[16/11/2012] News

Piano di azione europeo per proteggere gli uccelli marini dalle catture accidentali

Esulta BirdLIfe Europa: battaglia vinta dopo 12 anni

La Commissione europea ha adottato oggi un piano d'azione (Action Plan for reducing incidental catches of seabirds in fishing gears) per combattere il problema delle catture accidentali di uccelli marini negli attrezzi da pesca ed ha sottolineato che «I dati scientifici mostrano che numerose specie di uccelli marini, tra cui albatros, petrelli, berte, alcidi, anatre marine e strolaghe, vengono catturate ogni anno con gli attrezzi da pesca. Le misure di protezione sinora adottate sono state inefficaci».

Le norme si applicano ai pescherecci UE operanti nelle acque comunitarie ed extracomunitarie ed anche  ai pescherecci dei paesi terzi operanti nelle acque dell'Ue.

Esulta BirdLife Europa  che dice di aver finalmente convinto, dopo una battaglia lunga 12 anni, «La Commissione europea a lanciare un Piano d'azione Ue per la tutela degli uccelli marini, volto a risolvere il problema delle catture accidentali degli uccelli marini con attrezzi da pesca (il cosiddetto bycatch)». BirdLife Europa sosteneva la necessità di un piano d'azione fin dal 2001, quando la Commissione Ue si era impegnata a proporlo. «Da allora - stima l'Associazione ambientalista - oltre 2 milioni di uccelli marini sono morti nelle attrezzature da pesca nelle sole acque dell'Unione europea, senza contare l'impatto causato dalle navi battenti bandiera Ue che operano negli oceani meridionali, dove il "bycatch" è responsabile delle catture accidentali di 17 delle 22 specie di albatros minacciate di estinzione».

Le interazioni fra le attività di pesca e gli uccelli marini sono frequenti e diffuse e i tassi di mortalità accidentale che ne derivano sono una grave minaccia per molte popolazioni di uccelli marini e incidono negativamente sulla produttività e sulla redditività della pesca. Secondo una stima prudenziale dell'International council for the exploration of sea «Oltre 200 000 uccelli marini muoiono ogni anno in conseguenza di un contatto con la flotta peschereccia dell'Ue nelle acque comunitarie ed extracomunitarie. Almeno 49 specie di uccelli marini catturate accidentalmente sono classificate a grave rischio di estinzione. Tra queste figurano la berta delle Baleari, la berta grigia, la berta minore e il gabbiano corso catturati accidentalmente nella pesca con palangari nelle acque dell'Ue nonché l'edredone di Steller, la strolaga minore, la strolaga mezzana, lo svasso cornuto e la pesciaiola, che costituiscono catture accessorie nella pesca con reti fisse, principalmente nel Mar Baltico». Le attuali misure di gestione per la protezione degli uccelli marini sono contenute in un ampio repertorio di norme in materia ambientale e di pesca e in tutta una serie di convenzioni e accordi internazionali. Tali misure si sono tuttavia rivelate in gran parte inefficaci nel ridurre le catture accessorie di uccelli marini, salvo in alcuni casi isolati di acque lontane come l'Antartico e le Isole Falkland.

Il nuovo piano d'azione definisce un quadro di gestione per ridurre ai livelli minimi possibili le catture accessorie di uccelli marini e riguarda in particolare «Le attività di pesca con palangari e reti fisse, nell'ambito delle quali le catture accessorie di uccelli marini sono notoriamente più elevate, ma si estende anche ad altri attrezzi come le reti da traino e i ciancioli».  Sono previste 30 azioni che riguardano diversi elementi e prevedono misure vincolanti e non vincolanti, interventi attuabili immediatamente ed altri che comportano un impegno a più lungo termine sulla base dei dati e dei pareri scientifici disponibili. Il successo del piano dipende dai contributi collettivi degli Stati membri, dei pescatori e delle Ong.

Gli interventi specifici a breve termine comprendono: Una più rapida attuazione delle misure di gestione della pesca volte a proteggere gli uccelli marini nelle zone di protezione speciale (Zps) designate a norma della direttiva Uccelli; Un più vasto monitoraggio delle attività di pesca in relazione alle quali le informazioni sulle catture accessorie di uccelli marini sono assenti o inaffidabili; L'attuazione di misure di mitigazione di comprovata efficacia (come l'uso di cavi provvisti di bandierine spaventapasseri e dispositivi acustici di dissuasione o di palangari zavorrati) nella pesca con palangari nelle acque unionali ed extraunionali in cui le catture accessorie risultano maggiormente elevate; Una promozione della ricerca per lo sviluppo di misure di attenuazione pratiche ed efficaci, in particolare nella pesca con reti fisse.

L'obiettivo a lungo termine del piano è quello di «Integrare gli elementi di mitigazione e monitoraggio nei nuovi quadri per le misure tecniche e la raccolta dei dati elaborati nel contesto della riforma della Pcp  nonché fornire i finanziamenti a tal fine necessari nell'ambito del Fondo europeo per gli Affari marittimi e la pesca (Feamp). Alcune di queste misure saranno attuate a livello dell'Unione, mentre altre richiedono un'azione volontaria da parte degli Stati membri o il sostegno delle organizzazioni regionali di gestione della pesca (Orgp) nelle attività di pesca praticate al di fuori delle acque unionali».

Angelo Caserta, direttore di BirdLife Europa è soddisfatto ma ha ancora qualche perplessità: «Un plauso all'Unione europea che finalmente ha messo un freno alle morti inutili di uccelli marini. Tuttavia, il Piano è essenzialmente volontario e per essere incisivo ha bisogno di essere sostenuto con misure giuridicamente vincolanti nell'ambito della Pcp, in particolare nell'esigere che le barche da pesca applichino le misure di mitigazione e raccolgano dati sulle catture accidentali di uccelli marini. BirdLife è pronta a collaborare con le comunità di pescatori per implementare il Piano d'azione».

BirdLife ritiene che comunque che «Ad oggi il Piano sia valido in quanto contiene le migliori soluzioni possibili già adottate dalle flotte di altre regioni del mondo non-Ue, soluzioni che hanno spesso dimostrato di fermare l'uccisione di uccelli marini. Altri settori chiave presi in considerazione riguardano la ricerca e lo sviluppo, la sensibilizzazione e la formazione dei pescatori».

Secondo Euan Dunn, responsabile delle politiche del mare della Royal society for the protection of birds, «Gli uccelli marini sono tra i nostri indicatori più carismatici della salute dell'oceano. Il Piano d'azione Ue sugli uccelli marini offre ora agli Stati membri e al settore della pesca un'occasione preziosa perché ciò sia possibile, nella speranza che la sappiano cogliere».

Spetterà ora agli Stati membri approvare il Piano in Consiglio dell'Unione europea, e poi di tradurlo in misure efficaci nelle loro acque nazionali e anche al di fuori, dove le imbarcazioni battenti bandiera Ue si spostano, gestite dalle Regional fisheries management. Per le specie più minacciate di uccelli marini, BirdLife guarda al Piano «Per dare il via a interventi di emergenza e affrontare la pericolosa attrazione degli uccelli per le attrezzature da pesca».

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