[19/12/2012] News

La fine della rivoluzione verde: calano le rese agricole nel 24-39% delle aree di coltivazione

«Abbiamo pensato alle colture destinate ad alimentare animali e auto, ignorando la sicurezza alimentare delle persone»

Nature Communications ha pubblicato lo studio "Recent patterns of crop yield growth and stagnation" nel quale un team di ricercatori dell' Institute on the environment dell'università del Minnesota e della McGill University di Montreal, evidenzia che «Nei prossimi decenni, la continua crescita della popolazione, l'aumento del consumo di carne e latticini e lo sviluppo dell'aumento dei biocarburanti aumenterà notevolmente la pressione globale sull'agricoltura. Anche se siamo di fronte a questi oneri futuri, sono stati segnalati casi sporadici di stagnazione nella resa nelle colture dei cereali più importanti del mondo, tra i quali mais, riso e frumento». Lo studio di fatto smentisce i risultati di un'altra recente ricerca della Rockefeller university, che dava per raggiunto il picco delle terre agricole ed annunciava che la maggiore produttività permetterà di rinaturalizzare il 10% delle aree attualmente coltivate.

Infatti i ricercatori statunitensi e canadesi hanno analizzato i dati provenienti da circa 2.5 milioni di censimenti eseguiti in tutto il mondo durante il periodo che va dal 1961 al 2008. «Abbiamo esaminato l'andamento delle rese per le quattro colture principali nel mondo: mais, riso, grano e soia. Anche se i rendimenti continuano ad aumentare in molti settori, abbiamo trovato che nel  24-39 % delle aree di coltivazione di mais, riso, grano e soia, le rese non sono mai migliorate, stagnano  o sono al collasso. Questo risultato sottolinea la sfida per soddisfare le crescenti esigenze agricole globali. Sono necessari nuovi investimenti in regioni poco efficienti, così come le strategie per proseguire con i rendimenti crescenti nelle aree ad alte performance».

Quindi la "rivoluzione verde" è ormai ferma: il team di ricerca guidato da Deepak Ray ha prodotto mappe dettagliate delle aree geografiche con raccolti e produzione dalle quali emerge che nei principali Paesi produttori ed in vaste aree delle due nazioni più popolate, la Cina e l'India, il trend è quello della stagnazione o del declino delle rendite agricole.

Secondo Ray, «Questo studio delinea chiaramente le aree dove i rendimenti delle colture alimentari più importanti sono in stagnazione, declino, o mai migliorata, come pure le aree in cui i rendimenti sono ancora in rapido miglioramento. Come risultato, suona l'allarme sul fatto che dobbiamo cambiare strada, se nei decenni a venire vogliamo nutrire una popolazione in crescita, e puntare su esempi positivi da emulare».

La studio sottolinea che i raccolti di grano e riso, le due colture che da sole forniscono circa la metà delle calorie alimentari del mondo, sono in declino in una percentuale maggiore di terreni agricoli rispetto al mais ed alla soia, che sono utilizzati in gran parte per la produzione di carne o di biocarburanti.

«Questa scoperta è particolarmente preoccupante perché suggerisce che abbiamo concentrato preferenzialmente i nostri sforzi per il miglioramento delle colture destinate ad alimentare gli animali e le auto, mentre abbiamo ampiamente ignorato gli investimenti per il grano ed il riso, coltivazioni per dare cibo alle persone e che sono alla base della sicurezza alimentare in gran parte del mondo - ha detto uno dei coautori dello studio, Jonathan Foley, preside della facoltà di scienze biologiche della McKnight  - Come possiamo soddisfare le crescenti esigenze di alimentare delle persone in futuro, se un terzo dei nostri terreni agricoli, delle nostre colture più importanti, non sono migliorano più i loro rendimenti?»

Il documento suggerisce due azioni: 1) Lavorare per mantenere il trend positivo nel 61-76% dei terreni coltivati nei quali il rendimento sta ancora salendo. 2) Incoraggiare le regioni produttrici di  colture di tutto il mondo a controllare i loro trend di rendimento e quelli degli altri per identificare ciò che funziona e ciò che potrebbe essere migliorato.

Ray  conclude: «Una ricerca precedente suggerisce che molti fattori lavorano insieme per limitare la crescita dei rendimenti, dalle pratiche di coltivazione ai parassiti ad una esigenza di miglioramento delle sementi. Questo documento non fa altro che fornire concrete e dettagliate informazioni ai policy makers perché le utilizzino per identificare le regioni in cui la crescita dei rendimenti è in stagnazione o regredisce, per capire quali fattori limitanti siano in gioco e poi lavorare per invertire questo trend».

 

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