[04/01/2013] News

La Transocean pagherą 1,4 miliardi di dollari di risarcimenti per la marea nera del Golfo del Messico

La multinazionale proprietaria della Deepwater Horizon esce dal processo civile di New Orleans

La multinazionale svizzera Transocean ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il Dipartimento di giustizia Usa «Per risolvere alcune azioni civili e penali  in sospeso contro  potenziali crimini della compagnia derivanti dall'incidente del 20 aprile 2010 che ha coinvolto la Deepwater Horizon  nel Golfo del Messico». La Transocean era la proprietaria della piattaforma di trivellazione ad alta profondità che con la sua esplosione ed affondamento ha provocato la morte di 11 lavoratori e il più grosso disastro ambientale della storia Usa.

Adesso, la multinazionale afferma che «Come parte di questa risoluzione, una controllata Transocean ha accettato di dichiararsi colpevole di una violazione del Clean Water Act (Cwa) per lo scarico negligente di petrolio nel Golfo del Messico e di pagare 1,4 miliardi di dollari di multe, ripristini  e sanzioni, esclusi gli interessi. Questa risoluzione comporterà che il Dipartimento di giustizia concluda la sua indagine penale su Transocean, estinguendo le richieste di sanzioni civili nei confronti della compagnia relative allo sversamento dal giacimento di Macondo della Bp». Le violazioni riguardano anche la mancanza di monitoraggio e specifiche operazioni durante la procedura di abbandono della piattaforma petrolifera il 20 aprile 2010 

Il Procuratore generale statunitense Eric Holder ha detto alla radio pubblica Usa Npr che l'accordo «Ci porta ad un significativo passo verso la giustizia per la devastazione umana, ambientale ed economica causata dal disastro della Deepwater Horizon».

In base agli accordi, Transocean pagherà i 1,4 miliardi dollari in 5 anni: 560 milioni di dollari nel 2013; 460 milioni di dollari nel 2014;  260 milioni di dollari nel 2015; 60 milioni di dollari sia nel 2016 che nel 2017.  

400 milioni di dollari sono sanzioni penali: alla National academy of sciences andranno 150 milioni per un periodo di 5 anni per la prevenzione e l'intervento sugli sversamenti petroliferi nel Golfo del Messico; anche alla National fish and wildlife foundation andranno 150 milioni di dollari, ma per tre anni  e destinati a progetti di ripristino delle risorse naturali e  dell'habitat costiero, compresa la bonifica e il ripristino delle barrier islands al largo della costa della Louisiana, e per progetti sui fiumi Mississippi e Atchafalaya.

La multinazionale ha inoltre accettato di pagare più di 1 miliardo di dollari di sanzioni civili, l'80% delle quali potrebbero andare a finanziare progetti nei Paesi del Golfo in base alla legge "Restore" approvata dal Congresso Usa nel 2012.

L'accordo però fa uscire la Transocean dal grande processo civile sulla marea nera del Golfo del Messico che inizierà a New Orleans alla fine di febbraio. David Uhlmann, un ex environmental crimes prosecutor che oggi insegna all'università del Michigan, ha detto alla Npr che «Il Dipartimento di giustizia dovrebbe essere lodato per aver negoziato un civil settlement da un miliardo di dollari con Transocean, che è una cifra record e riflette la portata della tragedia della fuoriuscita di petrolio del Golfo. Ma anche la sanzione penale anche avrebbe dovuto essere di almeno un miliardo di  dollari per i numerosi fallimenti della Transocean per trivellare in modo sicuro, che sono costati la vita ad 11 lavoratori e miliardi di dollari di danni per le comunità lungo il Golfo. Transocean ha reso noto a settembre che stava cercando un accordo da 1,5 miliardi dollari, per cui è curioso che il Dipartimento di giustizia abbia accettato un accordo che per la Transocean è meglio di quello che stava proponendo e che fa cadere le accuse di omicidio colposo dei marinai».

Il patteggiamento con i proprietari della Deepwater Horizon arriva poche settimane dopo che il gigante petrolifero Bp ha accettato di pagare 4,5 miliardi di dollari per risolvere le pendenze penali ed alcune di quelle civili che aveva con il Dipartimento di Giustizia, ma i governi federale e degli Stati del Golfo colpiti dalla marea nera continuano a negoziare su altre denunce e rivendicazioni legali. 

 

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