[13/11/2012] News

Il commercio illegale ed il bracconaggio potrebbero estinguere la grandi scimmie antropomorfe

Il secondo Council meeting  della Great  apes survival partnership (Grasp), che si è tenuto recentemente nella sede dell'Unesco a Parigi, ha avvertito che il commercio illegale delle grandi scimmie «Potrebbe devastare le loro popolazioni selvatiche a meno che gli sforzi per l'applicazione della legge e dei controlli  non vengano portati a tenere il passo con i bracconieri ed i commercianti illegali». Uno dei principali relatori del meeting Grasp, Ofir Droir, fondatore della Last great ape organization, ha detto che «C'è una corsa verso l'estinzione delle grandi scimmie in Africa e il commercio illegale ne è la motivazione. Il commercio di scimmie è un business criminale». Tutte le specie delle grandi scimmie africane ed asiatiche sono a rischio di estinzione.

La Grasp è stata fondata nel 2001 su iniziativa dell'Onu per rispondere alla crisi della salvaguardia delle grandi scimmie e per lanciare l'allarme sulla minaccia di una loro imminente estinzione. La partnership si concentra sulle politiche internazionali di salvaguardia, i finanziamenti, la ricerca ed il rapporto con i media. Il secondo Grasp Council ha riunito a Parigi le nazioni partner, Ong ambientaliste, istituti di ricerca, agenzie Onu e finanziatori privati che lavorano per realizzare una strategia a lungo termine per la protezione delle grandi scimmie e del loro habitat in Africa e in Asia.

John Scanlon, Segretario generale della Convention on international trade in endangered species (Cites)  ha sollecitato una maggiore vigilanza nelle aree dove vivono  scimpanzé, gorilla, oranghi e  bonobi in mancanza della quale questi cugini dell'uomo «Potrebbero  affrontare le stesse crisi di  conservazione  di  elefanti e rinoceronti: «Il commercio illegale è chiaramente una minaccia per le grandi scimmie. Dobbiamo restare vigili. Il commercio illegale è un problema con un particolare collegamento con il legname ed i  minerali. Quando si denuda un habitat, si sta denudando l'habitat di grandi scimmie».  

I dati preliminari di un sondaggio Grasp sui livelli di sequestri di grandi scimmie in Africa e in Asia rivela che «Le forze dell'ordine non riescono a tenere il passo con il commercio illegale. Delle 392 grandi scimmie confiscate in n 12 Paesi africani tra 2005-2011, solo il 6% sono stati accompagnati da un arresto. Di questi, solo il 3% ha dato luogo ad una  condanna. In Asia, 184 oranghi sono stati confiscati a Sumatra, ma solo l'1% ha dato per risultato un arresto».

Siamo praticamente all'impunità per il traffico dei primati più simili agli esseri umani, ma i sequestri rappresentano solo una minima parte delle grandi scimmie che finiscono nella rete del commercio illegale, inoltre un singolo scimpanzé o gorilla vivo viene spesso catturato dopo l'abbattimento di interi gruppi familiari che vanno a rimpinguare il mercato di carne di scimmia. Il bracconaggio e il commercio illegale in realtà fanno scomparire ogni anno dai loro habitat diverse centinaia di grandi scimmie selvatiche.  

A Parigi è stata approvata la "Global Strategy for the Survival of Great Apes and Their Habitat", un piano che detta le priorità per il periodo 2013-2016 per contrastare la diffusa perdita di habitat a causa della deforestazione, della conversione delle foreste, della la raccolta di prodotti forestali legnosi e non legnosi, dell'estrazione mineraria, della prospezione ed estrazione di petrolio e gas, della costruzione di strade ed edifici e dello sviluppo agro-industriale.

Si tratta della cause "storiche" alla base della perdita dell'habitat delle grandi scimmie, ma la nuova strategia prende in considerazione anche i dati più recenti sulle minacce derivanti da infezioni e trasmissione di malattie tra i grandi primati e l'uomo. Il bracconaggio e il commercio restano comunque i principali fattori che impediscono la sopravvivenza delle scimmie antropomorfe allo stato selvatico. Intervenendo al seminario "Great Apes and Illegal Trade" del meeting Grasp di Parigi, Roland Melisch, di Traffic, ha spiegato che «Il commercio illegale, nazionale ed internazionale, delle grandi scimmie e di loro parti continua ad avere un forte effetto negativo sulla sopravvivenza degli oranghi, gorilla e scimpanzé selvatici». Traffic fa parte di Grasp dal 2008 e monitora da anni il commercio di oranghi e gibboni in Indonesia e sostiene gli sforzi mitigare gli effetti del commercio illegale di carne di scimmia in Africa.

Altri relatori hanno evidenziato la necessità di migliori dati sul commercio di scimmie, dell'applicazione e del rispetto delle leggi  vigenti che disciplinano il commercio e il possesso di scimmie, anche con azioni penali e condanne adeguate. Ma quello che appare più urgente è la costruzione di una maggiore capacità di combattere il commercio illegale ed i bracconieri fin nelle foreste e nelle aree "protette" dove vivono le grandi scimmie antropomorfe. 

Traffic ha accolto con favore anche la richiesta del Grasp Council di migliorare gli standard di benessere degli animali ospitati negli zoo e nei  parchi safari, in particolare in quelli del sud-est asiatico e dell'Asia orientale e in Africa e Chris Shepherd, vice direttore di Traffic South-East Asia, si è rivolto direttamente ai delegati asiatici dal Grasp: «Traffic invita i governi del Sud-est asiatico a far fronte alla necessità di un controllo forte degli scarsi standard degli zoo e dei safari-park che sono coinvolti nel commercio della fauna selvatica».

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