[08/01/2013] News

Piantagioni di banane, in Costa Rica troppi pesticidi nell'organismo dei bambini

Migliore la situazione per quei bambini che vivono vicino ad una piantagione biologica

Environmental Research  ha pubblicato lo studio "Indigenous children living nearby plantations with chlorpyrifos-treated bags have elevated 3,5,6-trichloro-2-pyridinol (TCPy) urinary concentrations" dal quale emerge che i bambini che vivono vicino alle  piantagioni tradizionali in Costa Rica sono esposti due volte di più all''insetticida clorpirifos (Cpf) rispetto ai bambini che vivono nei pressi di piantagioni biologiche.

Più della metà dei 140 bambini studiati, soprattutto indigeni Ngäbe e Bribri, avevano esposizioni giornaliere più alte rispetto a quelle considerate sicure dagli standard Usa, dove l'utilizzo "residenziale" del pesticida ritrovato è stato collegato ad effetti neurologici sui bambini ed è vietato, anche se è ancora consentito per alcune colture. Le piantagioni di banane e piantaggine del Costa Rica esportano i loro prodotti nei mercati europei e statunitensi. L'industria delle banane utilizza più prodotti chimici di qualsiasi altra, tranne quella del cotone. I pesticidi vengono molto utilizzati per soddisfare la domanda dei consumatori occidentali di banane perfette e senza macchie, che vengono per lo più coltivate in monocolture di grandi dimensioni che sono molto più esposte ai parassiti ed alle malattie.  I pesticidi e i fertilizzanti utilizzati inquinano i corsi d'acqua e possono avere effetti devastanti sugli ecosistemi e sulla salute dei lavoratori. Ma anche la deforestazione per piantare più banane può distruggere interi ecosistemi. Tutto questo è ancora più preoccupante in un Paese come il Costa Rica che ha fatto dell'eco-turismo e della difesa della natura e dei diritti delle sue comunità indigene uno dei tratti distintivi delle sue politiche economiche e sociali

Il team di ricercatori provenienti da Costa Rica, Svezia, Olanda, Usa e Canada hanno studiato i bambini delle le comunità indie Bribri e Ngäbe nella regione di Talamanca del Costa Rica, sulla costa caraibica a sud est della capitale San Jose, dove le borse blu trattate con il cholorpyrifos (Cpf) punteggiano le piantagioni di banane e piantaggine. Per valutare l'esposizione dei bambini all'insetticida, i ricercatori hanno confrontato i livelli di TCPy, un metabolita e marker dell'esposizione al clorpirifos, nei bambini da tre villaggi: due vicini a piantagioni di banane e piantaggine che utilizzano borse trattate con Cpf, uno vicino a piantagioni biologiche dove i pesticidi vengono utilizzati poco o niente. 

Per misurare i livelli di TCPy sono stati raccolti campioni di urina di 140 bambini di età tra i 6 e i 9 anni e i dati sono stati utilizzati per calcolare quanto Cpf assorbano al giorno i bambini. Poi queste dosi giornaliere assorbite sono state confrontati con la "chronic population adjusted dose" (Cpad) fissata nel 2002 che l'Environmental protection agency Usa ritiene sicura per l'esposizione  a lungo termine nei bambini.  Prima che venisse modificata la normativa Usa i livelli di TCPy nei bambini statunitensi erano anche superiori a quelli dei bambini del Costa Rica, ma questi livelli sono drasticamente scesi dopo che sono entrati in vigore gli U.S. Cpf regs per impedire l'uso di Cpf su diversi tipi di frutta. Negli Usa da più di 10 anni è vietato l'uso indoor di Cpf e il suo utilizzo sui pomodori era già proibito nel 2001, quando il Cpf era stato limitato per l'utilizzo su mele e uva. 

