[16/11/2012] News

Alluvioni, basta interventi di emergenza: il territorio va messo in sicurezza

1 euro di investimenti pubblici nei Contratti di Fiume ne sviluppa 6

Le vittime ed i danni delle alluvioni, come è emerso drammaticamente anche in questi giorni, dimostrano quanto sia fondamentale agire per mettere in sicurezza i territori fluviali. Il problema infatti deve ormai perentoriamente essere considerato in modo integrato da un punto di vista idrogeologico, paesaggistico e socio economico.

Per questa ragione il Coordinamento delle Agende 21 Locali italiane, nell'ambito del VII Tavolo nazionale sui contratti di fiume che si è tenuto oggi a Bologna, ha ribadito la necessità e l'urgenza che il Governo riconosca i Contratti di fiume come strumento strategico operativo.

«E' ormai evidente - ha detto Emanuele Burgin (nella foto), presidente del Coordinamento delle Agende 21 italiane - che le risorse necessarie per mettere in sicurezza il territorio sono ben inferiori a quelle necessarie per intervenire in fase di emergenza. Sosteniamo quindi il piano del ministro Clini, che prevede 40 miliardi in 15 anni, così come la sua sollecitazione affinché per manutenzione e  gestione del territorio, elementi  importanti per la strategia della crescita, si possa operare a prescindere dal vincolo del patto di stabilità. Serve dunque una nuova visione d'intervento che consenta un coordinamento efficiente delle politiche di prevenzione per il rischio idrogeologico e una gestione efficace dei territori e dei paesaggi fluviali».

I contratti di fiume infatti sono un accordo strategico tra soggetti pubblici e privati, per la realizzazione di un programma di azioni pluriennali definito attraverso la concertazione, che permette di evitare sovrapposizioni tra strumenti di pianificazione e programmazione e tra soggetti decisionali coinvolti.

«Il cambiamento è già in atto: in Italia 16 regioni con 57 contratti di fiume hanno scelto di gestire i territori fluviali attraverso questo strumento - ha messo in evidenza Massimo Bastiani, Coordinatore scientifico del Tavolo Nazionale Contratti di Fiume -  E' necessario che stato e regioni ne riconoscano il  ruolo strategico e di programmazione negoziata, per avviare una nuova stagione di governo del territorio. La regione Lombardia ha già una legge sui contratti di fiume . Il contratto di Fiume Lambro uno dei più problematici in Italia ha sviluppato un patto da 156 milioni di euro, di cui 82,5 già disponibili, per arrivare a un miglioramento immediato della qualità delle acque. In Piemonte i Contratti di Fiume stanno attivando le risorse dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR) per realizzare l'obiettivo comunitario per l'agricoltura di sviluppare anche un ruolo di presidio ambientale. In Emilia, Toscana, Campania, Puglia e presto anche in Basilicata i Contratti di fiume stanno diventando strumenti per la difesa attiva del paesaggio. Il fattore moltiplicatore degli investimenti attivati da un CdF è di uno a tre ed arriva ad uno a sei se si considerano gli eventuali danni evitati a cose e persone che la tutela del territorio produce. Cioè, 1 euro di investimenti pubblici nei CdF ne sviluppa 6." 

 

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