[05/12/2012] News toscana

Rischio idrogeologico, la Toscana «presa come esempio» nel piano del ministro Clini

Positiva anche la valutazione sulla legge per accelerare le opere pubbliche di interesse strategico regionale

«Bloccare le costruzioni in tutte le aree ad elevato rischio idrogeologico, e quindi a rischio di esondazione, è una forma di prevenzione efficace e a costo zero». Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (nella foto), accoglie con favore la proposta contenuta nelle Linee strategiche per la tutela del territorio che il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha inviato al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe).

«Bravo il ministro Clini - continua Rossi -  Mi fa davvero molto piacere che abbia accolto il nostro suggerimento di adottare a livello nazionale l'esperienza toscana», sottolineando come la Regione si sia mossa in questa direzione già «dopo le alluvioni del novembre 2011 vietando con la legge n. 21/2012 ogni forma di intervento edificatorio in oltre 1000 km quadrati di territorio, pari al 7% della superficie pianeggiante della regione. Insieme al divieto di edificazione negli alvei, nelle golene, sugli argini e nelle fasce laterali per una larghezza di 10 metri dall'esterno dell'argine, abbiamo previsto anche il divieto di tombamenti dei corsi d'acqua, dei restringimenti e rettificazione di alvei, impermeabilizzazioni e tutte le trasformazioni che possono restringere e ostacolare il deflusso delle acque. Questa è vera prevenzione. Sono contento che il ministro abbia preso la Toscana come esempio».

Un esempio virtuoso al quale se ne accompagna un altro, ossia la legge che contiene misure di accelerazione per realizzare opere pubbliche di interesse strategico regionale (legge 35 dell'agosto 2011). «Una legge che sta funzionando bene e che nel primo anno di applicazione ha fornito risultati soddisfacenti», ha sottolineato Rossi riferendosi a una delibera - varata nell'ultima seduta di Giunta - che contiene una relazione al Consiglio sullo stato di applicazione della legge, che riguarda centinaia di opere in tutti i settori: dagli invasi idrici per l'agricoltura alle strade, dal risanamento dei fossi ai sistemi di depurazione, dagli acquedotti alle casse di espansione, dai musei alle scuole, dagli asili nido alle piste ciclabili.

A oggi - si precisa infatti in una nota della Regione - sono 762 le grandi opere giudicate strategiche, la cui grande maggioranza è ricompresa nell'ambiente (202), nelle infrastrutture per l'istruzione (50) e nei settori legati a cultura, commercio e turismo (185). 68 le opere per mobilità, 168 quelle sul diritto alla salute (ospedali e strutture sanitarie). Seguono attività produttive e invasi idrici per agricoltura.

In tutta la Toscana tali opere pubbliche "di interesse strategico regionale" (finanziate, cioè, in modo prevalente con risorse del bilancio regionale e che hanno un costo di almeno 500 mila euro) si caratterizzano per un investimento complessivo di 3,1 miliardi di euro di cui 2,3 di finanziamento regionale.

Finalità della legge è proprio la velocizzazione delle procedure e il disboscamento degli impedimenti, spesso burocratici, per realizzare interventi decisivi nei confronti dello sviluppo e della sicurezza nelle realtà locali toscane. E la legge prevede anche che ogni anno la Giunta presenti al Consiglio una relazione su come essa è stata applicata. 

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