[21/12/2012] News

Moria di pesci al Puntone (GR): le attivitą di ARPAT

In merito agli articoli di stampa l'Agenzia precisa

Il 1° dicembre ARPAT è intervenuta presso il canale emissario di Scarlino a seguito della segnalazione di una moria di pesci (si veda la relativa notizia ). Allo stesso tempo sono state coinvolte tutte le aziende utenti del canale affinché dichiarassero eventuali responsabilità in relazione all'evento. Non si tratta, in questo caso, di una "ingenuità" - come riportato sulla stampa - ma di un doveroso atto formale attraverso il quale sono registrate e fascicolate le dichiarazioni rilasciate da ciascuna azienda che, con i propri scarichi, risulta corresponsabile della qualità delle acque del canale.

Parallelamente ARPAT ha svolto le indagini analitiche ed ispettive del caso. In occasione del sopralluogo del 1° dicembre è stato infatti prelevato un campione delle acque del canale sottoposto ad analisi chimiche e prova di tossicità. Le analisi non hanno rilevato alcuna anomalia, nessuna presenza di effetto tossico residuo. Nello stesso tempo sono stati prelevati, da parte della Polizia provinciale, alcuni esemplari di pesci per il successivo esame da parte dell' Istituto Zooprofilattico (IZP). Il rapporto dell'IZP depone per un avanzato stato di decomposizione dei pesci che ha impedito altre valutazioni.

Il collegamento fatto sulla stampa tra questo evento e l'evento del dicembre 2010 è sbagliato. L'evento avvenuto il 27 dicembre 2010 riguardava lo spiaggiamento di organismi marini (in parte ancora vitali) in un tratto di costa compreso tra il lato sinistro dello sbocco a mare del canale emissario e la zona a nord del pontile di Nuova Solmine, denominata "Polveriera"; in quest'ultima zona fu accertata la massima presenza di organismi spiaggiati che risultavano costituiti, in larga prevalenza, da molluschi bivalvi del genere Mactra, accompagnati da alcune decine di cefali. L'assenza, all'epoca, di organismi privi di vita all'interno del canale industriale e l'assenza di effetto tossico nelle acque del canale stesso al momento del sopralluogo, non consentirono di mettere in relazione lo spiaggiamento con l'emissione di reflui dal comprensorio industriale. Non risulta quindi corretto definire l'evento del dicembre 2010 come riguardante il canale emissario.

È ben chiaro a questa Agenzia che la soluzione delle morie di organismi nel canale non può essere individuata intervenendo soltanto dopo che è stato rilevato l'evento, ma attraverso il controllo regolare e sistematico del canale e dei reflui che vi si immettono. Proprio in questa logica ARPAT ha lavorato in questi ultimi 6 anni, individuando nell'intrusione delle acque clorate del canale di adduzione nelle acque del canale emissario una causa delle crisi tossiche. La separazione netta dei due canali ha comportato, negli ultimi 5 anni, che non siano state rilevate crisi tossiche significative.

ARPAT, ormai da alcuni anni, ha anche proposto la messa in esercizio di un sistema di monitoraggio in continuo della qualità delle acque del canale, misura recepita anche nelle recenti Autorizzazioni AIA rilasciate alle aziende che sversano i propri reflui nel canale. A tutt'oggi - purtroppo - questo sistema di monitoraggio non è stato ancora realizzato da parte delle ditte.

L'evento del 1° dicembre scorso rappresenta un preoccupante segnale di discontinuità rispetto agli ultimi anni. ARPAT, in accordo con i Comuni di Scarlino e Follonica e l'Amministrazione provinciale, potrà individuare le risorse necessarie per continuare e ampliare le attività di indagine rivolte a individuare le cause delle morie senza dimenticare che spetta comunque alle aziende, titolari degli scarichi, dimostrare maggiore determinazione e collaborazione per la soluzione del problema.

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