[07/12/2012] News toscana

Fondo sociale europeo, un ponte della sostenibilità a rischio tra Europa e Toscana

In questi anni, in cui si è palesata una crisi economica, sociale ed ambientale che non ha avuto pari almeno dal dopoguerra, la Toscana ha tenuto la rotta tenendo fede agli impegni presi in campo sociale anche grazie alle risorse del Fondo sociale europeo che, con il Programma operativo regionale 2007-2013, ha messo a disposizione oltre 664 milioni di euro.

E' questa in sintesi l'analisi dell'assessore alle Attività produttive, lavoro e formazione, Gianfranco Simoncini (nella foto), che ha effettuato durante  l'incontro "Verso la programmazione 2014-20120", svoltosi oggi a Livorno, in cui è stato fatto anche il punto sulla fine del periodo di programmazione 2007-2013. «E' uno strumento che si è rivelato essenziale per fronteggiare la crisi, per sostenere l'occupazione, investire sul capitale umano a partire dall'infanzia, attuare iniziative a favore dei giovani, delle donne, dei soggetti deboli del mercato del lavoro - ha detto l'assessore - E' uno strumento che ci serve ora e ci servirà nei prossimi anni. Per questo stiamo seguendo con attenzione e impegno la discussione che dovrà portare a determinare, per il nuovo periodo di programmazione, l'entità dei fondi». 

La Toscana ha dimostrato di saper impiegare le risorse provenienti dall'Europa, con una buona capacità di spesa, che si colloca al di sopra della media italiana. Il programma toscano ha approvato circa 42 mila interventi, per un valore di impegni pari a 490 milioni e di pagamenti pari circa 323 milioni di euro (lo scorso anno i pagamenti erano a quota 240 milioni). Complessivamente, se si considera lo stanziamento complessivo, la percentuale di impegni tocca il 74%. I destinatari sono oltre 166 mila, di cui oltre il 50% donne. 

Sono state inoltre indirizzate risorse per i giovani, particolarmente penalizzati in questa fase: ad esempio, grazie a rimodulazioni delle risorse Fse, un anno e mezzo fa è stato lanciato il progetto Giovanisì, introducendo con legge l'obbligo di retribuzione per tirocini e stage presso le aziende, per rendere più trasparente il mercato del lavoro e prevenire forme di sfruttamento occulto. E ancora risorse per la formazione superiore, finanziata con oltre 24 milioni di euro del Fse, e per il mondo del lavoro.

Riconosciuta dunque l'importanza dello strumento Fse anche per innescare processi di sviluppo sostenibile, e con la consapevolezza del fatto che le politiche di austerità hanno reso per le Regioni ancor più vitale il ricorso alle risorse e agli strumenti europei, cui almeno nel medio periodo sarà impossibile rinunciare, c'è preoccupazione da parte della Regione Toscana per quanto accaduto a Bruxelles. «Siamo preoccupati per il mancato accordo sul bilancio europeo e sulle ipotesi di ridimensionamento dei fondi di coesione rispetto alle proposte della Commissione, ipotesi incoraggiate soprattutto da alcuni stati membri - ha aggiunto Simoncini -  Per questo, ribadendo la necessità di una dotazione adeguata, basata sulle necessità reali di stati e regioni, chiediamo al governo di fare la sua parte nel sostenere queste politiche e a tutti gli stati membri un'assunzione di responsabilità.

Al governo italiano, in particolare, chiediamo poi di garantire un'adeguata compartecipazione e, nel caso di tagli a livello comunitario, di destinare i risparmi della quota italiana alle politiche regionali.  Anche per questo rifiutiamo ogni logica di nuova nazionalizzazione e centralizzazione. Secondo noi, infatti, sono le Regioni la dimensione più adeguata nella gestione dei fondi comunitari, perché hanno un forte legame con i territori e i loro fabbisogni».

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