[17/12/2012] News

Il Giappone va a destra e ritorna al nucleare

Sale la tensione con la Cina e Tokyo punta ad un accordo con Mosca

L'ex primo ministro giapponese Shinzo Abe (Nella foto) e il suo Partito liberaldemocratico (Ldp) che, salvo due brevi parentesi, ha sempre governato il Giappone dopo la seconda guerra mondiale, hanno ottenuto una vittoria schiacciante nelle elezioni della Camera bassa: il  Partito Democratico del Giappone (Jdp) del primo ministro Yoshihiko Noda ha subito una sconfitta devastante, pagando le sue indecisioni, le divisioni interne, la pessima gestione della crisi nucleare a Fukushima Daiichi e il cedimento alla destra nazionalista sul riarmo del Paese e sulla gestione del contenzioso territoriale con la Cina sulle isole Senkaku (come le chiamano i giapponesi) o Diaoyu (come le chiamano i cinesi).

Il Ldp si è aggiudicato 294 seggi (meno di quanto prevedevano i primo exit  polls), ma con il suo alleato New Komeito, il partito della destra buddista raggiunge la maggioranza dei due terzi che permetterà di approvare le leggi anche se saranno respinte dalla Camera alta. Ma non è detto che restino fuori dalla maggioranza i nuovi partiti dell'estrema destra nazionalista anti-cinese, visto che Abe ha dichiarato che il  suo partito cercherà il sostegno del maggior numero di forze politiche in caso di decisioni importanti.

Quello che è apparso subito evidente è che, nonostante le imponenti manifestazioni anti-nucleari, Lpd e New Komaito sono intenzionati a riavviare al più presto le centrali nucleari giapponesi, anche perché la lobby atomica li ha, come sempre, fortemente sostenuti.

La sconfitta del Jdp è bruciante: si è aggiudicato solo  57 seggi dei 230 che aveva prima delle elezioni ed è stato quasi raggiunto, con 54 seggi, dal Japan restoration party, una nuova formazione dell'estrema destra nazionalista fondata dal sindaco di  Osaka Toru Hashimoto e guidata dall'ex governatore di Tokyo Shintaro Ishihara, e che è addirittura arrivato secondo nel voto proporzionale.  L'Your Party, dell'ex ministro alla riforma amministrativa  Yoshimi Watanabe, si è aggiudicato 18 seggi.  Buona affermazione con 9 seggi del  nuovo Tomorrow Party of Japan,  guidato da  Yukiko Kada , il governatore anti-nucleare della Prefettura di Shiga, Yukiko Kada, nel quale sono confluiti gli scissionisti del Jdp di Ichiro Ozawa, che hanno aperto la strada alla crisi di governo ed hanno consegnato il Giappone al centro-destra nuclearista. A sinistra resiste ancora il vecchio  Partito comunista giapponese con 8 seggi, mentre il Partito socialdemocratico, che aveva abbandonato presto il governo di coalizione di centro-sinistra, si ferma a 2 seggi. Solo un seggio al Nuovo Partito Popolare, partner del Jdp, come al Nuovo partito Daichi, un partito regionale della prefettura di Hokkaido .

La Cina sembra fortemente preoccupata per una svolta a destra alla quale ha pure contribuito fortemente favorendo imponenti manifestazioni anti-giapponesi ed alzando continuamente la tensione sulle rivendicazioni delle isole Senkaku/Diaoyu i cui fondali pescosi nascondono petrolio e gas. Alla vigilia delle elezioni, il 13 dicembre, un aereo B-3837 da ricognizione cinese è stato inviato nelle isole per raggiungere i pattugliatori navali, infiammando sia la destra nazionalista che lo stesso governo giapponese uscente che hanno immediatamente gridato all'invasione dello spazio aereo nazionale. Intanto la Cina ordinava alle imbarcazioni giapponesi entrate nelle acque delle Diaoyu  di lasciarle immediatamente perché «Le isole Diaoyu ed i loro isolotti fanno parte integrante del territorio cinese» e che «Il Giappone deve cessare le sue operazioni illegali nelle acque e nello spazio attorno a queste isole. La crisi attuale delle relazioni sino-giapponesi è il risultato dell'acquisto illegale delle isole Diaoyu da parte del Giappone». Ma, appena avuto notizia della sua vittoria, Shinzo Abe ha risposto che le isole Senkaku sono giapponesi.

I media cinesi hanno seguito con molta attenzione le elezioni giapponesi e la televisione di Stato ha trasmesso aggiornamenti, mettendo in guardia sulla possibile svolta a destra e sull'impegno dl Ldp a rivedere la Costituzione pacifista del Giappone, trasformando le Forze di autodifesa in Forze di difesa nazionale. Nonostante la retorica nazionalista e la commemorazione in grande stile del massacro di Nanchino perpetrato dalle truppe giapponesi, la Cina spera il cambiamento di governo a Tokyo possa essere l'occasione per migliorare le relazioni, ma non è disposta a rinunciare alle rivendicazioni su quel pugno di isole disabitate ma strategiche.

La svolta nazionalista preoccupa anche la Corea del sud, che teme una posizione più aggressiva di Tokyo anche sulle dispute territoriali che la coinvolgono. Intanto il regime militar-nazional-stalinista della Corea del nord ha accusato il Ldp di mirare a ristabilire militarismo in Giappone, ma la verità è che Pyongyang ha un bisogno tremendo di normalizzare le relazioni diplomatiche con il Giappone per garantirsi una cooperazione economica per ricostruire la sua economia devastata.

Abe ha comunque detto che il suo governo vuole buone relazioni con la Cina, ma intanto, per alleggerire la tensione,  apre la porta  ad un accordo di pace con la Russia per risolvere il contenzioso territoriale sulle isole Curili meridionali (Ituroup, Kunachir, Shikotan e Habomai) occupate dalla Russia dopo la seconda guerra mondiale, cosa per la quale i due Paesi restano ancora formalmente "in guerra" non avendo concluso alcun trattato di pace. «Considero cruciali le relazioni con la Russia - ha detto durante una conferenza stampa post-elettorale - All'epoca in cui occupavo il posto di primo ministro, ho incontrato a più riprese il presidente Vladimir Putin. Quest'ultimo è stato rieletto per un nuovo mandato. Da parte mia, ridiventerò capo del governo e quindi insieme potremo contribuire a migliorare le relazioni russo-nipponiche». Pechino è avvertita.

Torna all'archivio