situazione dello scorso anno è stata relativamente buona. Sulla base di una stima preliminare, la Cina potrebbe ottenere un calo superiore al 3,5% in intensità di carbonio».

Anche se i dati ufficiali cinesi sono da prendere con le molle (soprattutto per quelli provenienti dalle provnce e dalle regioni autonome) il taglio all'intensità di carbonio permette Cina di rintuzzare le accuse di non impegnarsi abbastanza nella riduzione delle emissioni di gas serra e di mantenere ancora alto il suo ritmo di crescita.

Secondo un rapporto pubblicato dall'università di Tsinghua «La Cina avrà bisogno di 1.24  trilioni di yuan (199,2 miliardi di dollari) in investimenti per il risparmio energetico nel 2011-2015, con un incremento del 50% rispetto al livello nel periodo 2006-2010, L'investimento nel settore delle energie rinnovabili in Cina nel 2011-2015 aumenterà del 37,5% a 1,8 trilioni di yuan».

Su ha annunciato che il governo comunista sta elaborando un piano nazionale sui cambiamenti climatici fino al 2020 e che dovrebbe essere pronto presto. La Cina ha recentemente pubblicato un nuovo piano per le emissioni di CO2 dell'industria secondo il quale l'industria siderurgica, quella dei metalli non ferrosi e quella petrolchimica devono ridurre l'intensità di CO2 per punto di Pil del 18% per cento entro il 2015, rispetto ai livelli del 2010.

Entro il 2020, la Cina punta a ridurre l'intensità di carbonio dal 40 al 45% rispetto al livello del 2005, un obiettivo che sta stimolando un forte aumento della domanda di investimenti per l'efficienza energetica e delle energie rinnovabili ed aprendo la strada alla creazione di un mercato del carbonio che richiederà una maggiore accuratezza nel controllo e rendicontazione delle emissioni. Al carbon trading scheme pilota di Shangai, dove verrà  testato il carbon market alla cinese, parteciperà anche la Baoshan Iron and Steel, la più grande industria siderurgica cinese quotata in borsa.  

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