[09/01/2013] News

Che fine hanno fatto gli incentivi per le auto elettriche ed ecologiche? Un 'giallo' all'italiana

Gli annunciati incentivi per le auto elettriche (insieme a quelle ibride, a metano o a GPL con emissioni di anidride carbonica fino a 120 g/km), prima rivoluzionati e poi rimandati, sembrano adesso svaniti nel nulla. Avrebbero dovuto partire il 1 gennaio 2013, ma anche il governo dei tecnici non sembra sfuggire a quelle strane "dimenticanze" che sono uno dei tanti vizi della politica italiana. L'atteso decreto che avrebbe dato il via liberi agli incentivi, approvabile dal ministero dello Sviluppo economico in accordo a quello dell'Economia, non è mai arrivato (avrebbe dovuto essere firmato entro l'11 ottobre scorso). E non si sa quando arriverà. In compenso, la disponibilità prevista del fondo è passata da 50 a 40 milioni di euro per il 2013, e da 45 a 35 sia per il 2014 che per il 2015.

«L'Italia si distingue dal resto d'Europa e del mercato - commenta amareggiato Daniele Invernizzi, socio fondatore di eCarsNow! Italia - riducendo e non varando degli incentivi che di fatto  in questo modo sono stati solo d'aiuto alla crisi di tante piccole e medie aziende che nell'elettrico hanno creduto, investendo capacità e capitali.

Gli incentivi sono già di per sé un "rallentatore" di mercato perché, ovviamente, l'acquirente rimanda l'acquisto in ragione del loro avvio: incentivi annunciati, poi ridotti e sospesi sono però una vera e propria beffa ed uno schiaffo morale per chi vede a listino solo veicoli a zero emissioni.

Molte imprese italiane, tante delle quali vicine ad eV-Now!, hanno programmato con grandi sforzi una resistenza imprenditoriale fino a gennaio, al fine di soddisfare la voglia di veicoli a zero emissione di molti clienti, per poi ritrovarsi ancora una volta beffati, perché la maggior parte dei potenziali clienti abbandoneranno o rimanderanno ormai l'idea di passare all'elettrico ripiegando sul classico veicolo a scoppio, a due o quattro ruote.

Nel resto d'Europa i governi incentivano le aziende dell'elettrico a fare ricerca e sviluppo, a creare sinergie, a condividere le competenze di un settore che ovviamente all'inizio ha bisogno di essere avviato (come è accaduto e continua ad accadere per il classico automotive); da noi invece si è deciso di chiudersi a riccio anziché aggredire il mercato con innovazione, ecologia, competenza e qualità tipiche del belpaese. Ed anche questo contribuisce alla crisi».

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