[06/11/2012] News toscana

Rischio idraulico, Romanelli (Sel): «Finalmente č divenuto prioritą di governo»

«Prima di rialzare la diga di Levane prioritario svuotarla dai fanghi»

Dopo le dichiarazioni del presidente Enrico Rossi in merito alla difesa del territorio dal pericolo alluvioni effettuate in occasione delle manifestazioni per ricordare il tragico evento che colpì Firenze e la Toscana nel 1966, sostegno è arrivato anche dal Consigliere regionale di Sinistra ecologia e libertà Mauro Romanelli. «In Toscana finalmente il rischio idrogeologico è diventata una priorità di governo e di investimento di risorse, perciò rileviamo con favore la dichiarazioni del presidente Rossi: "la nostra regione è l'unica ad aver vietato l'edificazione nelle zone a grande rischio idraulico, e ora, finalmente, partiranno tutta una serie d'interventi per la messa in sicurezza dei nostri comuni". Questa è la strada giusta e la Toscana, ricordando anche le recenti e tragiche alluvioni in Lunigiana, deve fare sempre di più per difendere il territorio dalla cementificazione selvaggia e per dare il proprio contributo alla lotta ai cambiamenti climatici. Bisogna crescere in qualità, decrescere in utilizzo dell'energia, del suolo e della materia».

Quest'ultima frase di Romanelli è più che sottoscrivibile, ma vogliamo ricordare che proprio su quanto fatto in Lunigiana ci sono opinioni divergenti. Alcune associazioni ambientaliste hanno rilevato che è stata sbagliata l'analisi sulle cause dell'evento e quindi anche molte soluzioni individuate dalla Regione hanno lasciato a desiderare.

Romanelli approfittando del dibattito sulla prevenzione del rischio idrogeologico ha fornito poi un input alla Giunta «Voglio ricordare un'opera prioritaria da realizzare al più presto e che non è stata citata dalla Giunta: è la questione dei fanghi, dodici milioni di metri cubi, accumulati nelle dighe di Levane e la Penna,  che bloccano le casse di espansione dell'Arno e che mettono in pericolo il Valdarno aretino, il Valdarno fiorentino e Firenze. Questi fanghi non sono pericolosi, possono essere recuperati come sabbia, per un utilizzo economico, dando, per esempio, materiali da costruzione all'intera Toscana per i prossimi anni, oppure utilizzandoli come barriere contro l'erosione costiera. Sfangare con le nuove tecnologie disponibili- ha aggiunto il consigliere di Sel- non determina torbide del fiume, anzi consente di ritrovare il fondo sassoso e quindi la capacità di autodepurazione» e ripristinare la capacità di invaso.

Intanto per quanto riguarda i micro interventi per la riduzione della pericolosità idraulica sono arrivati a conclusione i lavori  compiuti dalla provincia di Firenze lungo l'argine del Bisenzio nell'abitato di San Mauro Signa, per evitare sifonamenti e trafilamenti dalla fondazione. «Il completamento dei lavori permette di sanare una situazione di criticità evidenziata più volte durante le piene che si sono verificate negli ultimi anni - ha dichiarato l'assessore all'Ambiente e Difesa del suolo della provincia Renzo Crescioli - Gli eventi anche recenti in tutto il Paese ci ricordano quanto sia fondamentale l'opera di prevenzione e messa in sicurezza del nostro territorio. E' un fronte di impegno sempre più difficile a causa delle ristrettezze finanziarie, che però sarebbe prezioso anche come volano economico per creare lavoro», ha concluso Crescioli. 

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