[16/11/2012] News toscana

L'università di Pisa va in Antartide, alla ricerca di meteoriti

Il 20 novembre partiranno per l'Antartide i tre ricercatori dell'Università di Pisa che partecipano alla XXVIII missione del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra), finanziata dal ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Si tratta di una spedizione alla ricerca di meteoriti, in quello che è un terreno privilegiato per la raccolta di materia extraterrestre per studi sull'origine e sull'evoluzione del sistema solare.

Le spedizioni italiane in Antartide sono iniziate nel 1985, mentre dal 1990 è partita la ricerca di meteoriti nell'ambito del Pnra. Da allora sono state 10 le missioni nelle aree di ghiaccio blu della Terra Vittoria settentrionale, che hanno portato al ritrovamento di oltre 850 esemplari che sono conservati ed esposti al Museo nazionale dell'Antartide di Siena. 

A guidare il gruppo sarà Luigi Folco, al suo nono viaggio in Antartide, ricercatore del dipartimento di scienze della terra e coordinatore nazionale del progetto "Meteoriti Antartiche" del Pnra. Con lui ci saranno due giovani studiosi dello stesso dipartimento: Maurizio Gemelli, assegnista di ricerca, e Agnese Fazio, dottoranda, entrambi alla prima esperienza in Antartide e che sono preparati al Centro Enea di Brasimone in Emilia e sul Monte Bianco con corsi  di pronto soccorso, antincendio e movimento sul ghiaccio.

I ricercatori pisani avranno il supporto logistico la base italiana del Pnra "Mario Zucchelli", gestita dall'Enea, sulla costa del Mare di Ross, nella Baia Terra Nova, e che è aperta dalla metà di ottobre. Da qui si sposteranno per montare un campo remoto sul plateau polare a ridosso delle Montagne Transantartiche, dove lavoreranno per più di due settimane alla ricerca di meteoriti, con una temperatura media che oscillerà intorno ai -25 gradi e un vento di oltre 40 chilometri all'ora. Durante le settimane della missione, i tre ricercatori pubblicheranno un "diario" delle loro attività sulla pagina Facebook dell'Ateneo: "Università di Pisa - Pagina ufficiale".

In una nota, l'università di Pisa spiega che «le meteoriti sono in massima parte frammenti di asteroidi, comete e pianeti, ovvero corpi celesti primitivi che permettono di approfondire lo studio sull'origine del sistema solare, avvenuta circa 4,5 miliardi di anni fa. Quasi tutti i 45.000 esemplari di meteoriti presenti oggi nelle collezioni di musei e istituti di ricerca di tutto il mondo provengono dall'Antartide o dai deserti del Sahara, dell'Oman, dell'Australia, degli Stati Uniti e del Cile. Con più di 30.000 campioni ritrovati a partire dal 1969 da spedizioni per ricerche sistematiche di diversi programmi nazionali - a cui vanno aggiunti i ritrovamenti sporadici avvenuti durante l'esplorazione "eroica" agli albori del XX secolo - l'Antartide rappresenta il terreno ideale per la raccolta di meteoriti. Questo eccezionale numero di scoperte è dovuto all'evidente contrasto tra la crosta scura delle meteoriti e il bianco del ghiaccio, alle condizioni ambientali che, grazie al clima freddo e secco, permettono la conservazione delle rocce e, soprattutto, ai meccanismi di  concentrazione che trasportano in zone ristrette, chiamate "trappole", le meteoriti cadute sui vasti bacini del plateau polare».

In Antartide, oltre alla ricerca di meteoriti, si svolgono spedizioni - sotto il coordinamento scientifico del Cnr - che riguardano oceanografia, fisica dell'atmosfera e cosmologia, scienze della terra, biologia e medicina, impatto ambientale, diverse delle quali vedono protagonisti altri ricercatori dell'Università di Pisa.  

A fine dicembre partirà un'unità di ricerca geologica composta da due veterani antartici, i professori Piero Pertusati, del dipartimento pisano di Scienze della terra, e Rodolfo Carosi, dell'Università di Torino, e da Chiara Montomoli, un'altra ricercatrice pisana alla sua prima missione. Questa spedizione punta ad acquisire nuovi dati (stratigrafici, sedimentologici, paleontologici, strutturali, petrografici e geocronologici)  «per una migliore caratterizzazione delle successioni vulcano-sedimentarie Triassico-Giurassiche lungo la catena Transantartica che affiora in Terra Vittoria, con particolare riguardo ai cambiamenti climatici a scala globale relativi al magmatismo del Giurassico inferiore». 

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