[12/12/2012] News

Greenpeace: a Brindisi la centrale a carbone dell’Enel colpisce di più i bambini

Si apre oggi a Brindisi il processo che vede imputati 13 dirigenti della centrale Federico II dell'Enel per getto pericoloso di cose, danneggiamento delle colture e insudiciamento delle abitazioni e Greenpeace svela il mistero di una serie di manifesti anonimi comparsi da alcuni giorni sui muri della città pugliese, dove accanto all'immagine della centrale Enel di Cerano si leggeva: "Sono in arrivo nuovi filtri per le centrali a carbone della tua città". Infatti la seconda serie di manifesti affissi oggi porta proprio la firma Greenpeace.

Il nuovo manifesto, mette in primo piano alcuni bambini di Brindisi davanti alla centrale a carbone e questa volta si legge: "Le centrali a carbone della tua città hanno nuovi filtri. I polmoni di...", dove la frase è completata di volta in volta con il vero nome del minore ritratto, di cui si specifica l'età.

In calce alle foto c'è un altro messaggio: «Deficit nello sviluppo neonatale, deficit polmonari, malattie respiratorie, asma infantile, disordini dello sviluppo, patologie neuronali, cancro. Gli 84 inquinanti emessi da una centrale a carbone hanno molti effetti sui tuoi figli, ma una sola soluzione: fermare il carbone».

Andrea Boraschi, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia, spiega: «Con questa campagna intendiamo richiamare l'attenzione su un dato che non deve essere mai dimenticato: gli impatti sanitari delle centrali a carbone di Brindisi, come quelli di qualsiasi impianto alimentato con la stessa fonte, sono enormi; e la popolazione più esposta a quei mali sono i bambini, spesso colpiti dagli inquinanti ancor prima di nascere»

Greenpeace ricorda che nel 20111 l'Agenzia europea per l'ambiente aveva segnalato la centrale Enel di Brindisi come il sito industriale più inquinante d'Italia: «Secondo l'Agenzia della Ue le emissioni di quell'impianto (in riferimento ai dati del 2009) determinano una mortalità prematura stimabile in 119 casi l'anno. A questi andrebbero sommati gli impatti dell'impianto di Brindisi Nord di Edipower, che ha appena ottenuto una nuova Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per tornare a lavorare a pieno regime».

L'associazione ambientalista segnala anche uno studio del 2011, realizzato dall'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce e di Pisa con l'Unità operativa di Neonatologia dell'ospedale Perrino di Brindisi, la Asl di Brindisi e l'Università di Pisa che segnala «Un eccesso nelle patologie neonatali riscontrate nel capoluogo pugliese del 18% rispetto alla media europea, con uno scarto che raggiunge quasi il 68% in riferimento alle patologie congenite cardiovascolari». Viene anche sottolineato che «La letteratura scientifica internazionale è concorde nel segnalare che i danni sanitari maggiori prodotti dal carbone si riscontrano nei bambini. Diversi studi mettono in luce, ad esempio, i danni neurologici provocati ai bambini dal mercurio che fuoriesce dalle centrali (L.Trasande et al. Public Health and Economic Consequences of Methyl Mercury Toxicity to the Developing Brain. Environ Health Perspect. 2005 May ); altri indicano gli enormi impatti sul sistema respiratorio infantile (A.Millman et al. Air Pollution Threatens the Health of Children in China. Pediatrics Volume 122, Number 3, September 2008 )».

Greenpeace ringrazia i bambini di Brindisi e i loro genitori, che in nome della salute e dell'ambiente hanno consentito la realizzazione della campagna di sensibilizzazione e le "Mamme No al Carbone" e chiede «Un progressivo abbandono, entro il 2030, del carbone: una fonte energetica fortemente dannosa per la salute e la più impattante sul clima globale. Oltre allo stop ai nuovi progetti di centrale a carbone è assolutamente evidente che gli impatti di questa fonte sporca non sono più tollerabili e che è necessario da subito ridurre la produzione di elettricità da carbone che va progressivamente abbandonata. Esistono tutte le condizioni per un dimezzamento entro il 2020 e un azzeramento entro il 2030».

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