[28/11/2012] News toscana

San Rossore, le associazioni ambientaliste rispondono a Rossi

Riceviamo e pubblichiamo

La risposta di Enrico Rossi si articola attorno a 5 concetti chiaramente espressi nella sua email, ma che possono essere facilmente smontati con riferimento ai contenuti della Legge nazionale n. 87/1999 (Passaggio della Tenuta di San Rossore), della Legge regionale n. 24/2000 (Delega della gestione della Tenuta all'Ente Parco), della Legge nazionale n. 394/1991 (Legge quadro sulle aree protette) e della stessa Proposta di legge n. 195 e dei suoi allegati, così come approvati dalla Giunta regionale il 9 novembre scorso e pubblicati sul sito della Regione.

Quanto scritto sul sito dell'Ente Parco www.parcosanrossore.org riguardo alla prevalenza della dimensione ambientale-paesaggistico-culturale rispetto a quella agricola e zootecnica, resta ovviamente valido e può essere utilizzato a supporto di questi ragionamenti.

1) Affermazione: Nella nuova gestione della Tenuta deve essere perseguita la salvaguardia dell'ambiente e la valorizzazione delle attività economiche deve comunque essere compatibili con le esigenze di tutela e salvaguardia ambientale.

Risposta: Si tratta di un concetto che viene affermato esclusivamente nella parte della proposta di legge che va a stravolgere l'impianto della Legge regionale n. 24/2000 (per meglio capire cosa succederebbe a San Rossore, sarebbe il caso di visionare il nuovo testo coordinato di tale Legge regionale, disponibile qui: http://goo.gl/E3UA8), per dare l'illusione che tale ente rispetterà i principi di gestione sanciti dalla Legge nazionale n. 87/1999 ("La gestione della tenuta di cui al comma 1, affidata alla regione Toscana, deve essere conforme ai principi contenuti nella legge 6  dicembre 1991, n.  394, secondo tecniche  tese alla salvaguardia e alla  valorizzazione  di  tutte le  componenti dell'ecosistema, quale unicum ambientale, paesaggistico, storico e culturale di rilevanza internazionale. La gestione della tenuta mira anche al perseguimento di scopi didattici, educativi e sociali, all'equilibrio ecologico e al risanamento ambientale. La regione Toscana può assumere, nel rigoroso rispetto dei richiamati principi di salvaguardia ambientale, iniziative rivolte alla valorizzazione della tenuta"), i quali si richiamano espressamente, a loro volta, alla Legge n. 394/1991.

Peccato, però che simili principi non siano minimamente presi in considerazione per quanto riguarda finalità e funzioni (è sufficiente prendere visione degli artt. 1 e 2 della proposta di legge n. 195) dell'Ente "Terre regionali", che sarà dunque preposto per legge al raggiungimento di obiettivi del tutto diversi dalla salvaguardia dell'ambiente. Un Ente al quale non vengono riconosciute le competenze necessarie per perseguire determinati scopi, come potrà mai concretamente realizzarli? In pratica, si creerà un nuovo Ente al quale sono affidati compiti di gestione della Tenuta secondo i sopra richiamati principi, senza che essi rientrino tra le sue finalità, mentre resterà in vita, ferito a morte e completamente svuotato delle sue competenze, un ente che invece ha tra le sue finalità proprio i principi richiamati dal Governatore.  

2) Affermazione: Resta il perseguimento degli scopi didattici, educativi e sociali con particolare riferimento all'educazione e alla formazione ambientale.

Risposta: Anche in questo caso valgono le stesse identiche osservazioni fatte al punto 1 (ovviamente l'Ente "Terre regionali toscane" non ha alcuna finalità di educazione ambientale!) ma in tale caso emerge palesemente la contraddizione del Governatore, che probabilmente non si è neppure preso la briga di leggere a fondo la proposta di legge. 

Si legge, nel suo preambolo, che "con la legge regionale 29 dicembre 2010, n. 65 (Legge finanziaria per il 2011) è stata soppressa l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione nel settore agricolo forestale (ARSIA), alla quale la legge forestale attribuiva funzioni in materia di ricerca, sperimentazione, divulgazione, educazione, informazione e comunicazione e di gestione del libro regionale dei boschi da seme; si rende pertanto necessario rivalutare l'assegnazione di tali competenze". Ora verrebbe da dire: visto che l'Ente "Terre regionali toscane" nella Tenuta di San Rossore dovrebbe occuparsi di educazione e formazione ambientale, le nuove funzioni saranno delegate a tale istituzione. Niente di più sbagliato, perché se così fosse si creerebbe un esatto duplicato dell'ARSIA e salterebbero alcune delle argomentazioni relative al contenimento della spesa pubblica, che vengono più usate come scusa che come concreta motivazione che soggiace alla logica della proposta di legge regionale n. 195.

Desta pertanto sorpresa quando si apprende che l'articolo 9 (Educazione, informazione e comunicazione) del nuovo testo coordinato della Legge n. 39/2000 (Legge forestale della Toscana, basta cliccare qui per prenderne visione: http://goo.gl/wdX3n) prevede che la Giunta attui "le attività di educazione, informazione e comunicazione direttamente o affidandole agli Enti locali e agli Enti parco regionali". In pratica, nel caso delle attività di educazione ambientale all'interno della Tenuta di San Rossore, esse vengono affidate ad un Ente che non solo non ne contempla lo svolgimento nell'ambito delle sue finalità istitutive, ma che anche quando potrebbe svolgerle su temi di propria diretta competenza, non le attua. Anche in tal caso è evidente la palese contraddittorietà della proposta di legge, che non potrebbe che determinare sovrapposizioni, duplicazioni oltre che inutili e sterili antagonismi.

