[27/12/2012] News toscana

Continua la "toscanizzazione" dell'Antartide: arrivati nuovi geologi dell'università di Pisa

Prosegue il "flusso" di ricercatori degli atenei toscani verso l'Antartide. Dopo l'equipe dell'università di Siena partita il 27 novembre e quella di tre studiosi dell'Università di Pisa, il 24 dicembre sono volati in Antartide altri due geologi del dipartimento di Scienze della Terra dell'Ateneo pisano, inseriti nella XXVIII missione del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra).

Chiara Montomoli e Natale Perchiazzi, affiancati da Rodolfo Carosi (dell'università di Torino), tenteranno di capire attraverso quali processi geologici l'Antartide abbia acquisito la sua attuale configurazione e di ricostruirne la storia nelle varie ere geologiche. La zona in cui si concentra l'attività di ricerca dei geologi italiani è la porzione settentrionale della Terra Vittoria (Northern Victoria Land), un'estesa regione che si affaccia sulla costa occidentale del Mare di Ross (Ross Sea), proprio a sud della Nuova Zelanda.

Il continente antartico è una vasta area emersa (più grande dell'Europa) ricoperta quasi totalmente da ghiaccio, ma sotto al quale, contrariamente a quanto avviene nell'Artide, esistono rocce che in numerosi punti sono "in affioramento", soprattutto lungo le zone periferiche del continente e in corrispondenza delle fasce montuose. L'attività dei ricercatori dell'Ateneo pisano si focalizzerà sulle rocce testimoni di una fase cruciale della storia dell'Antartide, quella che risale al Giurassico, intorno a 180-170 milioni di anni fa.

«Gli obiettivi principali sono l'acquisizione di una vasta serie di nuovi dati, stratigrafici, sedimentologici, paleontologici, strutturali, petrografici e geocronologici, che consentiranno una migliore caratterizzazione delle successioni vulcano-sedimentarie Triassico-Giurassiche che affiorano lungo la catena Transantartica nella Terra Vittoria - hanno spiegato i ricercatori - Particolarmente interessanti possono essere le conclusioni relative ai cambiamenti climatici a scala globale verificatisi a seguito dell'attività magmatica avvenuta nel Giurassico inferiore».

L'attività di ricerca in Antartide dell'Ateneo pisano che si sviluppa in un vasto insieme di discipline (chimica, biologia, scienze della terra), si svolge nel rispetto degli accordi internazionali previsti dal cosiddetto Patto Antartico, che prevede di "utilizzare" l'Antartide come un grande laboratorio senza interessi di tipo economico o militare seguendo progetti scientifici nazionali e internazionali approvati dallo Scar (Scientific committee for the antartic research) che è l'ente scientifico mondiale che esamina e approva i programmi di studio in Antartide. Anche questa equipe di ricercatori si appoggerà alla base Italiana del Pnra "Mario Zucchelli", gestita dall'Enea, che si trova sulla costa del Mare di Ross, nella Baia Terra Nova, mentre le località da esplorare saranno raggiunte con una serie di escursioni giornaliere in elicottero, allo scopo di effettuare campionamenti sugli affioramenti rocciosi e chiarire le relazioni e le giaciture delle rocce affioranti. D

urante il periodo di svolgimento della missione (24 dicembre-8 febbraio) i ricercatori pubblicheranno un "diario" delle loro attività sulla pagina Facebook http://www.facebook.com/SpedizioneInAntartide.

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