[29/11/2012] News toscana

Piano paesaggistico regionale: giusto fare presto, ma per far bene serve il confronto

«Velocizzare pareri, osservazioni, suggerimenti per non far decadere le salvaguardie introdotte nel 2009, prorogate al 31 dicembre prossimo e scongiurare il ritorno ai soli decreti di vincolo nudi come riferimento per l'espressione dei pareri in merito alle autorizzazioni paesaggistiche- è stato l'invito del presidente della commissione Vincenzo Ceccarelli (Pd)- Il grande lavoro che stiamo facendo semplificherà tutte le procedure. Prendiamo un impegno a inviare considerazioni di merito in una settimana per portare l'atto in Aula entro l'anno».

Fare presto è bene, ma questa volta non ci si può esimere da pensare che si voglia tagliare il confronto. Un confronto tanto più necessario perché il tour informativo di luglio ha coinvolto poco. Perché la materia è complessa, perché ferma restando l'assunzione di responsabilità da parte della Regione, la "vestizione del vincolo" appare alla lettura ancora una volta "sibillina", ovvero interpretabile a soggetto e talvolta confusa nei presupposti, forse anche poco "informata", l'attuazione poi è in capo ad altri soggetti, cioè ai comuni, che per bene operare debbono comunque anche poter essere coinvolti. D'altra parte sembrerebbe pleonastico ricordare che questa è la regione della coopianificazione,  dei percorsi partecipati, dove esiste un garante regionale della partecipazione.

E' vero che La Regione deve rispondere ad un soggetto altro che opera con logiche  diverse, cioè le soprintendenze, a cui però dovrebbe essere chiesto conto della gestione dei vincoli fatta in oltre 50 anni (è bene ricordare sempre che prima della legge 765 i progetti erano approvati dai soprintendenti e poi licenziati dai comuni, per non andare oltre), ma l'obbligo di condividere il percorso con i comuni non appare eludibile ai sensi della legge 1.

Per questo nella carenza di informazione, di confronti, e forse la responsabilità in questo non è solo della Regione, appare logico domandarsi se fare presto sia una necessità operativa o che altro.

Con ciò non si vuole dire che non si deve fare il piano paesaggistico, che non si deve limitare il consumo di suolo, che non si deve limitare la nuova edificabilità per puntare sul recupero e sulla riqualificazione, tutt'altro, si vuole affermare che per fare questo si deve avere il coraggio di imporre con chiarezza i limiti ed altrettanto di porre le condizioni per favorire realmente il recupero che vuol dire in gran parte del territorio demolire e ricostruire e non, magari, avere soprintendenze che soggettivamente si innamorano di un edificio non vincolato se non a livello paesaggistico e ne fanno una propria icona fino a rendere vano l'adeguamento, l'innovazione della città esistente.

Comunque apprezziamo che questo primo stralcio di piano sia ormai disponibile e vediamo cosa accade sia in termini di contenuti che di reale praticabilità del confronto.

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