[03/12/2012] News

Acqua, dalle alluvioni alla noncuranza: gli acquedotti ne perdono ancora per strada il 30%

Italia maglia nera in Europa

Le conseguenze a lungo termine dei cambiamenti climatici, dello sviluppo economico e dell'aumento demografico stanno spingendo sin d'ora ad immaginare un prossimo futuro a rischio di guerre per l'acqua, l'oro blu del terzo millennio.

La speranza è che la progressiva scarsità d'acqua possa accentuare forme di collaborazione volte all'utilizzo sostenibile ed equo di una risorsa indispensabile alla vita, ma il primo passo da compiere in questa direzione è senz'altro un ridimensionamento nei consumi idrici all'interno dei paesi occidentali, e primariamente un più efficiente utilizzo dell'acqua.

Sotto questo profilo, il nostro Paese è altamente carente. Nonostante un variegato contesto idrico, che caratterizza alcune regioni da un abbondanza d'acqua e altre caratterizzate da una frequente ristrettezza, oltre ad un insieme di comuni (in Toscana si arriva al 98% del totale) accomunati da un alto livello di rischio idrogeologico, in Italia non siamo stati ancora in grado di sviluppare una corretta capacità di gestione della risorsa idrica. Una carenza che risalta drammaticamente in questi giorni nelle aree alluvionate del Paese.

Un ampio piano di salvaguardia del territorio risulta oggi la principale "grande opera" di cui l'Italia abbisogna. Un maxi intervento da 40 miliardi di euro e 15 anni di lavori, secondo le stime del ministero dell'Ambiente, consistente in un bacino occupazionale enorme da mobilitare.

Oltre la cura del territorio, un altro tassello fondamentale che rischia di essere trascurato è inoltre quello dell'ammodernamento dei nostri acquedotti. Il 30% dell'acqua che attraversa i nostri acquedotti e le nostre tubature va sprecato - riporta l'Ansa - Una percentuale altissima che fa dell'Italia la maglia nera tra i più grandi Paesi europei. Se da noi un terzo dell'acqua va letteralmente perso, il Svezia e' solo il 17%, in Gran Bretagna il 19% e in Spagna il 22%. Un primato negativo che dovrebbe far riflettere vista l'essenzialità dell'acqua e che dovrebbe stimolare gli investimenti in una rete che ad oggi ''fa acqua da tutte le parti''. Ad occuparsene sarà d'ora in poi l'Autorità per l'energia, a cui da quest'anno, con il cosiddetto decreto 'Salva-Italia', sono state attribuite competenze anche in materia di acqua».

Per proseguire nella strada segnata da questa nuova e difficile responsabili, la stessa Autorità ha organizzato per oggi la una  Conferenza nazionale sulla regolazione dei servizi idrici, un'iniziativa con la quale l'Autorità intende coinvolgere - attraverso il procedimento delle audizioni pubbliche - i diversi attori del settore idrico nel processo di partecipazione alle decisioni regolatorie.

La Conferenza  - si legge in una nota della stessa Autorità - sarà, in particolare, occasione di approfondimento degli orientamenti delineati dopo il decreto legge 201/11 che ha attribuito all'Autorità per l'energia elettrica e il gas "funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici" dei principali temi del servizio idrico nel nostro Paese: stato delle infrastrutture, criticità, investimenti, 'acqua bene primario'. Un bene che non possiamo permetterci di dilapidare.

Torna all'archivio