[23/11/2012] News

Eventi climatici estremi costano all'Italia 3,5 miliardi l’anno. Come rimediare, secondo Clini

«Adattamento cambiamenti climatici sia misura infrastrutturale per la crescita»

Cara Connie, Caro Janez,

a seguito della conclusione della consultazione pubblica, verrà presentata entro fine dicembre al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) la "Strategia nazionale per l'adattamento ai cambiamenti climatici e la sicurezza del territorio".

La strategia rappresenta un documento prioritario per il nostro paese, caratterizzato da un territorio altamente vulnerabile sempre più esposto agli effetti dei cambiamenti climatici.

Come risulta dalla serie storica degli eventi climatici estremi, a partire dagli anni ottanta l'Italia subisce danni sempre più rilevanti, che costano mediamente 3,5 miliardi/anno con effetti significativi per l'economia nazionale.

Sulla base delle analisi effettuate dal Ministero dell'Ambiente, le aree ad elevata vulnerabilità per i rischi di frane ed alluvioni rappresentano circa il 10% della superficie italiana (29.500 kmq) e riguardano l'89% dei comuni (6.631).

Abbiamo stimato che, per gli interventi di prevenzione e messa in sicurezza del territorio nazionale, oltreché di ripristino, sarebbero necessari investimenti per almeno 40 miliardi €.

Assumendo una scala di priorità basata sulle misure infrastrutturali e gestionali più urgenti, tenendo conto della tipologia di interventi, e considerando i tempi di realizzazione delle infrastrutture necessarie per la messa in sicurezza stimati in circa 15 anni, gli investimenti dovrebbero essere ripartiti tra

1.      interventi pubblici per gli interventi che riguardano infrastrutture, reti o altre attività di competenza pubblica (60% pari a 1596 milioni/anno).

2.      investimenti privati (30% pari a 798 milioni/anno), che potrebbero essere sostenuti con credito di imposta a detrazione parziale dei costi.

3.      incentivi a favore di imprese, cooperative o associazioni che assumano la gestione e manutenzione delle aree agricole e boschive abbandonate (10% pari a 266 milioni/anno).

La Strategia, con le misure per la prevenzione dei rischi e dei danni connessi agli eventi climatici estremi, rappresenta dunque una misura infrastrutturale per la crescita sostenibile dell'Italia, ad alto valore aggiunto e con effetti significativi per l'occupazione giovanile addizionale con effetti positivi a breve-medio termine sulle entrate e sulla riduzione del debito pubblico.

In questa prospettiva vorrei sottolineare il rilievo che la strategia per l'adattamento ai cambiamenti climatici deve assumere nel quadro delle misure infrastrutturali per la crescita richiamate dal "Patto per la crescita e l'occupazione", e di conseguenza vi chiedo di rappresentare presso la Commissione l'esigenza di assumere come criterio generale che le misure previste dalla strategia per l'adattamento ai cambiamenti climatici sia compresa di quelle incluse nelle misure in deroga al patto di stabilità.

Ovvero che, in risposta alla richiesta dal Consiglio Europeo del 29 giugno 2012, la Commissione includa la strategia per l'adattamento ai cambiamenti climatici tra le misure infrastrutturali che possono essere sostenute dagli investimenti pubblici a sostegno della crescita, "entro i limiti dei quadri di bilancio nazionali e della Ue".

Qualora i vincoli del patto di stabilità impedissero di "liberare" le risorse pubbliche, oltre a registrare il fallimento della nostra strategia comune per l'adattamento ai cambiamenti climatici dovremmo mettere in conto i costi aggiuntici della "non azione", come tante volte richiamato nelle conclusioni del Consiglio dei Ministri dell'Ambiente della UE.

Cordialmente,

Corrado Clini

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Connie Hedegaard

Commissario europeo per il Clima

Janez Potočnik

Commissario Europeo per l'Ambiente

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