3) Affermazione: La Regione impone all'Ente Terre regionali toscane di tenere una gestione separata di tali fondi.

Risposta: Non c'è niente di nuovo, perché già adesso l'Ente Parco tiene nel proprio bilancio una gestione separata di tali fondi, ma anzi c'è una novità in peggio di cui chiaramente il Governatore non parla.

Adesso, infatti, l'attuale sistema dei PUR (Programmi di utilizzazione delle risorse) presentati annualmente dall'Ente Parco per la gestione delle risorse che provengono dallo Stato per la realizzazione di interventi all'interno della tenuta, consente un ampio controllo da parte della Giunta regionale toscana: è quest'ultima infatti che approva il PUR, non prima di essersi accertata che le risorse siano effettivamente destinate al rispetto delle finalità e degli indirizzi enunciati dalla Legge nazionale n. 87/1999. Attualmente il meccanismo di controllo da parte della Regione sull'Ente Parco, che prevede termini perentori e anche una vigilanza dopo l'utilizzo delle risorse, è talmente stringente da poter comportare, in certi casi, persino il commissariamento dell'Ente.

Tutto questo meccanismo di controllo è abrogato dalla proposta di legge n. 195. Ci sarebbe, dunque un netto peggioramento della trasparenza connessa all'utilizzo dei fondi e della verifica circa una loro effettiva destinazione rispetto ai principi da rispettare nella gestione della Tenuta.

4) Affermazione: L'Ente "Terre regionali toscane" avrà un rapporto particolare con il Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli che potrà continuare a utilizzare i beni della Tenuta.

Risposta: Questa è una bugia bell'e buona, che non trova alcun riscontro nella proposta di legge, che invece prevede di modificare l'art. 2 della Legge n. 24/2000 nei termini seguenti: "1. Le funzioni amministrative di competenza regionale attinenti la gestione della Tenuta sono delegate all'ente "Terre regionali toscane"; 2. Sono comprese nella gestione della Tenuta ai fini della delega di cui al comma 1: [...] la utilizzazione dei beni medesimi secondo le finalità di cui all'art. 4 anche tramite la loro messa a disposizione a favore dell'Ente Parco Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, di seguito denominato ente parco, di enti locali e altri soggetti pubblici e privati tramite convenzioni e concessioni amministrative". In altri termini, l'Ente Parco potrà essere beneficiario dei beni della Tenuta esclusivamente al pari di altri enti locali e altri soggetti pubblici e privati. Non avrà alcun privilegio, alcun diritto d'uso sancito per legge, e soprattutto diventerà un ospite in quella che è la sua sede da oltre dodici anni. Ciò che avverrà alla sede dell'Ente Parco, a quelle delle associazioni, alle sale studio e convegni, dopo il passaggio della Tenuta alla gestione dell'Ente "Terre regionali toscane" non è dato saperlo adesso, proprio perché la proposta di legge non dice nulla al riguardo.

5) Affermazione: La proposta di legge intende fare in modo che anche questo territorio di inestimabile valore ambientale e paesaggistico possa essere sempre più valorizzato e, di conseguenza, tutelato.

Risposta: L'affermazione è tanto generica quanto poco credibile, visto che una delle conseguenze sarà proprio di produrre effetti deleteri sull'Ente Parco, che pure da oltre 12 anni persegue con successo le proprie finalità istitutive nella Tenuta di San Rossore. La proposta determinerà infatti il passaggio del personale dell'Ente Parco impiegato nella Tenuta al nuovo Ente "Terre regionali toscane", come previsto dall'art. 82, ultimo comma, determinando un'emorragia di personale da un Ente all'altro. Cosa accadrà alla sede dell'Ente Parco non è dato saperlo, è però ovvio che la diminuzione di personale dell'Ente Parco non potrà certo migliorare la capacità di azione dell'organismo di gestione dell'area protetta, con l'inevitabile - e quindi già scritta - conseguenza di un impoverimento del presidio del territorio da parte del Parco.

Analogamente, il fatto che improvvisamente i ricavi derivanti dalla gestione diretta della Tenuta, che sono direttamente proporzionali all'efficienza nella conduzione della stessa, non entreranno più nelle casse dell'Ente Parco, determinerà necessariamente un drastico ridimensionamento di attività, servizi, lavori e infrastrutture nell'area protetta (si pensi a tutte le attività di promozione, di realizzazione di interventi di tutela e risanamento ambientale, etc.). Impossibile, inoltre, non prevedere già adesso il rischio che nel bilancio dell'Ente Parco si crei già dal 2013, di punto in bianco, un "buco" di bilancio che difficilmente potrà essere subito colmato, visto che all'Ente Parco vengono concessi pochi mesi di tempo per riorganizzarsi. Certo, in una situazione in cui è in corso una selezione pubblica per scegliere un nuovo direttore e la Giunta regionale ha pensato bene di indebolire nei mesi passati tutti gli enti parco regionali prevedendo un azzeramento delle indennità di carica dei legali rappresentanti delle aree protette, questo pare come un colpo di grazia, un affondo decisivo per decapitare un parco storico come quello di San Rossore nato nel 1979.

Come tutto questo possa tradursi in una maggiore efficienza nella gestione della "cosa pubblica", in un contenimento della spesa pubblica e in una sempre maggiore tutela dell'ambiente, dev'essere qualcosa che forse il Governatore Rossi ha ben chiaro in testa, ma che a tutti noi cittadini sfugge.

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