[14/12/2012] News

Il Wwf censisce la biodiversità delle sue oasi: nuove scoperte e molte difficoltà per habitat e specie

Oggi al convegno "Il monitoraggio della Biodiversità nella Rete Natura 2000" organizzato da Wwf e ministero dell'Ambiente sono emerse alcune buone notizie ma anche la consapevolezza che c'è ancora molto da fare per tutelare l'enorme biodiversità italiana. Il Wwf fornisce i principali dati del monitoraggio che ha realizzato con l'aiuto volontario di 200 esperti naturalisti,  in 77  Siti d'importanza comunitaria (Sic) che coincidono con altrettante oasi gestite dall'associazione, e sono censite circa 2.600 aree tutelate a livello europeo,  277 sono Zone di protezione speciale (Zps) e 2.295  Sic. Secondo il Panda, per il nostro Paese: «Sono 84 gli  habitat e 1107 le specie censite in più rispetto a quanto previsto dai Formulari ufficiali di Rete Natura 2000, mentre  10 habitat e 176 specie  non sono più presenti, scomparse  e sono 791 le specie  e 75 gli habitat che hanno uno  status peggiore di quanto registrato in precedenza». Le principali minacce per la biodiversità italiana «Si chiamano agricoltura, specie esotiche invasive, incendi, regolazione delle acque, turismo, caccia, consumo del suolo». Il monitoraggio è stato svolto con un metodo che potrà essere facilmente e auspicabilmente utilizzato dagli altri enti pubblici e privati che in Italia gestiscono questo prezioso patrimonio di biodiversità. Le 114 le Oasi Wwf in Italia si estendono su 35.000 ettari e 76 oasi sono Sic (poco più del 3% dei Sic italiani). Nelle Oasi Wwf sono rappresentati il 66% degli habitat per la bioregione "alpina", il 57% per quella "continentale" e il 65% per quella "mediterranea".

Partendo da questi dati, il convegno ha fatto il punto sulle criticità e sulle emergenze che interessano le 77 aree censite ma potenzialmente tutto l'ambiente circostante, per poi individuare i migliori progetti e le ricerche ancora necessarie per migliorare la conservazione di queste aree importanti a livello europeo perché ricchissime di biodiversità. Inoltre il convegno è stata l'occasione di un  confronto con le attuali linee guida preparate dal Ministero dell'Ambiente con il contributo di Ispra, favorendo anche uno sguardo più ampio su esperienze di altri soggetti europei che seguono la gestione di reti di aree protette.

Il presidente onorario del Wwf Italia, Fulco Pratesi, ha sottolineato: «Le nostre 114 oasi sono rappresentative di tutta la natura italiana e con i loro 35.000 ettari sono come un grande parco nazionale diffuso dalle Alpi alla Sicilia. I dati raccolti sottolineano ancora una volta la grande responsabilità che abbiamo come associazione chiamata a proteggere la biodiversità custodita nelle oasi sotto la nostra gestione. Questo vale ancora di più per quelle specie come il cervo sardo o la testuggine palustre siciliana che vivono solo in piccolissime aree del nostro paese».

Il Wwf presenta alcuni dei gioielli della biodiversità difesi dalle sue oasi: «In Sardegna, ad esempio, oltre alla nota e storica popolazione di cervo sardo presente a Monte Arcosu, è bene ricordare, il geotritone di Genè (Speleomantes genei), specie endemica del Sulcis Iglesiente, come invece in Sicilia è presente la testuggine palustre di Sicilia (Emys trinacris) nelle Oasi di Torre Salsa e Lago di Preola Gorghi Tondi dove il Wwf sta svolgendo da anni approfonditi studi e monitoraggi. Altrettanto importanti sono i pipistrelli per i quali sono in corso studi particolari nell'oasi Gole del Sagittario e Calanchi d'Atri in Abruzzo. Ma anche la lontra (Lutra lutra), specie tipica degli ambienti acquatici e presente in diverse oasi del centro sud Italia, rappresenta una importante specie chiave e per la quale il Wwf ha promosso studi e progetti gestendo anche un centro Lontra aperto al pubblico nell'Oasi lago di Penne (Abruzzo)».

Andrea Agapito Ludovici, responsabile reti e oasi Wwf e autore del dossier , ha evidenziato che «Una delle priorità che emerge dal presente monitoraggio è l'assoluta urgenza di approfondire ulteriormente le conoscenze su habitat e specie, da parte del ministero dell'ambiente aggiornare la nomenclatura e gli elenchi delle specie che spesso non è in linea con le ultime scoperte scientifiche . Questo è indispensabile per migliorare l'azione di conservazione di Rete Natura 2000, ma anche per valutare lo "stato soddisfacente" degli habitat e dell'intera Rete come richiesto dalla normativa europea. Inoltre una puntuale conoscenza delle caratteristiche di specie ed habitat è il presupposto principale per garantire corrette ‘Valutazioni d'incidenza' nel caso di realizzazione di nuove opere».

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