[14/11/2012] News toscana

Alluvione, ecco perché a soffrire sono sempre i soliti territori

Legambiente Toscana, per investire sulla prevenzione in provincia di Massa Carrara e in Maremma chiesta una deroga al Patto di Stabilità

Dopo gli ultimi drammatici eventi che hanno colpito la Toscana a seguito dell'ondata di maltempo, Legambiente ha fatto il punto della situazione ricordando in primis le vittime che purtroppo sono state registrate nel grossetano. «Siamo naturalmente vicini alle famiglie di Paolo, Antonella e Maurizio, i tre lavoratori Enel che nel tornare a casa hanno trovato la morte in quel di Manciano. Così come siamo vicini alla famiglia di Giovanni, sommerso dalle acque al Chiarone di Capalbio, qualche ora prima», hanno dichiarato Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana ed Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente.

L'associazione ambientalista mette in risalto come le precipitazioni intense abbiano colpito principalmente due aree della Toscana strutturalmente diverse: aree rurali come quelle del grossetano, dominate dagli spazi aperti e da un sistema irriguo figlio della bonifica del secolo scorso e aree invece densissimamente popolate come quelle delle marine della provincia di Massa Carrara, dove a dominare è stata la cementificazione selvaggia e la politica delle seconde e terze case. Ma in ogni caso per Legambiente è giunto il momento di tirare le somme con chiarezza e rigore morale.

«Sono mesi che attendiamo educatamente un riscontro dai territori. Un segnale che ci dica una parola chiara sulla reale intenzione delle Istituzioni di prevenire il rischio idrogeologico - hanno aggiunto Ferruzza e Gentili - Ma per tutta risposta che cosa abbiamo ricevuto? Niente di niente. In Lunigiana gli unici interventi, non solo avallati ma fortemente voluti dai Sindaci dell'area alluvionata nel 2011, sono stati dragaggi e rimozioni di sovralluvionamenti di dubbia origine. L'alluvione dell'anno scorso, allora, non sembra aver insegnato nulla? E' ormai ineludibile una radicale inversione di rotta. Rendere non più edificabili le zone alluvionate e quelle individuate ad elevato rischio idraulico è condizione necessaria ma non sufficiente.

Crediamo sia giunta l'ora di sottolineare l'urgenza d'intervenire sull'intensa urbanizzazione delle aree ad alta criticità idrogeologica attraverso una rapida delocalizzazione degli edifici e rivedere radicalmente tutte le previsioni dei piani urbanistici incompatibili col rischio idraulico, oltre a destinare adeguate risorse verso politiche volte ad una concreta mitigazione del rischio».

Legambiente, per aggiornare le normative e la pianificazione degli interventi sul territorio, sia in aree fortemente antropizzate come la provincia di Massa Carrara che nelle aree rurali del sud del grossetano, lancia una proposta da attuare in sinergia con le istituzioni regionali e locali: «Dobbiamo pretendere una deroga stringente ed immediata al Patto di Stabilità del Governo Monti, in modo tale che si possa intervenire con urgenza ed efficacia sui territori. E' tempo di passare da una cultura dell'emergenza ad una buona pratica della prevenzione», hanno concluso Ferruzza e Gentili. 

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