[11/01/2013] News toscana

Costa Concordia, un anno dopo. L'anniversario del naufragio visto dall'Isola del Giglio

Occasioni mancate, scelte sbagliate e il futuro da costruire per l'Arcipelago Toscano

E' passato un anno e quindi è inevitabile fare il punto della situazione, anche se abitando al Giglio ti viene da farlo tutti i giorni.

Espresso un pensiero alle vittime ed a tutti quelli che hanno riportato conseguenze da quella sciagura, immaginatevi  ora che in questo capoverso abbia avuto anche la capacità di scrivere quello che già tutti sappiamo, o pensiamo, o vorremmo dire sulla nave. Detta tutta questa marea di cose e fatte o non fatte, ma pensate e anche non pensate, ma auspicando di pensare quanto prima tutte le considerazioni immaginabili, più o meno ovvie o scontate, dopo un anno mi viene da riflettere su un punto, si focalizza sempre più un'altra serie di riflessioni, che espongo di seguito, da cui ognuno può trarre i pensieri che vuole.

Ho fatto l' amministratore dal 2004 al 2009, avendo come uno dei punti cardine quello di cancellare dal piano regolatore la previsione di costruzione di un nuovo porto commerciale sull'isola. Durante il mandato amministrativo siamo riusciti a fare questa modifica e a renderla praticamente definitiva (con tutti i limiti che può avere questa parola); il nuovo porto è stato cancellato, perché a nostro modo di vedere avrebbe rovinato in modo irreparabile una parte delicata dell'isola e perché sarebbe stato sufficiente riorganizzare la struttura attuale.

Abbiamo anche proposto di creare una area marina protetta attorno all'isola del Giglio, perché ritenevamo che la ricchezza della nostra economia fosse contenuta nella qualità del mare e del territorio. Fra l' altro, nel progetto di area marina era stato proposto di interdire la navigazione alle navi in diverse zone, tra cui le acque intorno a Le Scole, perché avremmo voluto destinare tutte le zone più interessanti dal punto di vista dei fondali alla pratica del diving e alla balneazione, allontanando il transito delle navi (anche se non pensavamo di arrivare a tanto....).

La nostra proposta di area marina protetta ha fatto la fine che tutti sanno. Nulla di strano sotto il cielo, perché cancellare aree marine rientra a pieno titolo nel protocollo di comportamento medio delle nostre isole.

La Concordia, guarda a volte il caso, è naufragata e "giace" laddove doveva sorgere il nuovo porto commerciale; ma non solo, come ulteriore "spregio", ci è giunta transitando e addirittura cozzando contro Le Scole, porzione di mare dal quale avremmo voluto tenere lontane le navi.

Non sono in discussione colpe di nessun tipo e non mi metto nemmeno per un istante nella posizione di quello che vuol dire: "l' avevo detto" come un Nostradamus da 2 lire, perché nessuno poteva pensare che accadesse una cosa del genere, ma il mio compito di amministratore mi imponeva di fare delle scelte; ogni scelta apre la porta ad una serie di conseguenze e le conseguenze di una buona o cattiva politica non si vedono il giorno dopo, ma dopo qualche anno. Come dice sempre un mio amico: "se oggi girando il rubinetto esce l'acqua, dobbiamo ringraziare chi ha amministrato 20 anni fa". Al contrario, le cattive scelte mettono le basi per la costruzione di un futuro distorto, con possibili conseguenze anche molto negative.

Quando guardavo gli scogli della Gabbianara, prima del naufragio, pensavo che un po' di merito, se erano ancora così belli, era anche nostro e di tutti quelli che avevano creduto nella nostra proposta di non andare alla costruzione di  un nuovo porto.

Oggi, quando guardo quegli scogli e ci vedo sopra quel relitto, con una serie di altre navi intorno, ci vedo il riassunto dei nostri limiti e delle scelte sbagliate, dei limiti di chi vive nelle isole e ancora non ha capito quale sia il motivo principale per il quale continua a viverci e lavorarci e i limiti anche di tutti quelli che occupano posizioni importanti di governo nazionale, che non hanno mai provveduto ad impegnarsi veramente sul territorio per recepire le preoccupazioni delle popolazioni, fugando i dubbi, mettendoci la faccia e dando riscontro effettivo della volontà europea e nazionale di istituire delle misure di protezione ambientale in linea con le aspettative delle popolazioni residenti. Fin tanto che si lascerà "il cerino" in mano a qualche cittadino "volenteroso" di voler convincere tutti i suoi compaesani circa l' utilità di istituire aree protette si darà spazio (e argomenti di campagna politica) a tutti quelli che si sono sempre schierati contro e che con le solite argomentazioni ormai nauseabonde perché trite e ritrite si ripresentano elezione dopo elezione, con gli stessi slogan vuoti, ma tanto attraenti che già andavano di moda 20 anni fa.

A questo "gioco" non ci sto più. L' arcipelago Toscano è un territorio che vale dal punto di vista ambientale? E' un territorio che vale anche per gli obiettivi europei, anche in riferimento al santuario dei cetacei? Lo è anche dal punto di vista turistico? Possiamo coniugare intelligentemente i due aspetti? Possiamo uniformare la normativa affinché quello che rientra sotto il nome di Parco Nazionale dell' Arcipelago Toscano, composto da 7 isole risponda ad un unico soggetto ed un unico dispositivo? Possiamo costruire un progetto di protezione ambientale che oltre a garantire i diversi livelli di protezione in base alle diverse isole non sia anche un classico aggravio burocratico all' italiana? La legge attuale consente di dare risposte positive in questo senso? Quale è l' idea che il governo ha per l'arcipelago? Possiamo escludere definitivamente le ipotesi di riapertura di carceri, o più assurdamente l' istallazione di centrali nucleari o altro? Possiamo individuare degli obiettivi definiti per l' arcipelago e per le isole? Con quale dispositivo si tutela il tutto e si garantisce un futuro a chi ci abita e lavora? Se non facciamo nulla a cosa andiamo incontro?

Se potessi chiedere, vorrei che queste risposte ce le venisse a dare il prossimo ministro dell' ambiente, coadiuvato dalla segreteria tecnica che poi è quella che dovrà seguire l'iter istitutivo dell' area protetta. 

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