[22/11/2012] News toscana

Pisa, la Provincia ricorre al Tar contro il governo: «Niente fondi per territorio, fiumi, scuole»

La Provincia di Pisa, anch'essa destinata ad essere "tagliata" in base al "riordino" effettuato da parte del governo (oggi le Regioni hanno bocciato il provvedimento), ha compiuto un atto di rilievo nei confronti dell'esecutivo nazionale, peraltro già annunciato nei giorni scorsi.

Mario Chiti, il legale che assiste l'ente nella circostanza, ha depositato al Tar Lazio (competente per i ricorsi verso decreti ministeriali) il ricorso contro l'atto dell'esecutivo con il quale si determina la riduzione di fondi e trasferimenti erariali alle province: il decreto del ministro dell'Interno datato 25 ottobre 2012.

«Il decreto - ha spiegato il presidente della Provincia, Andrea Pieroni (nella foto) - è attuativo di norme di legge (in particolare il Dlgs 95/2012, convertito in legge 135/2012) che appaiono in parte incostituzionali a nostro giudizio, nonché contenenti vizi nel metodo di determinazione delle riduzioni. Ecco perché il nostro ricorso al Tar ha anche per oggetto principale i criteri e la procedura amministrativa seguita dal ministero dell'Interno. La cattiva attuazione della legge ci costringe a muoverci: poiché ad essere colpiti sono servizi e funzioni cui la Provincia è chiamata a rispondere nei confronti della collettività locale».

Il punto principale del ricorso riguarda i criteri di determinazione delle riduzioni dei finanziamenti, da effettuare secondo il decreto ministeriale in proporzione alle spese sostenute per i consumi intermedi. E' proprio questo elemento di riferimento ad essere considerato non valido, contenendo, ha  precisato il direttore generale della provincia Giuliano Palagi  «spese e operazioni non afferenti direttamente alle finalità della legge di contenimento della spesa pubblica». 

Sul piano pratico, si tratta di un taglio di circa 14 milioni di euro per il 2013 che impedirà alla Provincia di Pisa di svolgere le attività necessarie con le attuali funzioni ad essa delegate. «In altre parole - ha aggiunto Pieroni - è evidente il vizio amministrativo e costituzionale delle norme in questione: si mantiene in vita l'ente, si confermano funzioni e servizi, ma non si assicurano i finanziamenti necessari. Non possiamo più assumerci responsabilità (che sono civili e penali) nei confronti dei cittadini, perché il governo ha deciso di sottrarci i finanziamenti: persino la parte di entrate proprie che ottenevamo attraverso l'Rca; o intaccando i contributi ottenuti dall'Ue attraverso presentazione di progetti.

Dal prossimo anno non avremo risorse per il trasporto pubblico locale, per la manutenzione delle strade e del territorio, per gli edifici scolastici. E se non possiamo tenere in efficienza viabilità, corsi d'acqua e scuole, ne va della sicurezza di persone e cose. Eventualità prefigurate in questi giorni (come l'abbassamento dei limiti di velocità su tratti stradali la cui manutenzione potrebbe non essere più ottimale) non rappresentano "ritorsioni minacciate", ma paradossali equilibrismi di gestione ai quali potremmo trovarci costretti (a malincuore), di fronte alla mancanza oggettiva di mezzi economici».

Poi Pieroni ha concluso amaramente: «Ci sono tutte le condizioni perché i presidenti di provincia italiani si dimettano: è solo il senso di responsabilità nei confronti del mandato ricevuto dai cittadini a farci resistere e continuare in questa difficile ruolo di amministratori di enti formalmente riformati, ma sostanzialmente aboliti». La documentazione presentata dalla provincia di Pisa, sarà esaminata nelle prossime settimane dal Tar Lazio, che deciderà sulle misure cautelari richieste. E in questa azione Pisa è stata seguita anche da altre province toscane tra cui Firenze e Siena.

Torna all'archivio