Per valutare l'esposizione ambientale ai pesticidi dei piccoli indigeni del Costa Rica sono stati raccolti campioni anche dalle mani e dai piedi di alcuni dei bambini e di suolo, polvere nelle case e dei materassi, nell'acqua potabile e in quella di corsi d'acqua e nell'aria raccolti all'interno o nei pressi delle abitazioni dei bambini o vicino alle scuole. Secondo i ricercatori «In media, i bambini dei villaggi di banane e piantaggine avevano il doppio dei livelli TCPy nelle urine con "geometric means" di 1,6 e 2,0 microgrammi per litro (mg/l) rispetto ai bambini del villaggio delle banane bio, che hanno avuto una media di 0,8 mg/l. Anche i ragazzi che vivono nelle  piantagioni di banane avevano livelli più alti di TCPy rispetto alle ragazze, il che suggerisce che i ragazzi passano più tempo a lavorare nella piantagione o nell'assistenza ad altri compiti connessi con l'esposizione al Cpf. Gli allarmanti livelli di TCPy nelle urine suggeriscono che più della metà dei ragazzi di tutti e tre i villaggi abbiano superato la dose giornaliera di riferimento Cpf  considerata sicuro per gli standard Usa di 0.03 μg/kg/giorno per le esposizioni croniche nei bambini. In media, i bambini dei villaggi di banana e piantaggine hanno assorbito 3 volte la dose di riferimento, e quelli del villaggio biologico hanno assorbito 1,5 volte la dose di riferimento. Il livello di riferimento è stato superato rispettivamente nel 97%, 82% e 68%  dei singoli campioni di urina dei bambini dei villaggi di banane e piantaggine e di quelli biologici». 

Ma è l'intero ambiente nel quale vivono i bambini Ngäbe e Bribri ad essere fortemente contaminato dal Cpf, e quelli che vivono nei villaggi delle piantagioni di banane sono più contaminati di quelli delle coltivazioni di piantaggine. I livelli di Cpf trovati nel lavaggio delle mani e dei piedi dei piccoli indios e nei campioni ambientali dei villaggi delle banane erano anche 3 volte superiori a quello del villaggio della piantaggine. I bambini del villaggio delle banane vivono solo a 16 - 87 metri dalla piantagione e giocano nel cortile della scuola accanto ai campi di banane. La più bassa esposizione dei bambini del villaggio della piantaggine può derivare dal fatto che vivono a più di un km dalla piantagione.

Comunque, esposizioni agli antiparassitari superiori a quelle raccomandate dagli standard Usa sono state osservate nei bambini che vivono vicino alle piantagioni della Costa Rica che utilizzano insetticidi rispetto ai bambini che vivono vicino alle piantagioni di agricoltura biologica. «I risultati sollevano preoccupazioni per effetti a lungo termine sulla salute dei giovani - sottolineano i ricercatori - I bambini che vivono nei due villaggi vicino alle piantagioni di banane e piantaggine che utilizzano sacchetti trattati con Cpf hanno esposizioni più elevate rispetto ai bambini di un terzo villaggio con produzione di frutta prevalentemente biologica. Cosa allarmante, in più della metà dei bambini studiati in tutti e tre i villaggi sono state anche calcolate esposizioni giornaliere che sono considerate non sicure secondo gli standard statunitensi. I  risultati suggeriscono che le "Cpf-treated bags" contribuiscono alle esposizioni al clorpirifos nei bambini del Costa Rica a livelli che possono influenzare la loro salute. Anche se gli effetti sulla salute non sono stati misurati direttamente nei bambini, gli studi precedenti collegano le esposizioni pre-natali al Cpf ad abbassamento del quoziente intellettivo, problemi di memoria, ritardi nello sviluppo mentale e motorio ed a maggiori tassi di Adhd nei bambini», cioè l'Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, sindrome da deficit di attenzione e iperattività.

Oltre alle preoccupazioni per l'esposizione al Cpf di bambini e lavoratori, la produzione convenzionale di banane pone anche delle preoccupazioni ambientali. Secondo BananaLink, una Ong britannica, i lavoratori delle piantagioni di banane possono lavorare fino a 10 - 12 ore al giorno in ambienti caldissimi, dove non hanno accesso all'acqua potabile o a dispositivi di protezione per ridurre l'esposizione ai prodotti chimici di sintesi. Molti di questi lavoratori non arrivano nemmeno a guadagnare un salario per far sopravvivere le loro famiglie.

Fortunatamente si stanno sviluppando novi modi per ridurre la necessità di pesticidi e altri prodotti agrochimici nelle coltivazioni di banane. Le nuove opzioni comprendono l'utilizzo di diverse specie di banane e la rotazione delle colture per ridurre le infestazioni di parassiti, l'installazione di trappole ai feromoni per attirare lontano dalle piantagioni gli organismi infestanti, la rimozione a mano delle piante malate, il rafforzamento del suolo con sostanze organiche che migliorano la salute ambientale dei bananeti. Tutto questo può eliminare l‘utilizzo del Cpf e contribuire così a proteggere la salute dell'ambiente, dei lavoratori delle piantagioni e dei loro figli.    

Torna all'archivio